Un intervento si sofferma sulle molestie sessuali e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e di studio. Focus sulla normativa europea, sulle tipologie di molestie sessuali e sui risultati delle ricerche sulla loro frequenza nei luoghi di lavoro.
Le molestie sessuali “sono state a lungo invisibili”. E questo “non tanto perché avvenissero in segreto”, ma proprio perché erano spesso considerate “talmente ‘normali’ da passare inosservate”.
Oggi invece le molestie sessuali sono state definite con maggiore chiarezza, e sono “oggetto di Direttive internazionali e, in alcuni paesi – anche se non ancora in Italia – trattate come reati nel Codice penale”. Si impone sempre di più il diritto delle donne “a lavorare e studiare in un ambiente che non le discrimina, non le umilia e non le ricatta”.
A presentare con queste parole il problema delle molestie sessuali e a parlarne anche in merito alla tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è un intervento raccolto nel volume “ Sicurezza accessibile. La sicurezza sul lavoro in una prospettiva di genere” curato da Giorgio Sclip ( Università degli Studi di Trieste) ed edito da EUT Edizioni Università di Trieste. Un volume che contiene i contributi del seminario di studi “ La sicurezza sul lavoro in una prospettiva di genere. Uomini e donne sono uguali?”, che si è tenuto l’8 marzo 2018 a Trieste.
Gli argomenti affrontati nell’articolo:
– La normativa europea in materia di molestie
– Cosa sono le molestie sessuali?
– Le molestie nei luoghi di lavoro
La normativa europea in materia di molestie
L’intervento “ Molestie sessuali e sicurezza nei luoghi di lavoro e di studio”, a cura di Patrizia Romito (delegata del Rettore per “Riequilibrio delle opportunità” e Presidente del Comitato unico di garanzia – Laboratorio di psicologia sociale e di comunità, Dipartimento di Scienze della Vita, Università di Trieste) presenta innanzitutto alcune indicazioni relative alle definizioni e alla descrizione di cosa si intenda per molestie sessuali.
Si ricorda che nella Raccomandazione della Commissione Europea del 27 novembre 1991 sulla tutela della dignità delle donne e degli uomini sul lavoro(92/131/CEE), ‘per molestia sessuale s’intende ogni comportamento indesiderato a connotazione sessuale o qualsiasi altro tipo di comportamento basato sul sesso che offenda la dignità degli uomini e delle donne nel mondo del lavoro, ivi inclusi atteggiamenti malaccetti di tipo fisico, verbale o non verbale’.
La Direttiva 2002/73/EC del Parlamento Europeo e del Consiglio d’Europa aggiunge poi alla definizione “un ulteriore elemento: le molestie sessuali creano ‘un ambiente intimidente, ostile, degradante, umiliante o offensivo’ (Milczarek, 2010)”.
Cosa sono le molestie sessuali?
Si segnala inoltre che Louise Fitzgerald (Fitzgerald, 1990), in ambito psico-sociale, fu “tra le prime a studiare le molestie sessuali” individuando “tre tipologie principali:
– le molestie di genere, che possono includere: commenti offensivi sulle donne, osservazioni inappropriate sull’aspetto fisico, allusioni sessuali, esposizione di immagini pornografiche;
– l’attenzione sessuale indesiderata, come proposte insistenti di appuntamenti, contatti fisici indesiderati e che provocano disagio;
– la coercizione sessuale, per esempio minacce e ricatti sessuali o aggressioni sessuali”.
Le molestie consistono quasi sempre “in un insieme di atti ripetuti nel tempo”, cosa che segnala anche l’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) quando afferma che ‘benché anche un unico evento sia sufficiente, le molestie sessuali consistono spesso in atti indesiderati, non reciproci ed imposti che possono avere gravi conseguenze per le persone (che ne sono vittime). Le molestie sessuali possono includere toccamenti, sguardi, atteggiamenti, scherzi, linguaggio sessualmente allusivo, allusioni alla vita privata delle persone o al suo orientamento sessuale, insinuazioni con contenuti sessuali, commenti sull’aspetto fisico o sull’abbigliamento, il fissare insistentemente una persona o parti del suo corpo’ (Milczarek, 2010).
In sintesi – continua la relatrice – le molestie sessuali “violano i principi di pari opportunità tra donne e uomini, per quanto riguarda l’accesso al lavoro, le promozioni, le condizioni di lavoro e di studio”.
La relazione ricorda poi che le ricerche sul tema riportano “frequenze molto variabili di molestie sessuali nei luoghi di lavoro o di studio, una variabilità che dipende soprattutto dalle definizioni di molestie utilizzate e dalle formulazioni delle domande nei questionari”.
Ricordando che la relazione presenta anche la frequenza delle molestie in ambito universitario, ci soffermiamo sui risultati di alcune ricerche relative ai luoghi di lavoro.
Riprendiamo dall’intervento una presentazione di una indagine promossa dall’Università di Trieste:
Le molestie nei luoghi di lavoro
Si segnala innanzitutto che secondo una recente ricerca dell’Istat (2018), “in Italia, il 7,5% delle donne ha subito corso della vita ricatti sessuali sul lavoro (soprattutto al momento dell’assunzione). In un terzo di questi casi, si è trattato di pressioni quasi quotidiane. Solo il 20% ne ha parlato sul posto di lavoro e quasi nessuna ha denunciato”.
Inoltre in un campione di lavoratrici ospedaliere, “il 43% aveva subito molestie sessuali nell’ultimo anno: il 37% aveva subito molestie “di genere”; il 22% aveva subito attenzioni sessuali indesiderate e il 3% ricatti o aggressioni sessuali (Romito et al., 2004). Eccetto che per quest’ultime, che potevano rappresentare un episodio unico, le altre molestie erano ripetute e spesso compiute da più aggressori, superiori o colleghi”.
Sembra poi che non ci sia una relazione precisa “tra la professione delle donne(medico, infermiera, personale tecnico o amministrativo, operatrici socio-sanitarie) e la probabilità di subire molestie. Subivano più molestie le lavoratrici che rivestivano una posizione di autorità e quelle attive in un servizio caratterizzato da una proporzione elevata di uomini tra il personale”. Tuttavia le molestie più frequenti e soprattutto più gravi erano “riservate a quelle lavoratrici rese vulnerabili dalla situazione familiare e sociale: donne separate, con problemi economici, il cui salario era l’unico del nucleo e che subivano violenze da un partner o ex-partner (Romito et al., 2004)”.
Altri studi mostrano, invece, che a subire più molestie sono anche “le donne lesbiche, disabili, immigrate o con situazioni professionali precarie (McDonald, 2011)”. E in questo caso i risultati mostrano come le molestie – “lungi dall’essere ‘scherzi’ o modalità di corteggiamento” – rappresentano “scelte strategiche nei confronti di donne in situazione di difficoltà”.
Chiaramente poi anche gli uomini “possono subire molestie sessuali, in particolare se sono in situazione di vulnerabilità, perché giovani, gay o minoritari in un ambiente di lavoro prevalentemente femminile”.
Concludiamo rimandando alla lettura integrale dell’intervento che si sofferma sia sulle conseguenze delle molestie sessuali che sull’impatto di queste molestie sui rischi e sulla sicurezza di lavoratrici e lavoratori. E riprendiamo, a questo proposito, la citazione della già ricordata Raccomandazione 92/131/CEE in cui si segnala che ‘le molestie sessuali guastano l’ambiente di lavoro e possono compromettere con effetti devastanti la salute, la fiducia, il morale e le prestazioni di coloro che le subiscono’.
Ricordiamo anche il recepimento in Italia dell’accordo delle parti sociali europee, sul tema delle violenze e molestie nei luoghi di lavoro, presentato nell’intervista dal titolo “ Prevenzione di molestie e violenze: cosa cambia nei luoghi di lavoro?”.
Scarica il documento da cui è tratto l’articolo:
“ La sicurezza sul lavoro e le differenze di genere”, a cura di Giorgio Sclip (curatore della collana “Sicurezzaccessibile”, membro del Network Nazionale Focal Point Italia dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, Università degli Studi di Trieste), intervento tratto dal volume “Sicurezza accessibile. la sicurezza sul lavoro in una prospettiva di genere”, curato da Giorgio Sclip ed edito da EUT Edizioni Università di Trieste, correlato al seminario di studio “Sicurezza accessibile. La sicurezza sul lavoro in una prospettiva di genere. Uomini e donne sono uguali?”
Fonti: Puntosicuro.it, Università di Trieste