Un intervento si sofferma sul comfort e sulla qualità acustica dei luoghi di lavoro. Classificazione degli ambienti, disagio occupazionale, annoyance, metodologia per l’analisi e progettazione acustica.
Come ricordato nell’intervista di PuntoSicuro su come migliorare il comfort nei luoghi di lavoro, è importante che ogni azienda crei condizioni di comfort per i propri lavoratori e, in questo senso, sicuramente l’esposizione al rumore può rappresentare uno dei fattori che maggiormente influenzano la qualità percepita dei luoghi.
In particolare “l’inquinamento acustico, prodotto da sorgenti interne ed esterne, determina scenari nei quali ai livelli di rischio uditivo ed extrauditivo per la salute dei lavoratori, si uniscono livelli di peggioramento e degrado della qualità e della vivibilità degli ambienti”. Ed è da considerare, partendo da queste considerazioni, una “possibile nuova visione aggiornata delle categorie e delle metodiche che hanno fin qui caratterizzato la valutazione e la bonifica del rumore in ambito occupazionale”.
Si hanno, infatti, sempre maggiori evidenze di correlazioni “tra qualità degli ambienti di lavoro e situazioni di disagio occupazionale, che meritano considerazione e, ove possibile, la definizione di nuove metodologie valutative.
A presentare queste considerazioni e dare indicazioni sull’habitat acustico dei luoghi di lavoro è un intervento al convegno “dBA2018 – I rischi fisici nei luoghi di lavoro” che, organizzato da Regione Emilia Romagna, Inail e Ausl Modena, si è tenuto durante la manifestazione “Ambiente Lavoro” a Bologna il 17 ottobre 2018.
L’intervento è stato pubblicato nel volume “dBA2018 – I rischi fisici nei luoghi di lavoro”, curato da S. Goldoni, P. Nataletti e N. Della Vecchia, che raccoglie gli interventi all’omonimo convegno bolognese.
Gli argomenti trattati nell’articolo:
- Comfort, habitat acustico e luoghi di lavoro
- Effetti uditivi, effetti extrauditivi e habitat lavorativo
- La progettazione del comfort e la qualità acustica
Comfort, habitat acustico e luoghi di lavoro
Nell’intervento “Comfort e qualità acustica dei luoghi di lavoro – Classificazione degli ambienti e metodologia per l’analisi e la progettazione acustica” – a cura di Sergio Luzzi, Lucia Busa e Francesco Borchi (Vie en.ro.se. Ingegneria), Monica Carfagni, Lapo Governi e Stefano Baldini (Dipartimento di Ingegneria Industriale – Università di Firenze), Pietro Nataletti (INAIL, Dimeila) – vengono analizzate le procedure per l’analisi e la progettazione acustica dei luoghi di lavoro sulla base di alcuni risultati del progetto di ricerca “Definizione di linee guida innovative, basate sullo stato dell’arte attuale, ai fini della progettazione, costruzione, certificazione e bonifica di macchine, attrezzature e ambienti di lavoro a basso rischio di esposizione a rumore e vibrazioni per i lavoratori” (progetto BRIC).
Riguardo all’habitat acustico e ai luoghi di lavoro si indica che in questi ambienti “la progettazione degli elementi di funzionalità e di sicurezza può essere contemporanea e integrata con la progettazione delle fonti di benessere percepito”. E la considerazione, la conoscenza e la catalogazione “di nuove patologie extrauditive e di nuove forme di malessere ‘da edificio malato’, derivanti da carenza di comfort ambientale, può portare a nuovi e diversi modelli valutativi, rispetto a quelli basati sulle consolidate procedure metrologiche e analitiche stabilite dal D.Lgs. 81/2008”.
In particolare, partendo da questa nuova ottica, la progettazione dei nuovi ambienti di lavoro e delle modifiche agli ambienti esistenti “può attingere alle esperienze di global comfort design dell’ambiente costruito per tutti gli aspetti legati alla definizione, correzione e qualificazione dei suoni che contribuiscono a rendere gradevole la fruizione di un ambiente e la protezione dai rumori che lo disturbano”.
È insomma necessario “un approccio innovativo al controllo del rumore negli ambienti di lavoro, che vada oltre il mero rispetto dei limiti acustici e consideri i contesti culturali e funzionali degli spazi regolamentati. La considerazione del benessere acustico percepito da chi abita e anima gli ambienti di lavoro è un approccio emergente che merita di essere esplorato e sviluppato”.
Effetti uditivi, effetti extrauditivi e habitat lavorativo
Si segnala poi che il rumore produce sull’uomo “effetti uditivi ed extrauditivi, coinvolgendo quindi con patologie varie l’organo dell’udito e altri organi ed apparati”.
Con riferimento anche a quanto indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità gli autori ricordano che si può parlare di:
- danno da rumore “quando si ha un’alterazione parzialmente o totalmente irreversibile di un organo o di un sistema, obiettivabile da un punto di vista clinico e /o anatomo-patologico”;
- disturbo da rumore “quando si ha una alterazione temporanea di un organo o di un sistema, anch’essa obiettivabile attraverso procedure cliniche e strumentali”;
- annoyance, in relazione alla “sensazione di scontentezza e discomfort, riferita al rumore, che l’individuo sa o crede che possa agire su di lui in modo negativo: questo fastidio è la risposta soggettiva agli effetti combinati dello stimolo disturbante e di altri fattori di natura psicologica, sociologica ed economica”.
Si indica che “al pari degli effetti uditivi (ipoacusie, patologie vestibolari, traumi acustici, acufeni), che possono alterare in modo temporaneo o permanente lo stato di salute delle persone esposte, gli effetti extrauditivi e l’annoyance meritano di essere considerati da chi si occupa di salute nei luoghi di lavoro. Gli effetti extra-uditivi diventano ancora più importanti se si considerano le abitudini dei lavoratori e gli eventuali fattori di rischio concorrenti a cui sono esposti”.
La progettazione del comfort e la qualità acustica
L’intervento si sofferma su come progettare il comfort e la qualità acustica dell’habitat lavorativo ricordando che la mitigazione del rumore negli ambienti di lavoro “è sempre più collegata a nuovi approcci progettuali basati sui principi dell’igiene occupazionale e della promozione della salute”.
A questo proposito viene presentato il progetto di ricerca BRIC, già indicato in precedenza, co-finanziato su Bando Ricerche In Collaborazione (BRIC), come parte del Piano attività della ricerca discrezionale 2016-2018 di INAIL. L’intervento riporta le varie fasi della ricerca, i primi risultati del progetto e, come riportato nelle conclusioni dell’intervento, presenta la “nuova catalogazione degli ambienti di lavoro proposta nell’ambito del progetto di ricerca, che comprende anche le tipologie lavorative più recenti, incluso lo ‘ smart working’, definendo per ogni tipologia lavorativa i parametri acustici di maggior interesse e i relativi valori di riferimento”.
Si indica poi che per ciascuna categoria in cui sono stati suddivisi gli ambienti di lavoro è prevista la stesura di una “specifica metodologia per la progettazione acustica, applicabile ad ambienti di lavoro nuovi o esistenti, a partire dalla fase di analisi e raccolta dei dati fino alla conclusione del processo di progettazione, comprendente il collaudo acustico degli interventi realizzati”.
Ricordiamo, in conclusione, un’intervista del nostro giornale ad uno degli autori dell’intervento, (“ Rumore e stress: l’importanza della qualità sonora dei luoghi di lavoro”) e alcuni documenti Inail già pubblicati in relazione al progetto BRIC:
- “ Progettazione acustica e vibratoria di macchine e attrezzature per uso agricolo. Manuale operativo”;
- “ Certificazione acustica e vibratoria delle macchine. Manuale operativo”.
Scarica il documento da cui è tratto l’articolo:
Regione Emilia Romagna, Inail, Ausl Modena, “ dBA2018 – I rischi fisici nei luoghi di lavoro”, a cura di S. Goldoni, P. Nataletti e N. Della Vecchia, pubblicazione che raccoglie gli atti dell’omonimo convegno – Bologna, 17 ottobre 2018 (formato PDF, 7.76 MB).