Un intervento alla conferenza nazionale sul Regolamento REACH si sofferma sugli scenari di esposizione e sui vari strumenti correlati al regolamento, alla Roadmap CSR/ES e alla rete ENES: mappe d’uso, SWEDs, SPERCs, SCEDs, …
Il regolamento REACH ( Regolamento 1907/2006) prevede l’elaborazione di Scenari di Esposizione (SE) da allegare alle Schede Dati di sicurezza (SDS). E tale scenario di esposizione “è la base per una stima quantitativa dell’esposizione e lo strumento attraverso cui si realizza una parte importante della comunicazione nella catena di approvvigionamento tra produttore/importatore e utilizzatori a valle”. Uno scenario che “deve includere i parametri principali che determinano i rilasci della sostanza e di conseguenza l’esposizione, i cosiddetti determinanti”.
A ricordarlo, soffermandosi anche su reti di scambio e vari strumenti pratici, è un intervento alla “ 5a Conferenza nazionale sull’attuazione del Regolamento REACH” organizzata dal Ministero della Salute, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Ministero dello Sviluppo Economico con il supporto dell’Agenzia ENEA, l’Istituto Superiore di Sanità e l’ISPRA. Un incontro che si è tenuto a Roma il 16 novembre 2016 e che ha permesso anche di ricordare e condividere buone pratiche in relazione alla scadenza del 31 maggio 2018. Ricordiamo che entro questa data dovranno essere registrate tutte le sostanze prodotte o importate in quantitativi compresi tra 1 e 100 tonnellate all’anno.
In “La Rete di scambio ENES: scenari di esposizione e schede di sicurezza”, a cura di Roberto Carletti e Stefano Castelli (ENEA), si ricorda che gli scenari di esposizione nel Regolamento REACH “sono importanti strumenti per migliorare la sicurezza nell’uso dei prodotti chimici”. E “forniscono informazioni su come l’esposizione alle sostanze di lavoratori, consumatori e ambiente può essere controllata”.
Altre indicazioni sugli scenari di esposizione:
– “uno SE deve includere i parametri principali che determinano i rilasci della sostanza e di conseguenza l’esposizione, i cosiddetti determinanti;
– i determinanti sono divisi in due categorie: le condizioni operative (OC) e le misure di gestione del rischio (RMM);
– le OC si riferiscono a strumenti o parametri che agiscono durante la produzione o l’uso di una sostanza che possono avere un impatto sull’esposizione dell’uomo o dell’ambiente;
– le RMM includono ogni azione e strumento che è introdotto durante la produzione o l’uso di una sostanza per prevenire e/o controllare/ridurre l’esposizione dell’uomo o dell’ambiente;
– gli SE sono sviluppati per diverse fasi del ciclo di vita come la produzione della sostanza, tutti gli usi del produttore/importatore e degli utilizzatori a valle, le varie fasi del ciclo di vita derivanti dalla manifattura e dagli usi identificati”.
Il documento si sofferma poi sulla Roadmap CSR/ES.
Infatti si segnala che l’Agenzia europea per le sostanze chimiche ( ECHA) e gli stakeholder interessati “hanno sviluppato un piano per migliorare il contenuto e l’uso degli scenari di esposizione durante gli anni 2013-2018 chiamato CSR/ES Roadmap”. E a questo proposito “organizzazioni industriali e stati membri si sono impegnati in un importante sforzo collaborativo” condividendo una “visione di come l’informazione sui prodotti chimici possa essere comunicata lungo la catena di approvvigionamento per promuovere l’uso sicuro dei prodotti chimici”.
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Queste le aree di intervento:
– migliorare la comprensione da parte degli stakeholder dell’uso pratico delle informazioni contenute nel CSR e negli SE;
– identificare le informazioni delle quali i registranti hanno bisogno dagli utilizzatori a valle e migliorare la comunicazione lungo la catena di approvvigionamento;
– sviluppare strumenti IT per supportare una efficiente generazione e comunicazione dell’informazione sull’uso sicuro;
– supportare i formulatori nel consolidare le informazioni ed armonizzare gli SE;
– supportare gli utilizzatori finali ed incrementarne la consapevolezza. Migliorare la presentazione degli SE delle miscele”.
Viene poi presentata la rete ENES.
Si indica che la Exchange Network on Exposure Scenarios (ENES) è una rete ampia “che fornisce la possibilità di scambiare informazioni tra esperti, discutere e testare le azioni individuate nella CSR/ES roadmap”. È una rete che è stata istituita dall’ECHA insieme a varie organizzazioni di settore allo scopo di “condividere conoscenze, tecniche e approcci per la realizzazione e l’applicazione di scenari d’esposizione (ai sensi del regolamento REACH)”. E nella rete e nei meeting ENES si affrontano temi su vari strumenti come mappe d’uso settoriali, SWEDs, SPERCs, SCEDs, strumenti IT (information technology) per l’uso delle informazioni, SE per miscele, linee guida, …
A questo proposito il relatore riporta utili informazioni su:
– mappe d’uso: “la funzione delle mappe d’uso settoriali è quella di collegamento tra chi registra e i DU” (utilizzatori a valle). “Per chi registra è di aiuto nella compilazione di SDS/SE, per i DU per comprendere le informazioni contenute dentro le SDS/SE”. Si presentano fisicamente “come una tabella dove nelle righe sono definiti i vari usi del settore che ha preparato tale tabella, e nelle colonne sono riportati gli elementi che descrivono gli usi, divisi tra elementi che identificano l’uso, elementi che definiscono le condizioni d’uso ed elementi aggiuntivi per una più raffinata valutazione dell’esposizione. Le mappe d’uso sono pensate come uno strumento fondamentale per una comunicazione realmente efficace e non ambigua delle informazioni lungo la catena di approvvigionamento. Cruciale sarà il lavoro delle associazioni di categoria che saranno l’anello di congiunzione tra DU e registranti”;
– SWEDs (sector-specificworker exposure descriptions): “sono una descrizione sintetica e codificata degli usi industriali. Vantaggi: permettono ai registranti di valutare l’esposizione nei confronti dei lavoratori; consentono un più efficiente passaggio delle informazioni dai singoli DU ai registranti (tramite le associazioni di categoria); consentono ai DU di leggere in modo corretto le informazioni che ricevono dai registranti contenute negli SE”. Le SWEDs “aiutano i registranti a preparare buoni CSA” (Chemical Safety Assessment) e “sono utili anche per preparare le cosiddette SUMI per scenari per miscele. È necessario il lavoro delle associazioni al fine di definire dei buoni template”. L’uso delle SWEDs “faciliterà non solo lo sviluppo degli SE ma anche dei «contributing scenario» (CS)”;
– SPERCs (SPecific Environmental Release Categories): “sono delle categorie specifiche ambientali che definiscono una stima del rilascio ambientale. rappresentano una evoluzione delle ERCs che avevano lo stesso scopo ma che costituivano delle categorie più ampie e quindi avevano delle stime molto più conservative. Le SPERCs, implementate in alcuni modelli di valutazione, “permettono di definire il rischio rispetto all’ambiente in maniera più precisa”;
– SCEDs (specific consumer exposure determinants): “sono dei descrittori espositivi specifici per consumatori”. Il loro uso all’interno dei modelli di valutazione “serve a definire meglio il rischio per la salute della categoria consumatori. Un miglioramento delle SCEDs proposto è quello di definire e inserire la categoria degli «usi infrequenti»”;
– Strumenti IT/Escom Package: “per garantire un passaggio delle informazioni efficace è stato deciso di operare attraverso un sistema che standardizzi la scrittura delle informazioni e il relativo flusso. Il sistema IT di codifica scelto è chiamato «Escom Xml Standard». Il sistema di scrittura delle informazioni è chiamato «escom phrase» catalogue. Le due parti unite costituiscono il sistema «escom package». Il sistema «escom phrase catalogue» è un database dove vengono raccolte tutte le frasi standard: usi, condizioni d’uso, misure di gestione del rischio”.
L’intervento si sofferma anche su altri strumenti come il CHESAR che facilita la costruzione di CSA/CSR da parte degli utenti, sia nell’editare i dati (condizioni operative o misure di gestione del rischio) attraverso menu a tendina, sia nell’automazione per la creazione di SE”.
E la relazione, che vi invitiamo a leggere integralmente, si sofferma infine anche sulla revisione delle linee guida e sui metodi per scenari di esposizione per miscele:
– metodologia top-down: “si compone di due algoritmi (ambientale e occupazionale) che incorporano negli SE informazioni relative alla classificazione della sostanza (CLP), parametri tipo DNEL, OEL, tensione di vapore, allo scopo di identificare i lead component, le sostanze che determinano il rischio nella miscela. Obiettivo: determinare un insieme di OC/RMM che assicurino l’uso sicuro della miscela”;
– metodologia bottom-up: “approccio più semplice”. Si basa “su scenari generici già sviluppati dai settori per miscele, in modo da facilitare il lavoro per le singole aziende che si riconoscono in detti scenari”.
E si segnala l’uso delle cosiddette SUMI (safe use mixture information): “sono un sistema di condizioni operative e RMM che garantiscono l’uso sicuro delle miscele se il DU si riconosce nei limiti in esse descritti”.
“ La Rete di scambio ENES: scenari di esposizione e schede di sicurezza”, a cura di Roberto Carletti e Stefano Castelli (ENEA), intervento alla quinta conferenza nazionale sull’attuazione del Regolamento REACH.
Fonti: Puntosicuro.it