Informazioni per la valutazione dei rischi secondo il modello delle procedure standardizzate nel comparto dell’estetica. Focus sul sovraccarico biomeccanico e sull’esposizione a sostanze chimiche pericolose e ad agenti biologici.
Il settore del benessere in Italia, come presentato in occasione dell’ottava edizione di Rimini Wellness, una fiera dedicata all’estetica, rappresenta un giro d’affari che coinvolge circa 70mila addetti e più di 35mila imprese tra istituti di bellezza, centri idrotermali, stabilimenti per il benessere fisico, piscine hotel con area wellness, stabilimenti balneari attrezzati. E a questi si aggiungono gli oltre 3.000 esercizi ricettivi presenti nelle località termali. Inoltre, secondo altri dati, “il 13% degli italiani frequenta con costanza un centro estetico, mentre quasi 11 milioni di italiani spendono o si dichiarano pronti a spendere fino a 1.200 euro all’anno per prodotti e servizi per migliorare e proteggere l’aspetto fisico”.
A raccontare in questo termini il settore del benessere e specialmente a fornire utili informazioni sulla sicurezza nel comparto dell’estetica è un documento – prodotto dal servizio di Prevenzione Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro (PISLL) dell’ Azienda USL 3 di Pistoia in collaborazione con OPTA (Organismo paritetico territoriale dell`artigianato) Pistoia e associazioni datoriali e sindacali – dal titolo “Salute e sicurezza estetiste: indicazioni per la valutazione dei rischi secondo il modello delle procedure standardizzate”.
La pubblicazione, che prende spunto dal documento ministeriale che definisce le procedure standardizzate cercando di adattarlo alle esigenze del comparto dell’estetica, è uno strumento “semplice ed efficace per il processo della valutazione dei rischi all’interno delle piccole imprese”. Anche se chiaramente “non esaurisce l’esame di tutti i rischi che si possono presentare e non definisce l’esito di tale processo, che deve essere verificato caso per caso”.
Nell’introduzione del documento si evidenziano poi alcune problematiche spesso sottovalutate nel settore, soprattutto quelle “legate alla postura o al sovraccarico biomeccanico degli arti superiori, che potrebbero essere risolte con una più efficace organizzazione del lavoro (per esempio, rotazione sui compiti o razionalizzazione degli spazi di lavoro) o attraverso semplici accorgimenti”. È infatti emerso che nella scelta degli arredi o nella progettazione del layout dei saloni, “l’attenzione è rivolta soprattutto agli elementi estetici e al benessere del cliente, ciò induce spesso a trascurare la necessità di assumere posture corrette durante il lavoro. In questo scenario la prevenzione dei disturbi correlati al lavoro ha bisogno in primo luogo di una corretta valutazione dei rischi ai fini dell’individuazione e della conseguente diffusione di regole tecniche e/o procedurali che possano diventare un utile riferimento per i lavoratori del settore”. Vengono poi sottolineati, tra gli altri, anche i rischi legato all’esposizione ad agenti biologici per gli operatori dei centri estetici.
Per favorire la valutazione dei rischi, dopo aver riportato una scheda per l’individuazione dei pericoli presenti in azienda, il documento riporta anche alcune possibili misure di prevenzione e protezione.
Ad esempio riguardo al sovraccarico biomeccanico dorso-lombare da posture incongrue e degli arti superiori da movimenti ripetuti sono necessari:
– “spazi di lavoro adeguati;
– poltrone regolabili in altezza o postazioni differenziate in relazione all’altezza del cliente;
– lettini regolabili in altezza o postazioni differenziate in relazione all’altezza e alla posizione dell’operatore;
– uso di un tavolo di dimensioni adeguate e di una poltrona professionale dotata di rotelle e di un buon sostegno lombare (regolabile) per le attività di onicotecnica, manicure e pedicure;
– utilizzare attrezzi ergonomici, con rivestimenti che garantiscano una presa migliore e di dimensioni adeguate alla grandezza della mano;
– organizzare la rotazione tra gli operatori consentendo pause regolari;
– informazione e formazione dei lavoratori”.
Un allegato al documento fornisce informazioni per la valutazione preliminare del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori.
Ci soffermiamo poi sulle misure per l’esposizione a sostanze chimiche pericolose:
– prediligere prodotti non classificati come pericolosi, dichiaratamente ipoallergenici;
– quando si eseguono particolari fasi di lavorazione (ad esempio in caso di lunghi lavori di limatura delle unghie, uso di solventi per unghia nell’onicotecnica, uso di sostanze chimiche per la disinfezione) è necessario garantire una buona qualità dell’aria nell’ambiente attraverso un sufficiente ricambio dell’aria tramite ventilazione naturale o in alternativa prevedendo una postazione di lavoro con aspirazione localizzata (cappa aspirante o tavolo ad aspirazione integrata);
– l’applicazione di cosmetici, coloranti, lozioni e l’uso di solventi per smalto devono avvenire in ambiti dove è assicurato un efficiente ricambio dell’aria; gli operatori comunque devono operare con il viso alla maggior distanza possibile dal punto di applicazione;
– rispettare le avvertenze riportate sulle confezioni dei prodotti cosmetici o le indicazioni delle schede dati di sicurezza fornite dal fabbricante dei prodotti chimici utilizzati;
– assicurarsi che i prodotti abbiano coperchi a chiusura ermetica, e che vengano sempre richiusi e conservarli in contenitori adeguatamente etichettati in luogo opportuno, quali appositi armadietti;
– informazione e formazione dei lavoratori”.
Inoltre come misure di protezione si indica che è bene utilizzare, ove possibile, postazione di lavoro con aspirazione localizzata (cappa aspirante).
Inoltre:
– “per l’onicotecnica deve essere previsto un sistema di aspirazione localizzata nella zona di trattamento delle unghie e applicazione delle resine (tavolo ad aspirazione integrata);
– utilizzo di guanti conformi alla norma UNI EN 420;
– preferire ai guanti in lattice l’utilizzo di guanti in vinile o nitrile, in quanto sono più resistenti agli strappi e alle punture, offrono una migliore protezione e non presentano fenomeni allergizzanti;
Anche in questo il documento ha uno specifico allegato per la valutazione del rischio chimico.
Infine parliamo dell’esposizione ad agenti biologici (contatto con liquidi biologici quali sangue, pus, sudore, sebo) e parassiti.
Queste le misure di prevenzione:
– è opportuno informarsi in merito allo stato di salute ed eventuali patologie di rilievo, nel rispetto delle norme sul trattamento dei dati personali;
– ispezionare visivamente e con i guanti lo stato di salute della cute dei clienti, verificando la presenza di ferite, tagli, strani arrossamenti, parassiti, micosi, ecc, al fine di evitare rischi di natura biologica;
– utilizzare strumenti monouso, nel caso non fosse possibile, effettuare con massima cura la pulizia, la disinfezione e la sterilizzazione degli strumenti di lavoro, in particolare dopo ogni uso, lavare, disinfettare e sterilizzare le forbici, e tutti i materiali metallici utilizzati;
– le apparecchiature elettromeccaniche e le attrezzature in genere sono tenute in buone condizioni igieniche in ogni loro parte;
– ogni componente dell’apparecchiatura che ha un contatto diretto con l’utente, se non è monouso: è rimovibile in modo da poter essere sostituita dopo ogni prestazione e preliminarmente alla successiva utilizzazione; è sottoposta a trattamenti di lavaggio, di spazzolatura e di sterilizzazione/disinfezione secondo le procedure stabilite in rapporto al tipo di materiale in cui è realizzata;
– cambiare, per ogni cliente, asciugamani e biancheria, che andranno opportunamente disinfettati, o usare materiale monouso;
– è consigliata la vaccinazione contro malattie infettive trasmesse per via ematica (ad esempio epatite B);
– informazione e formazione dei lavoratori”.
E come misura di protezione si accenna all’ utilizzo di guanti conformi alla norma UNI EN 420. Anche in questo caso “preferire ai guanti in lattice l’utilizzo di guanti in vinile o nitrile, in quanto sono più resistenti agli strappi, alle punture ed alle sostanze chimiche, offrono una migliore protezione e non presentano fenomeni allergizzanti”.
Un allegato è dedicato alla valutazione del rischio biologico.
Concludiamo ricordando che il documento si sofferma anche su vari altri fattori di rischio per la salute e la sicurezza:
– luoghi di lavoro: spazi sufficienti, illuminazione adeguata, ricambi d’aria, arredi ergonomici;
– agenti fisici: rumore, vibrazioni, radiazioni ottiche artificiali;
– stress correlato al lavoro: ritmi di lavoro;
– ambienti di lavoro: spazi inadeguati, ingombri delle vie di circolazione, assenza di vie e uscite di emergenza, rischio scivolamento e caduta;
– uso di attrezzature di lavoro;
– impianto elettrico;
– rischio infortunistico da posture incongrue e prolungate nel tempo;
– rischio di ferite da taglio a mani o altre parti del corpo per l’uso di rasoi e forbici.
Azienda USL 3 di Pistoia, “ Salute e sicurezza estetiste: indicazioni per la valutazione dei rischi secondo il modello delle procedure standardizzate” a cura del servizio di Prevenzione Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro (PISLL) USL 3 di Pistoia, in collaborazione con OPTA Pistoia, RSLT presso OPTA Pistoia, Confartigianato, CNA, Datori di lavoro rappresentanti di categoria, edizione 2014
Fonti: Puntosicuro.it, OPTA Pistoia, USL 3 Pistoia