In una recente conferenza stampa, il generale Roberto Riccardi, capo di questo mirabile comando, ha fatto il punto sulla brillante attività svolta nel 2020.
Nel complesso, nell’arco del 2020 il numero dei reperti archeologici ed altri oggetti artistici, appartenenti al nostro patrimonio nazionale e sottratti dai malviventi, è diminuito rispetto al 2019. La diminuzione è stata dovuta in parte alla pandemia, che ha obbligato molti ricettatori di opere d’arte alla vendita on-line, con i rischi relativi, ma senza meno il motivo principale è da riportare a una costante tendenza alla riduzione dei furti, grazie all’utilizzo di tecniche di alta sicurezza nelle tecnologie di sorveglianza del nostro patrimonio.
Il generale comandante ha riferito che nel 2020 sono stati rubate 287 opere d’arte, in diminuzione rispetto alle 345 del 2019 le 474 del 2018.
Nel frattempo, i carabinieri hanno recuperato più di mezzo milione di reperti, di un valore approssimato superiore ai 300 milioni di euro, nell’arco del 2020, inclusi più di 1000 quadri e più di 7000 sculture. Nel 2019 sono stati recuperati 900.000 reperti con un valore complessivo stimato attorno ai 103 milioni di euro.
Particolarmente fruttuosa è stata l’attività di indagine on-line, che ha permesso di recuperare più di 12.000 reperti.
Il generale comandante ha dichiarato che con ogni probabilità i fenomeni pandemici hanno avuto un effetto di contenimento sull’attività dei malviventi, soprattutto perché molti musei, gallerie, biblioteche e luoghi di culto sono rimasti chiusi per lungo periodi, riducendo quindi l’opportunità di rubare le opere in esposizione.
Anche i negozi di antiquariato e le case d’asta hanno chiuso, diminuendo le opportunità di vendita di opere rubate.
Con l’occasione, il comandante ha ricordato che i carabinieri hanno costruito un catalogo elettronico, nel quale sono riportati più di 1, 3 milioni di opere d’arte rubate. Questo archivio elettronico è il più ricco e il più antico esistente al mondo. Esso verrà ulteriormente migliorato, a breve, con un applicativo automatico, che effettuerà un confronto automatico fra la descrizione delle opere offerte sul Web con la descrizione delle opere archiviate nel catalogo.
Questo progetto ambizioso è stato finanziato con ben 5 milioni di euro dall’unione europea e sarà disponibile anche ad altre forze di polizia, come ad esempio l’Interpol.
Nel contempo, è stata attivata una stretta collaborazione fra la soprintendenza archeologica di Pompei e i carabinieri, per mettere a punto tecniche avanzate di monitoraggio delle aree archeologiche, utilizzando dei droni. Combinando le immagini catturate dai satelliti e quelle catturate dalle telecamere dei droni, i carabinieri hanno potuto completare un’indagine sui furti avvenuti in un sito archeologico greco in Calabria. L’indagine ha portato all’arresto di 23 persone e al recupero di 104 reperti, già sparpagliati in vari paesi.
Ancora una volta, apprezziamo la competenza di questo comando ed il valore aggiunto della tecnologia, in fase di prevenzione e protezione dei furti in danno del nostro patrimonio culturale.