Si va verso una proroga di tre mesi (a settembre 2019) delle sanzioni per la fatturazione elettronica ed è stato avviato un tavolo tra Garante Privacy e Agenzia per l’Entrate per risolvere i problemi. Buone notizie, nonostante il caos di questi giorni. Ecco perché

Le notizie di questi giorni ci confermano che l’obbligo di fatturazione elettronica tra privati prosegue il suo cammino verso la data del primo gennaio 2019. Accanto a chi ne agevola l’adozione, provando a costruire un contesto favorevole e un inizio dolce, ci sono anche spinte verso la proroga, le profonde ma tardive riflessioni o lo scaglionamento.

Per esempio emerge che:

si va verso una proroga di tre mesi (a settembre 2019) delle sanzioni per la fatturazione elettronica
ed è stato avviato un tavolo tra Garante Privacy e Agenzia per l’Entrate per risolvere i problemi sulla fatturazione elettronica scoppiati la scorsa settimana.
Ben vengano tutte le iniziative per rendere dolce l’avvio. Personalmente ritengo che, nel caso dell’obbligo di Fatturazione Elettronica, non sia tanto la sanzione a rappresentare una criticità, ma sia solo saper “fare” (oppure no) la Fattura Elettronica. Questo è dirimente, dato che se non Fatturo non posso essere pagato… di conseguenza, se “sono capace” ragionevolmente non saranno 3 mesi di desanzionamento in più a rappresentare un vero benefit. Tuttavia, ribadisco, ben venga ogni iniziativa che porti serenità e tranquillità su questa scadenza.

Ottima soprattutto la notizia che Garante e Ade condivideranno ufficialmente un tavolo tecnico per far convergere le esigenze delle due Istituzioni, recentemente impegnate in un acceso confronto sulla fatturazione elettronica. Attraverso momenti di lavoro congiunto il progetto di Fatturazione Elettronica del nostro paese potrà solo trarne grande beneficio e predisporsi a diventare un nodo importante nella rete su cui l’EU sta disegnando la fatturazione elettronica nel piano di creazione del Mercato Unico Digitale.

Insomma: se da un lato si lavora su norme e tecnologie per ridurre le sanzioni e abbattere le barriere, dall’altro si fa leva sui tempi stretti o la mancanza di garanzie per suggerire rischi per cui valga la pena fermare la macchina.

A oggi, la corazzata dell’obbligo di fatturazione elettronica sembra resistere e avanzare verso la sua meta.

Com’è possibile? È lecito aspettarsi che arrivi a destinazione seppure navighi nelle acque paludose e pericolose del sistema italia, spesso pronto a concedere una proroga piuttosto che a creare malcontenti?

La risposta, nonostante le molteplici rassicurazioni, è difficile.

Certo è, però, che la fatturazione elettronica arriva al momento cruciale della resa dei conti, dopo aver sperimentato un modello di gestazione nuovo e tutt’altro che secondario rispetto all’efficacia che dimostra. Dietro alla Fatturazione Elettronica c’è un multistakeholder Forum, un consesso di esperti legali, fiscali, tributari, di imprese e di processi che provengono dal mondo delle imprese, delle PA, delle Istituzioni, dei provider, delle associazioni di categoria e delle associazioni di impresa.

Questo tavolo ampio e inclusivo, negli anni, ha sempre accettato ogni desiderio di partecipazione e ha sempre ascoltato le posizioni – a volte positive, altre volte critiche ma quasi sempre costruttive – portate dai diversi stakeholder. Una palestra di confronti e anticipazioni dei vincoli che ha accompagnato le attività di innovazione normativa e di processo legate alla Fatturazione Elettronica, per diversi anni. Un percorso che ha portato a identificare miglioramenti, semplificazioni, incentivi e alla fine anche le modalità con cui affrontare al meglio l’introduzione della potente leva dell’obbligo.

Gran merito a MEF e ADE che lo hanno coordinato, vi hanno preso parte e sono riusciti a collezionare esperienze e costruire competenze. Questo modello di “early involvement”, istituito dall’Europa – e alla quale è stato ispirato da alcuni tavoli di confronto nati proprio in Italia – ha fatto da buona palestra. E’ forse anche per questo che l’approccio del “colpo di spugna” all’ultimo minuto si dimostra meno semplice. E forse per questo stesso motivo, oggi ad opporsi alla fazione che vorrebbe la proroga, non ci sono difensori dell’obbligo ma persone che hanno ben chiari i benefici per il paese che possono derivare da un’iniezione di digitalizzazione in procedure e prassi stratificate da anni di abitudini e norme legate al cartaceo.

Fonti: Agenda digitale.eu