Un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità riporta utili raccomandazioni sui disinfettanti nell’attuale emergenza COVID-19 con riferimento ai presidi medico-chirurgici e ai biocidi. Focus sui rischi chimici e sull’azione virucida dei prodotti.
Già nei primi decreti, ordinanze e linee guida elaborate per contrastare la diffusione del virus SARS-CoV-2 una delle principali indicazioni fornite – per la popolazione, i lavoratori e le imprese – riguardava la corretta igiene delle mani e l’efficace disinfezione delle superfici e degli ambienti.
Tuttavia non sono mancati i dubbi in questi mesi sui prodotti da utilizzare, sulla loro efficacia contro i virus e sulle procedure da seguire per limitarne la diffusione.
A fornire diverse informazioni sui disinfettanti utilizzabili è un rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità ( ISS) dal titolo “Raccomandazioni ad interim sui disinfettanti nell’attuale emergenza COVID-19: presidi medico-chirurgici e biocidi” (versione 25 aprile 2020 – Rapporto ISS COVID-19 n. 19/2020).
Il rapporto presenta una panoramica relativa all’ambito della “disinfezione” con “l’intento di chiarire punti quali: tipologia di prodotti disinfettanti, sia per la cute umana sia per le superfici, disponibili sul mercato italiano, efficacia di questi prodotti contro i virus, etichette di pericolo presenti sui prodotti, condizioni per un loro corretto utilizzo al fine di garantirne efficacia e sicurezza d’uso”. Inoltre, l’Appendice A contiene alcuni documenti tecnici destinati agli operatori del settore.
L’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:
- La disinfezione, i presidi medici-chirurgici e i biocidi
- Il rischio chimico e le indicazioni delle etichette
- Il meccanismo di azione dei disinfettanti contro i virus
- L’indice del rapporto ISS COVID-19
La disinfezione, i presidi medici-chirurgici e i biocidi
Il Rapporto – a cura del Gruppo di lavoro ISS Biocidi COVID-19 – ricorda che l’attività di disinfezione riguarda il “complesso di procedimenti e operazioni atti a rendere disinfettati ambienti confinati e aree di pertinenza e superfici mediante la distruzione o inattivazione di microrganismi patogeni”. Rimandiamo alla lettura dell’articolo “ COVID-19: cosa si intende per sanificazione, disinfezione e pulizia?” per approfondire le effettive differenze tra le diverse attività di contrasto del virus.
Il documento riporta alcune indicazioni generali.
Si ricorda che i prodotti che “vantano un’azione disinfettante battericida, fungicida, virucida o una qualsiasi altra azione volta a distruggere, eliminare o rendere innocui i microrganismi i, ricadono in distinti processi normativi: quello dei Presidi Medico-Chirurgici (PMC) e quello dei biocidi. In entrambi i casi i prodotti, prima della loro immissione in commercio, devono essere preventivamente autorizzati a livello nazionale o europeo”. E si ricorda che, ai fini di un appropriato utilizzo, “i vari prodotti per la disinfezione (con specifiche proprietà nei confronti dei microrganismi), sono diversi dai detergenti e dagli igienizzanti con i quali, pertanto, non vanno confusi”.
Si indica poi che i presidi medico-chirurgici (PMC) disponibili in commercio sul territorio nazionale per la disinfezione della cute e/o delle superfici “sono, per la maggior parte, a base di principi attivi come ipoclorito di sodio, etanolo, propan-2-olo, ammoni quaternari, clorexidina digluconato, perossido di idrogeno, bifenil-2-olo, acido peracetico e troclosene sodico” alcuni dei quali efficaci contro i virus. Inoltre alcuni PMC “sono ad uso esclusivo degli utilizzatori professionali poiché il loro impiego richiede una specifica formazione e l’obbligo di indossare i Dispositivi di Protezione Individuali (DPI); tali prodotti riportano in etichetta la dicitura ‘Solo per uso professionale’. In assenza di tale dicitura il prodotto si intende destinato per l’uso al pubblico”.
Riprendiamo dal documento una tabella con esempi di principi attivi nei disinfettanti (PMC) autorizzati in Italia con riferimento al campo di applicazione:
I prodotti disinfettanti contenenti i principi attivi approvati ai sensi del Regolamento (UE) 528/2012 (BPR, Biocidal Products Regulation) sono autorizzati e disponibili sul mercato europeo classificati come “biocidi”.
Si segnala che per la disinfezione umana e per quella delle superfici “il BPR identifica due distinte tipologie di prodotti (Product Type, PT):
- PT1 per l’igiene umana: “tutti quei “prodotti applicati sulla pelle o il cuoio capelluto, o a contatto con essi, allo scopo principale di disinfettare la pelle o il cuoio capelluto”.
- PT2 per i prodotti destinati alla disinfezione delle superfici: comprende i “prodotti disinfettanti non destinati all’applicazione diretta sull’uomo o sugli animali”.
E il BPR identifica anche altri tipi di disinfettanti (per l’igiene veterinaria – PT3, per le superfici a contatto con gli alimenti – PT4 e per le acque potabili – PT5).
Riguardo ai virus si indica che fra i diversi principi disponibili attivi contro i virus, “l’acido lattico è attualmente autorizzato in Italia per i biocidi per l’igiene umana (PT1) e per le superfici (PT2), mentre il perossido di idrogeno è autorizzato per la disinfezione delle superfici (PT2)”.
Si segnala che “l’efficacia dei prodotti nei confronti dei diversi microrganismi, come ad esempio i virus, deve essere dichiarata in etichetta sulla base delle evidenze scientifiche presentate dalle imprese e pertanto la specifica ‘efficacia dichiarata’ che si riferisce al claim – rivendicazione in etichetta – è stabilita a seguito dell’esame della documentazione presentata al momento della richiesta di autorizzazione del prodotto”. Tuttavia tale dichiarazione “non esclude che lo stesso principio attivo, verificato mediante test mirati, non possa essere attivo anche nei confronti di altri microrganismi”.
Riprendiamo anche in questo caso una tabella con i “principi attivi nei prodotti biocidi autorizzati attualmente in Italia”:
Il rischio chimico e le indicazioni delle etichette
Il rapporto si sofferma poi sulla sicurezza ricordando che tutti i prodotti pericolosi, prima di essere immessi sul mercato dell’Unione Europea devono essere classificati, etichettati e imballati in accordo con le disposizioni del Regolamento CLP.
I prodotti vengono classificati “tenendo in considerazione le loro proprietà pericolose e, più precisamente, i pericoli fisici, quelli per la salute e per l’ambiente ed ulteriori pericoli. Una volta identificate le proprietà pericolose di una sostanza o di una miscela, queste devono essere classificate di conseguenza ed i relativi pericoli vengono comunicati a tutti gli attori della catena di approvvigionamento inclusi i consumatori”.
Infatti l’etichetta apposta sul prodotto “contiene le informazioni necessarie ad avvertire i consumatori, e in generale tutti gli utilizzatori, inclusi quelli professionali, della presenza di un pericolo e conseguentemente della necessità di gestire i rischi associati”.
In particolare l’obbligo di etichettatura si applica “se la sostanza o la miscela si classifica pericolosa, o se la miscela contiene una o più sostanze classificate come pericolose, al di sopra di una determinata soglia. Le prescrizioni generali in materia di etichettatura stabilite dal CLP si applicano ai disinfettanti autorizzati ma anche ai detergenti o igienizzanti in libera vendita”.
Il rapporto rimanda poi al sito del Centro Nazionale Sostanze Chimiche dell’ISS dove sono riportate alcune indicazioni riguardanti i prodotti pericolosi e la produzione di disinfettanti “fai da te”: “per questi ultimi le indicazioni riguardano il pericolo nel manipolare sostanze e prodotti che necessitano di particolari cautele anche quando a manipolarle sono persone qualificate e dotate degli opportuni DPI”.
Il meccanismo di azione dei disinfettanti contro i virus
Veniamo infine ai meccanismi di azione dei disinfettanti contro i virus.
L’ISS sottolinea che il coronavirus (ai quale appartiene l’agente eziologico di COVID-19) “sono microrganismi dotati di involucro (envelope) e, contrariamente a quanto potrebbe sembrare, i virus di questo tipo sono normalmente meno resistenti dei cosiddetti virus ‘nudi’ cioè senza involucro”:
- virus senza involucro “sono resistenti alle alte temperature, agli acidi, ai detergenti e all’essiccamento”.
- virus con involucro (inclusi i coronavirus), “i quali sopravvivono più a lungo in ambiente umido e si diffondono mediante le gocce d’acqua, sono distrutti sia da acidi, detergenti, disinfettanti, essiccamento e calore”.
In questo senso un disinfettante che rivendica “un’azione virucida (claim), include sempre l’efficacia contro virus con involucro. Al contrario, un disinfettante che presenti un claim di azione solo contro virus con involucro potrebbe non essere efficace contro virus ‘nudi’ (senza involucro) più resistenti”.
Il Rapporto segnala che ogni principio attivo agisce mediante un preciso meccanismo di azione anche se può essere relativamente poco specifico.
Si riportano alcuni esempi di azione di alcune sostanze:
- “l’etanolo ad alte concentrazioni è un potente agente virucida in grado di inattivare tutti i virus lipofili (virus vaccinico, herpes e virus dell’influenza) e anche molti virus non lipofili (adenovirus, rotavirus, enterovirus, ma non il virus dell’epatite A);
- il propan-2-olo (alcol isopropilico) è attivo solo contro i virus lipofili;
- il perossido di idrogeno produce radicali liberi che attaccano gli involucri lipidici e il DNA”.
In ogni caso i virus “finché non entrano nelle cellule ospiti (quando cioè infettano l’uomo o gli animali) hanno pochi modi per difendersi dagli attacchi esterni. Pertanto, anche il solo essiccamento causato dall’alcol o i danni causati dal perossido di idrogeno possono essere sufficienti a distruggerli”.
Riguardo poi all’emergenza COVID-19 si indica che, sebbene non siano disponibili dati specifici sull’efficacia contro il SARS-CoV-2, “diversi agenti antimicrobici disinfettanti sono stati testati su alcuni coronavirus, come riportato nella linea guida del Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) che propone, per la decontaminazione delle superfici dure, l’uso di ipoclorito di sodio allo 0,1% dopo pulizia con acqua e un detergente neutro mentre, per quanto riguarda le superfici che potrebbero essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, l’uso di prodotti a base di etanolo al 70% (non specificato se p/p o v/v) sempre dopo la pulizia con acqua e detergente neutro”. E risultati simili “sono stati ottenuti utilizzando detergenti di uso domestico contenenti sodio lauriletere solfato, alchil poliglicosidi e ammide,cocco,N,N-bis(idrossietil)”
Concludiamo questa presentazione sull’uso dei disinfettanti con alcune indicazioni tratte da due studi:
- uno studio su due coronavirus diversi dal SARS-CoV-2, che ha confrontato diversi agenti disinfettanti, ha dimostrato “che quelli con concentrazione di etanolo al 70% (non specificato se in p/p o v/v) sono più efficaci su due diversi coronavirus (virus dell’epatite di topo e virus della gastroenterite trasmissibile) dopo un minuto di contatto su superfici dure rispetto all’ipoclorito di sodio allo 0,06% v/v”.
- uno studio ha confermato che virus come SARS coronavirus (non dimostrato su SARS-CoV-2) “possono ‘sopravvivere’ sulle superfici dure fino a nove giorni; la disinfezione delle superfici con soluzioni di ipoclorito di sodio allo 0,1% o di etanolo fra 62-71% (non specificato se p/p o v/v) o di perossido di idrogeno allo 0,5% risultano efficaci dopo un minuto di esposizione”. Si segnala tuttavia che “la riduzione logaritmica del titolo virale, osservata con l’utilizzo di etanolo tra il 62 e il 71% in condizioni sperimentali, non è sempre in linea con gli standard europei (norme EN)”.
L’indice del rapporto ISS COVID-19
Riportiamo in conclusione l’indice del Rapporto ISS COVID-19 n. 19/2020.
Destinatari del rapporto
Acronimi
Introduzione
Prodotti disinfettanti: aspetti generali
Presidi medico-chirurgici (PMC)
Biocidi
Principi attivi biocidi contro i virus
Etichetta di pericolo
Meccanismo di azione dei disinfettanti contro i virus
Disinfettanti per la cute e per le superfici
Disinfezione della cute
Disinfezione delle superfici
Prodotti e tempi di azione
Formulazioni OMS per la cute
Formulazioni per la disinfezione delle mani allestite e vendute in farmacia
Modalità di utilizzo dei disinfettanti
Disinfettanti negli Stati Uniti
Vademecum sui disinfettanti
Glossario
Appendice A
A1 Legislazione nazionale e comunitaria relativa ai disinfettanti
A2 Deroghe dall’autorizzazione secondo l’art55(1) del Regolamento (EU) 528/2012
A3 Disinfettanti in commercio con ipoclorito di sodio, alcool etilico o perossido di idrogeno notificati all’Archivio Preparati Pericolosi dell’ISS
A4 Elementi dell’etichettatura dei principi attivi più usati nei PMC per la disinfezione di cute e superfici
A5 Corrispondenza della concentrazione di principio attivo Etanolo (v/v o p/p)
Bibliografia
Scarica il documento da cui è tratto l’articolo:
Gruppo di lavoro ISS Biocidi COVID-19, “ Raccomandazioni ad interim sui disinfettanti nell’attuale emergenza COVID-19: presidi medico-chirurgici e biocidi”, Versione del 25 aprile 2020 – Roma: Istituto Superiore di Sanità – 2020 – Rapporto ISS COVID-19, n. 19/2020 (formato PDF, 2.67 MB).
Scarica la normativa di riferimento:
Fonti: Puntosicuro.it, Gazzetta ufficiale, ISS