Sovente i dipendenti possono essere inviati all’estero in missione, anche in zone critiche. In questo caso essi devono essere debitamente preparati a fronteggiare possibili rischi, grazie ad un adeguato programma di formazione. Di Adalberto Biasiotti.
Chi scrive, in qualità di esperto Unesco per la protezione patrimonio culturale, viaggia assai spesso all’estero, anche in zone non particolarmente tranquille. Questa la ragione per la quale il Dipartimento safety e security delle Nazioni Unite (i lettori prendano buona nota!) ha messo a punto un programma di formazione specifico, che occorre obbligatoriamente superare, a pena di interdizione di effettuare missioni all’estero.
Una articolata illustrazione di come funziona questo programma di formazione può essere utile per le molte aziende italiane, soprattutto quelle di piccole e medie dimensioni, che possono avere occasione di inviare all’estero i propri tecnici.
Tanto per cominciare, tutti gli esperti Unesco in missione all’estero sono assicurati contro i rischi di infortuni e morte dai Lloyd’s. Una clausola specifica della polizza impone che la validità della copertura assicurativa sia soggetta alla validità dei certificati di addestramento, che vengono rilasciati dal servizio safety e security. Questi certificati hanno una durata massima di tre anni.
I corsi sono tenuti a distanza e sono disponibili in una decina di lingue diverse, per favorire la massima partecipazione.
I corsi disponibili, che ho tutti superato, sono i seguenti:
- sicurezza di base sul campo,
- sicurezza avanzata sul campo,
- sicurezza informatica di base,
- sicurezza informatica avanzata.
Questi ultimi due corsi sono stati inseriti soltanto da qualche anno, a testimonianza del fatto che oggi il personale in missione porta seco preziose informazioni, indispensabili per svolgere la propria attività sul campo, ma che potrebbero anche essere utili a soggetti terzi, normalmente non autorizzati ad accedere a tali dati.
Il corso viene tenuto in modalità e-learning e viene suddiviso in varie parti. Al termine di ogni parte viene sottoposto un questionario, che deve essere correttamente compilato, per poter passare alla fase successiva.
Dopo tre o quattro fasi, a seconda del tipo di corso, viene presentato il questionario finale.
Per ottenere l’attestato occorre rispondere correttamente ad un’elevata percentuale di domande.
Vediamo adesso quali sono i temi trattati nei vari moduli formativi.
Sicurezza di base sul campo
E’ un modulo che introduce il partecipante alla architettura di security delle Nazioni Unite, nei vari paesi del mondo. Ricordo al proposito che i paesi sono divisi in tre categorie, rispettivamente paesi per i quali l’accesso è libero, paesi per i quali l’accesso è consentito solo previa autorizzazione del chief security officer locale, con eventuale proibizione di recarsi in alcune parti del paese, ed infine in paesi in cui non è possibile introdursi.
Ad esempio, durante un percorso di addestramento di tecnici libici, che ho tenuto nella prima metà del 2016, i tecnici libici sono stati trasportati a Tunisi e l’addestramento è stato effettuato lì, in quanto ai docenti non era consentito l’ingresso in Libia.
Come regola generale, appena ci si reca nel paese occorre prendere contatto con il chief security officer locale, comunicando tutti i propri riferimenti. In alcuni paesi può essere dato in comodato d’uso un apparato telefonico satellitare, per garantire la continuità della comunicazione, anche in zone non coperte dalla telefonia cellulare tradizionale.
Per quanto mi riguarda, oltre evidentemente a rispettare queste indicazioni, prendo sempre contatto con l’ambasciata italiana, che è sempre lieta di mettersi a disposizione, in caso di bisogno. Al proposito, vale la pena tuttavia di sottolineare che un cittadino italiano in missione all’estero come esperto Unesco, a tutti gli effetti opera sotto l’ombrello Unesco, e non sotto l’ombrello dell’ambasciata.
I contenuti di questo corso riguardano comportamenti elementari, come ad esempio le modalità con cui ci si può trasferire dall’albergo all’ufficio, come si deve prendere un taxi, come si deve gestire il contante, come si deve aver cura della sicurezza dell’ambiente in cui si vive e via dicendo. Un caso particolare preso in attenta esame riguarda la possibilità di una aggressione stradale; è un problema drammatico per un uomo, ma lo è ancora di più per una donna.
Sicurezza avanzata sul campo
Qui si entra in un terreno assai più delicato, perché vengono date indicazioni su come ci si deve spostare all’interno della nazione ospitante, come si devono eventualmente organizzare convogli di sicurezza, sotto la protezione delle forze armate delle Nazioni Unite, come ci si deve comportare in caso di aggressione o addirittura di rapimento. Un tipico scenario che viene preso in considerazione il seguente:
State viaggiando su una jeep in un terreno desertico. A bordo vi è l’autista e l’interprete locale. Una banda di terroristi vi ferma e uccide l’autista e interprete, vi porta via portafoglio e cellulare e si allontana con la jeep; a questo punto che si fa?
Sicurezza informatica di base
È bene non dimenticare che gli esperti Unesco che vengono mandati in missione possono essere, ad esempio, esperti di restauro o di archeologia e non necessariamente di informatica. Ecco perché è indispensabile offrire loro alcune raccomandazioni di base, che per i giovani d’oggi sono forse scontate, ma che per soggetti aventi un’età ed una pregressa esperienza ben diverse, potrebbero essere tutte da scoprire.
Si parte quindi dal concetto di avere sempre a disposizione delle copie di backup dei propri dati, di non lasciare mai computer all’interno della camera di albergo e di tenere sempre separati i dati su computer dai dati archiviati nelle copie di backup. L’utilizzo di antivirus, sempre aggiornati, e ovviamente obbligatorio.
Sicurezza informatica avanzata
In questo caso vengono offerte istruzioni molto più sofisticate, che prevedono ad esempio la protezione criptografica dei dati, l’utilizzo di chiavette USB anch’esse protette con algoritmi criptografici, e via dicendo.
Particolare attenzione viene prestata ai rischi legati all’utilizzo di smartphone, sui quali potrebbero essere archiviati dati riservati. Anche in questo caso vengono date preziose informazioni.
Come i lettori hanno visto, percorsi del genere possono essere estremamente utili a qualsiasi tecnico si rechi all’estero, anche indipendentemente dal fatto che possa recarsi in zone a rischio più o meno elevato.
Come più volte ebbe occasione di ricordare un celebre procuratore della Repubblica di Torino, l’obbligo di tutela nei confronti dei dipendenti, che incombe al datore di lavoro, al responsabile del servizio prevenzione e protezione ed al responsabile della security, si estende a tutti i campi di attività, in cui il dipendente sia chiamato ad operare, per ordine e conto dell’azienda datrice di lavoro.
Infine offro ai lettori una copia dell’attestato che viene rilasciato dal servizio safety e security delle Nazioni Unite.
Adalberto Biasiotti