Indicazioni per la sicurezza degli assistenti sanitari durante l’emergenza COVID-19. Focus sulla sicurezza nei prelievi di campione microbiologico e nell’esecuzione di tamponi in ambienti protetti o a domicilio.

Ci siamo già soffermati nei giorni scorsi sulle attività degli assistenti sanitari – i professionisti della prevenzione, promozione ed educazione per la salute individuati dal DM 69/1997 – con particolare riferimento alla situazione correlata all’emergenza COVID-19 e alle tante situazioni di rischio conseguenti all’attuale evoluzione epidemiologica.

E per questi professionisti sicuramente una delle attività a maggior rischio può essere rappresentata dai prelievi di campione microbiologico, dall’effettuazione dei tamponi.

Per raccogliere informazioni su questo rischio e sulle misure di prevenzione possibili facciamo riferimento ad un documento prodotto dall’Associazione Nazionale Assistenti Sanitari ( As.N.A.S.) dal titolo “ Emergenza sanitaria nuovo Coronavirus: indicazioni ai professionisti Assistenti Sanitari”.

Nel documento, che PuntoSicuro ha già presentato con particolare attenzione alle indicazioni per le attività dei call center (uno dei tre setting affrontato dall’Associazione), un capitolo affronta proprio le attività degli assistenti sanitari nel “Servizio di Igiene Pubblica – Unità operativa profilassi malattie infettive” in relazione all’esecuzione dei tamponi in ambiente protetto o a domicilio.

L’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:

Valutazione e pianificazione per il prelievo di campioni

Riguardo al setting relativo al Servizio di Igiene Pubblica – Unità operativa profilassi malattie infettive, il documento presenta non solo informazioni sulla procedura per eseguire vestizione e svestizione prima e dopo aver effettuato il prelievo di campione microbiologico, ma offre indicazioni precise anche per l’esecuzione del tampone in ambienti protetti, come, ad esempio, ospedali e ambulatori.

Si indica che il tampone faringeo “è una procedura diagnostica di facile esecuzione che viene utilizzata per individuare l’eventuale presenza di microorganismi patogeni – tipicamente batteri ma all’occorrenza anche virus e miceti – presenti a livello della gola. Il tampone faringeo consiste nel prelievo delle cellule superficiali, del muco e delle secrezioni dalla gola, mediante un piccolo bastoncino ovattato, simile ad un cotton fioc”.

E la ricerca di batteri “avviene attraverso una coltura batterica ed eventualmente un antibiogramma. La ricerca di virus avviene, oggi, tramite tecniche di biologia molecolare, attraverso le quali si ricerca l’acido nucleico (DNA o RNA) del virus. Tale procedura può essere svolta autonomamente dall’assistente sanitario che deve garantire la corretta esecuzione della procedura e la non contaminazione del campione”.

Il documento riporta indicazioni per la valutazione iniziale e per la pianificazione:

  • Valutazione iniziale
    • “Identificare il contenitore idoneo per la ricerca colturale
    • Stabilire la sede esatta dove prelevare il materiale
    • Accertarsi che il paziente sia in grado di collaborare durante la raccolta del materiale”.
  • Pianificazione (Obiettivi)
    • “Ottenere una coltura non contaminata
    • Porre il tampone in contenitori appositi adottando manovre corrette
    • Inviare la coltura al laboratorio”

La procedura esemplificativa per l’esecuzione dei tamponi

Il documento, che presenta poi la differenza tra tampone nasale e tampone faringeo, presenta una procedura esemplificativa per l’esecuzione dei tamponi:

  • “Identificare e registrare i dati del paziente
  • Spiegare il procedimento al paziente
  • Eseguire il lavaggio delle mani e garantire la privacy
  • Indossare i DPI
  • Posizionare il paziente con la testa leggermente inclinata all’indietro
  • Estrarre l’applicatore sterile (tampone) dalla provetta
  • Invitare il paziente ad inclinare leggermente la testa all’indietro
  • Inserire il tampone nella narice e proseguire lungo il pavimento della coana nasale, fino a raggiungere il retro del rinofaringe. Una volta in sede, il tampone viene ruotato delicatamente, quindi viene mantenuto in situ per qualche secondo al fine di raccogliere abbondante secreto nasale. La manovra viene ripetuta in una sola narice con l’accorgimento di cambiare tampone e di segnalare sull’etichetta a quale delle due appartiene ciascun campione.
  • Riporre l’applicatore nella provetta sterile
  • Fare assumere al paziente una posizione confortevole
  • Lavarsi le mani
  • Etichettare la provetta ed inviarla in laboratorio”.

Si ricorda poi che data la difficoltà di raggiungere il rinofaringe, “una valida alternativa è l’esecuzione del doppio campione. Si esegue prima il tampone nasale, si inserisce il tampone nella provetta di raccolta e successivamente si esegue il tampone faringeo che verrà inserito nella stessa provetta”.

Tra i link segnalati dal documento è anche presente il link di un video realizzato dalla ASST Sette Laghi (Regione Lombardia) per il personale medico e sanitario che mostra come deve avvenire la vestizione e la successiva svestizione del personale sanitario prima di procedere all’esecuzione di un tampone rinofaringeo o di altre procedure invasive su pazienti di cui è sospetta o accertata l’infezione da SARS-CoV-2, oltre che le modalità di esecuzione del tampone stesso:

La procedura per il tampone a domicilio con doppio operatore

Il documento si sofferma anche sulla esecuzione del tampone a domicilio che “richiede la presenza di due operatori che vengono trasportati al domicilio del paziente con idoneo mezzo di trasporto (meglio ambulanza) che verrà poi sanificato”.

Si indica che il primo operatore, dopo aver indossato tutti i dispositivi di protezione individuale, “collabora con l’operatore esecutore del tampone a creare il luogo ‘idoneo’ a domicilio evitando la contaminazione e il pericolo per altri familiari. Garantisce il corretto smaltimento dei rifiuti, la sanificazione della visiera per ogni intervento, il cambio dei DPI nella sequenza corretta. Il tampone eseguito con due operatori prevede che un operatore rimanga sempre ‘pulito’ per poter gestire gli aspetti preparatori al tampone (preparazione del materiale, sanificazione, smaltimento)”.

Rimandando alla lettura integrale del documento, che riporta ulteriori dettagli, riprendiamo integralmente la procedura relativa all’esecuzione del tampone a domicilio con doppio operatore (la procedura adottata prevede la cooperazione di due operatori addetti al campionamento, “che si avvicendano secondo criteri di sicurezza”, e di un autista).

Questa la procedura raccomandata:

  • “Il trasporto a domicilio è effettuato da un’ambulanza (al momento della CRI). Si opta su questa scelta perché è necessario uno spazio adeguato per stoccare il materiale pulito in modo che sia di agevole utilizzo (camici idrorepellenti, calzari, guanti, cuffie, divise monouso, mascherine di ricambio, tamponi rinofaringei sterili, materiale di cancelleria, telefono di servizio, telini per pulizia visiere, contenitori con il disinfettante per i DPI, gel disinfettante per le mani, bidoni dei rifiuti speciali, e il contenitore dei campioni effettuati). Inoltre, il personale campionatore deve poter agevolmente sostituire la divisa in caso di contaminazione. A fine campionamento, è necessario decontaminare il mezzo (a cura della CRI). In ultimo, è doveroso proteggere dal probabile contagio l’autista, e solo un’ambulanza, con locali separati, riesce a garantire il rispetto delle distanze tra autista (pulito) e operatore (sporco) alla luce che viene data una sola mascherina FFP3 al giorno e non per prelievo come previsto da procedure. Pertanto, pulmino e auto di servizio, a nostro avviso, non permettono di svolgere in sicurezza tale attività, purché non si lascino i rifiuti in sacchetto nero doppio chiuso al domicilio della persona (Rapporto ISS Covid -19 n.1/2020), non si cambi mascherina a filtro FFP3 ad ogni domicilio e venga sanificato da personale qualificato al termine di ogni turno di lavoro.
  • Durante il tragitto un operatore contatta il soggetto interessato, chiedendo conferma di indirizzo e informa sui comportamenti di collaborazione, mentre l’altro prepara il materiale necessario per tampone. Le etichette vengono fornite dal Laboratorio Analisi di riferimento. Se vengono eseguiti prelievi in Comunità (es. casa di riposo), le etichette vengono poste sui campioni al momento dell’esecuzione del prelievo per non incorrere in errori; tra un soggetto e l’altro si cambia un paio di guanti.
  • L’autista si occupa, in accordo con personale, di razionalizzare le percorrenze per contenere gli spostamenti e di reperire il domicilio. Arrivati all’abitazione, apre le porte dell’ambulanza, suona i citofoni/campanelli e apre le porte esterne dell’abitazione.
  • I due operatori in divisa monouso (sala operatoria) di materiale idrorepellente indossano i presidi di seguito elencati e in ordine preciso: igiene delle mani con soluzione alcoolica, 1° paio di guanti (se possibile lunghi), camice idrorepellente, calzari, mascherina filtrante FFP3, cuffia, visore, 2° paio di guanti.
  • Indicativamente, se il paziente è collaborativo e autosufficiente, non entriamo in casa. Preferiamo effettuare campionamento all’aperto (abitazioni singole) o sull’uscio del domicilio (condomini). In caso di paziente allettato il prelievo viene effettuato al capezzale del soggetto dal primo operatore e il secondo sta sul pianerottolo in zona pulita per ricevere il campione già imbustato.
  • Viene richiesto all’utente di indossare mascherina chirurgica o, se questa non è disponibile, appoggiare un fazzoletto di carta sulla bocca.
  • L’ operatore 1 effettua il tampone rinofaringeo. Sulla scorta della nostra esperienza è preferibile effettuare prima il tampone nasale, con cautela cercando di non attivare starnuti, e successivamente il tampone orofaringeo più fastidioso e a rischio tosse. Non utilizziamo l’abbassalingua per non scatenare tosse e conati di vomito.
  • L’operatore 2, alle spalle del primo e a distanza di sicurezza, passa i tamponi per prelievo, tiene bustina e contenitore dove inserire tampone effettuato, sacco nero per rifiuti e tappo della provetta. (È richiesta la collaborazione del soggetto per tenere in mano provetta in modo che appena effettuato campionamento possa immediatamente essere inserito). Al fine del prelievo ritira e chiude la provetta e la inserisce negli appositi contenitori.
  • I due operatori ritornano all’ambulanza, procedono con svestizione” (come nel video riportato sopra), “disinfezione visiere e mani e si rivestono per campione successivo. Ricordiamo che è data in dotazione una sola maschera FFP3 per turno che non deve mai essere rimossa, spostata o toccata fino al termine del servizio. Anche la visiera non viene mai tolta, né viene sollevato il visore ma viene disinfettata al termine di ogni campione, fino a fine servizio. Se entrambi sono correttamente indossati e portati, non è necessario indossare anche mascherina chirurgica perché rende ancora più difficoltosa la respirazione, ci sono maggiori rischi di contaminazione ed è una spesa indebita.
  • La mascherina andrebbe cambiata a ogni domicilio ma, vista l’attuale carenza, sarebbe necessario averne almeno 1 di scorta per entrambi gli operatori per la sostituzione in caso di contaminazione accidentale, al fine di non interrompere l’attività.
  • Il sacco nero con rifiuti (camici, guanti, calzari ecc.) viene inserito nel bidone dei rifiuti speciali; il contenitore con campioni viene inserito nell’apposito carrier (assicurato con cintura di sicurezza)
  • A casa del paziente non vengono lasciati rifiuti. Tutto viene gettato e chiuso in un sacco nero a sua volta posto nel contenitore dei rifiuti speciali che verrà conferito al laboratorio analisi di riferimento per essere smaltito. (anche questi bidoni, sono almeno due per turno) devono essere assicurati durante il trasporto con apposite cinture in appositi spazi)
  • Si esegue la procedura aziendale di vestizione e svestizione. Chi effettua il tampone cambia il camice idrorepellente dopo ogni domicilio. Il secondo operatore supporta il primo nella disinfezione mani, disinfezione visiera e rivestizione.
  • Il secondo operatore cambia calzari e primo paio di guanti.
  • A termine del turno lavorativo il personale toglie visiera, elimina mascherina e divisa monouso, indossa divisa monouso pulita. Provvede a consegnare i campioni al laboratorio di riferimento (quello dove abbiamo ritirato il materiale a inizio turno), si consegnano rifiuti speciali e provvede a fare doccia.
  • I DPI sono forniti dal laboratorio analisi di riferimento nella misura di uno per campione (escluso FFP3). È importante anche a livello centrale, organizzare il campionamento per territori omogenei al fine di razionalizzare e ridurre al minimo gli spostamenti nonché, verificare correttezza di indirizzi e recapiti telefonici. Il personale deve essere istruito sulle modalità di esecuzione tampone e di utilizzo DPI”.

Concludiamo segnalando che il documento fornisce informazioni anche sull’indagine o inchiesta epidemiologica che l’Assistente Sanitario effettua per prevenire la diffusione del COVID-19 tra i contatti stretti.

Scarica il documento da cui è tratto l’articolo:

Associazione Nazionale Assistenti Sanitari, “ Emergenza sanitaria nuovo Coronavirus: indicazioni ai professionisti Assistenti Sanitari” (formato PDF, 394 kB).

Fonti: Puntosicuro.it, ASST Sette laghi, As.N.A.S.