normative
In un solo anno il tribunale di Ivrea ha chiuso il processo contro i dirigenti della Olivetti e questo rende onore ad un risultato che ha visto il riconoscimento di colpevolezza per quasi tutti gli imputati mentre molto spesso questi reati finiscono in prescrizione, dichiara il Presidente ANMIL Franco Bettoni, che in questo processo ha visto l’Associazione riconosciuta tra le parti civili.

“Il mondo produttivo italiano deve capire che la prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali deve diventare un aspetto centrale della politica industriale e finanziaria del Paese – continua Bettoni – soprattutto quando si profilano eventuali responsabilità di società quotate ed inserite in indici borsistici di primaria importanza”.

“Peraltro – aggiunge il Presidente Bettoni – il nostro Paese vede realtà completamente diverse e per questo la nostra azione non si fermerà alle costituzioni di parte civile nei grandi processi, ma ci impegneremo a sostenere la giustizia anche nei casi che nessuno conosce, come quello della vedova Debora Spagnuolo che dal 2012 continua ad essere rinviato, al punto che ancora non è cominciata la prima udienza e pochi giorni fa c’è stato l’ultimo rinvio ai primi di gennaio 2017!”

“Noi dell’ANMIL, che da oltre 70 anni siamo impegnati nella tutela delle vittime del lavoro e nella sicurezza dei lavoratori – conclude Bettoni – riteniamo che proprio in questi frangenti negativi non bisogna abbassare la guardia ma moltiplicare gli sforzi per diffondere ovunque quella cultura della sicurezza che da sempre andiamo predicando e che si può raggiungere solo con un’opera concreta e continua di informazione, formazione e sensibilizzazione, affiancata da una rigorosa attività di controllo per contrastare quelle forme diffuse di inciviltà ancora presenti in vaste aree del Paese, come il caporalato, lo sfruttamento, il “lavoro nero” ecc.. Dovrebbe far ulteriormente riflettere il dato emerso proprio nella recente Relazione annuale INAIL dal quale risulta che ben l’87,4% delle aziende ispezionate dall’Istituto, i cui addetti si occupano appunto di verificare la regolarità contrattuale e contributiva delle posizioni dei lavoratori, sono risultate irregolari”.

Fonte: ANMIL