Informazioni sulle strategie e sull’organizzazione della prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro nella Regione Lombardia attraverso un report relativo al Piano Regionale lombardo 2014-2018.
PuntoSicuro ha già presentato in un precedente articolo il Piano regionale 2014-2018 per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro della Regione Lombardia, approvato con D.g.r. 20 dicembre 2013 n. X/1104, un piano con cui la Lombardia ha presentato le linee direttive sui temi riguardanti la salute e la sicurezza dei lavoratori.

Torniamo oggi a soffermarci sul Piano regionale lombardo sia per sottolineare la presenza di uno spazio web, sul sito della Regione Lombardia, dedicato al piano di programmazione quinquennale, sia per segnalare la pubblicazione di un report di metà mandato relativo al piano.

Nello spazio in rete si indica che il Piano Regionale 2014-2018 per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro è stato redatto partendo dai principi di:

– semplificazione, “intesa quale superamento degli aggravi amministrativi e burocratici a vantaggio, dell’applicazione efficace delle norme esistenti; dell’uniformità degli interventi di controllo effettuati dagli organi di vigilanza; dell’offerta di servizi telematici al cittadino/impresa; del confronto costante tra Istituzioni e Parti Sociali per il superamento delle criticità;

– sostenibilità, mediante l’adozione volontaria da parte delle imprese di politiche di Responsabilità Sociale d’Impresa, la promozione nelle aziende delle buone prassi esistenti nonché la valorizzazione di percorsi virtuosi di autocontrollo;

– intersettorialità, intesa come collaborazione e coordinamento fra tutti i soggetti coinvolti nonché come ricerca da parte della Direzione Generale Salute di un approccio trasversale alla materia”.

Si sottolinea poi che obiettivi principali del Piano sono “la riduzione del tasso infortunistico e delle malattie professionali e il sostegno alle imprese mediante la semplificazione dell’azione delle istituzioni con competenza in materia”. E per il raggiungimento degli obiettivi, la Regione “ha messo in campo una rete di operatori (‘peer network’ o ‘rete dei pariì) volta a consolidare un metodo di condivisione – tra i diversi attori (istituzioni, imprese, organizzazioni sindacali, ecc.) – delle strategie e degli indirizzi comuni, stimolando partecipazione e consenso”.

Veniamo ora brevemente al “Piano Regionale 2014-2018 per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro – Report di metà mandato – aggiornamento al 31.12.2015”, un report redatto da Nicoletta Cornaggia, Andrea Paladini, Agostina Panzeri (UO Prevenzione, Struttura Ambienti di vita e di lavoro), Battista Magna (ATS Città Metropolitana di Milano), Claudia Toso (ATS della Brianza).

Con la pubblicazione del report viene proposta una riflessione di metà mandato in relazione all’attuazione del Piano regionale 2014-2018 con particolare riferimento ai presenti temi:

– “l’evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: riflessi sul sistema regionale della Prevenzione;

– strategie e organizzazione della Prevenzione SSL in Lombardia;

– il bilancio misurato attraverso gli indicatori di piano;

– trasversalità d’azione: il PRP 2014-2018;

– il supporto tecnico-scientifico dei Laboratori di Approfondimento istituiti dal PSSL 2014-2018”.

Non ci soffermiamo sui risultati relativi della riduzione del fenomeno infortunistico con riferimento anche agli indici di frequenza infortunistica (rapporto tra gli infortuni denunciati e gli occupati). Sono dati aggiornati solo fino al dicembre del 2015 e ricordiamo che alcuni recenti dati Inail relativi ai primi sette mesi del 2017 mostrano come le denunce d’infortunio pervenute all’Istituto e relative alla sola Lombardia registrano un incremento sensibile delle denunce rispetto al 2016 (+2.821 denunce).

Segnaliamo, invece, quanto indicato dal report in merito alle strategie e l’organizzazione della prevenzione salute e sicurezza sul lavoro in Lombardia.

Si indica che i già presentati principi di semplificazione, sostenibilità e intersettorialità sono “principi orientati al rispetto della centralità del lavoratore e dell’impresa, pure inserita in un settore merceologico, che ne valorizzano la partecipazione attiva ai percorsi di prevenzione – intesi nella loro complessità: cura, assistenza, stili di vita, cultura, … – e all’appropriatezza dell’attività di controllo – intesa non solo quale attività repressiva, ma anche di sussidiarietà orizzontale, ovvero di assistenza – che esprimono coerenza con il Piano Nazionale della Prevenzione”.

In particolare le strategie di prevenzione “convergono verso le seguenti sfide:

– garantire equità di offerta e di intervento, ovvero equità di tutela ai lavoratori che, il DLgs 81/08 ha ben insegnato, si distinguono non solo per nazionalità, età, genere, ma anche per l’appartenenza a aziende di differente categoria dimensionale e quindi, a parità di motivazione, di diversa capacità e disponibilità organizzativa,

– migliorare il grado di attuazione delle norme per migliorare, in primis, la capacità di micro e piccole imprese, che caratterizzano la gran parte della realtà economica lombarda, di realizzare interventi efficaci ed efficienti di prevenzione dei rischi,

– migliorare la prevenzione delle malattie legate al lavoro, procedendo nell’analisi dei dati in termini epidemiologici (ex-post), affinando gli strumenti per la ricerca attiva, individuando misure mirate per il contrasto ai rischi (ex-ante), per affrontare i rischi e contrastarne i danni,

– migliorare la conoscenza del contesto socio economico, in particolare tenendo conto dell’ invecchiamento della forza lavoro, per individuare corrette misure di intervento”.

Queste, infine, le linee strategiche individuate, “a partire dal consolidamento delle politiche di salute e sicurezza, e grazie al rafforzamento del coordinamento tra i soggetti con competenza in materia”:

– supportare le imprese, con particolare attenzione alle imprese piccole e micro, nel rispetto normativo, anche attraverso strumenti di assistenza e di indirizzo tecnico-pratico, come linee guida/check list e modelli/schede di autocontrollo;

– migliorare gli interventi di controllo, innalzando il grado di uniformità tra i territori, evitando sovrapposizioni e ridondanze, privilegiando controlli sostanziali a totale superamento delle mere verifiche formali, secondo i principi già sanciti con la dgr n. VIII/4799 del 30 maggio 2007;

– realizzare la semplificazione normativa, eliminando ciò che è puramente formale, mantenendo ciò che costituisce elemento di protezione della salute e sicurezza dei lavoratori;

– innalzare il livello di tutela del lavoratore, tenendo conto dell’ invecchiamento della forza lavoro, delle differenze di genere e di nazionalità, dei rischi stress lavoro-correlato e dei nuovi rischi quali nanomateriali, tecnologia verde e biotecnologie, …;

– affinare la raccolta dei dati e lo sviluppo di strumenti di monitoraggio, quali gli indicatori di performances, e di programmazione, quali algoritmi per l’individuazione delle aziende da sottoporre prioritariamente a controllo.

Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale del report che riporta anche gli elementi caratterizzanti e i primi risultati dei vari laboratori di approfondimento a cui è stato affidato il compito di elaborare indirizzi operativi a carattere tecnico-scientifico, necessari ad impostare nelle aziende interventi preventivi appropriati ed efficaci ad affrontare e ridurre i rischi per la sicurezza e la salute.

Regione Lombardia, “ Piano Regionale 2014-2018 per la tutela della salute e sicurezza sul lavoro – Report di metà mandato – aggiornamento al 31.12.2015”, report redatto da Nicoletta Cornaggia, Andrea Paladini, Agostina Panzeri (UO Prevenzione, Struttura Ambienti di vita e di lavoro), Battista Magna (ATS Città Metropolitana di Milano), Claudia Toso (ATS della Brianza) (formato PDF, 3.34 MB).

Fonti: Regione Lombardia, Puntosicuro.it