Un intervento si sofferma sulle strategie di prevenzione nazionale con particolare riferimento al ruolo del Ministero della salute. Il sistema istituzionale, il futuro piano nazionale della prevenzione e le strategie nazionali ed europee.

Riguardo al sistema istituzionale, agli attori in gioco e alle strategie in essere, “bisogna guardare all’universo della salute e sicurezza sul luogo di lavoro come ad un puzzle in cui ogni tessera ha un ruolo ma ogni tessera deve perfettamente combaciare con quelle contigue e trovare gli spazi giusti di contatto”.

Ad affermarlo e a permetterci, in questo modo di fare un riepilogo dell’assetto istituzionale e delle strategie in campo, è un intervento al convegno “L’Approfondimento dei fattori di rischio lavorativi e l’individuazione delle soluzioni per le aziende attraverso le attività di vigilanza e assistenza da parte delle Istituzioni” che si è tenuto il 28 marzo 2019 a Roma. Un convegno che presenta i risultati dell’omonimo progetto Ccm promosso dal Ministero della salute e sviluppato da Inail (Dipartimento di medicina, epidemiologia e igiene del lavoro e ambientale- Dimeila).

In particolare l’intervento si sofferma sul ruolo del Ministero della Salute, riguardo alle tematiche in materia di SSL, fornendo una visione d’insieme e anche alcune indicazioni sulle strategie attuali e future.

L’articolo si sofferma in particolare su:

Il sistema istituzionale delineato dal D.Lgs. 81/2008

Nell’intervento “Strategie di prevenzione nazionale: il ruolo del Ministero della salute”, a cura di Maria Giuseppina Lecce (Ministero della salute – Direzione generale prevenzione sanitaria), si forniscono innanzitutto alcune informazioni sul sistema istituzionale delineato con il D.Lgs. 81/2008:

  • Articolo 5 – Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoropresso il Ministero della salute è istituito il Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro
  • Articolo 6 – Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro: presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali è istituita la Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro. La Commissione è composta da: a) un rappresentante del Ministero del lavoro e delle politiche sociali con funzioni di presidente; b) un rappresentante del Ministero della salute; c) un rappresentante del Ministero dello sviluppo economico; (…)
  • Articolo 7 – Comitati regionali di coordinamentoal fine di realizzare una programmazione coordinata di interventi, nonché uniformità degli stessi ed il necessario raccordo con il Comitato di cui all’articolo 5 e con la Commissione di cui all’articolo 6, presso ogni Regione e Provincia autonoma opera il comitato regionale di coordinamento (…)»
  • Articolo 8 – Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoroè istituito il Sistema informativo nazionale per la prevenzione (SINP) nei luoghi di lavoro al fine di fornire dati utili per orientare, programmare, pianificare e valutare l’efficacia della attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, relativamente ai lavoratori iscritti e non iscritti agli enti assicurativi pubblici, e per indirizzare le attività di vigilanza, attraverso l’utilizzo integrato delle informazioni disponibili negli attuali sistemi informativi, anche tramite l’integrazione di specifici archivi e la creazione di banche dati unificate. Si ricorda, a questo proposito, il Decreto 25 maggio 2016, n. 183, recante “Regolamento recante regole tecniche per la realizzazione e il funzionamento del SINP, nonché le regole per il trattamento dei dati, ai sensi dell’articolo 8, comma 4, del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81

Si segnalano poi due altri ambiti rilevanti in materia di salute e sicurezza sul lavoro:

  • Accordo Stato Regioni: “L’accordo (art. 4 del d. lgs. n. 281/1997) rappresenta lo strumento con il quale Governo, Regioni e Province Autonome, in sede di Conferenza Stato-Regioni, coordinano l’esercizio delle rispettive competenze e lo svolgimento di attività di interesse comune in attuazione del principio di leale collaborazione; l’accordo si pone il fine di realizzare obiettivi di funzionalità, economicità ed efficacia dell’azione amministrativa”;
  • Intesa Stato Regioni: “Le intese (art.3 del d.lgs. 28 agosto 1997, n. 281) sono espresse in tutti casi in cui la legislazione vigente preveda che venga sancita ‘un’intesa’ con la Conferenza Stato-Regioni, su una proposta di iniziativa dell’Amministrazione centrale; consiste nella determinazione concordata, all’unanimità, da parte del Governo e di tutti i Presidenti delle Regioni e delle Province autonome dei contenuti dei provvedimenti medesimi”.

Il futuro piano nazionale della prevenzione

Il documento si sofferma poi sul Piano nazionale della prevenzione (Pnp) che è “parte integrante del Piano sanitario nazionale, affronta le tematiche relative alla promozione della salute e alla prevenzione delle malattie e prevede che ogni Regione predisponga e approvi un proprio Piano”.

Si indica che la valutazione è componente fondamentale del Pnp e “ha duplice funzione:

  • misura l’impatto che il Piano produce nei processi, negli esiti di salute e nel sistema (a livello centrale, regionale e locale) e
  • garantisce la coesione nazionale nel raggiungimento degli obiettivi di salute”.

L’intervento permette di offrire alcune anticipazioni del Piano nazionale della Prevenzione 2020-2025, che dovrebbe essere pubblicato entro giugno 2020, di cui si riportano alcune dei capitoli.

Riprendiamo la bozza relativa al capitolo 4 (Quadri logici centrali: Macrobiettivi e obiettivi centrali, strategie, azioni prioritarie, indicatori)

  1. Promuovere la salute e l’invecchiamento sano e prevenire le malattie croniche non trasmissibili
  2. Prevenire e ridurre i danni delle dipendenze da sostanze e comportamenti
  3. Prevenire incidenti stradali e domestici e ridurre la gravità degli esiti
  4. Prevenire infortuni e incidenti sul lavoro e ridurre la gravità degli esiti; prevenire le malattie professionali e ridurre la gravità degli esiti 
  5. Prevenire morti premature, malattie e diseguaglianze dipendenti da inquinamento e peggioramento delle condizioni ambientali
  6. Prevenire e controllare le malattie infettive prioritarie 

E si segnala anche la proposta di modifica: “Tutela della sicurezza e tutela della salute globale del lavoratore” in alternativa a “Prevenire infortuni e incidenti sul lavoro e ridurre la gravità degli esiti; prevenire le malattie professionali e ridurre la gravità degli esiti”. 

Le strategie nazionali ed europee in materia di sicurezza

La relazione riporta poi varie analisi di contesto su vari fattori ed indicatori (infortuni, infortuni mortali, malattie professionali, attività produttiva, analisi demografica della popolazione lavorativa, …) e riporta indicazioni sulla Strategia europea 2014-2020.

Nella strategia europea “si evincono le sfide fondamentali che sono comuni a tutta l’Unione e che richiedono ulteriori iniziative strategiche. Quindi vengono individuate 3 sfide fondamentali e 7 obiettivi strategici fondamentali”:

  • Prima sfida: “migliorare l’attuazione delle disposizioni di legge da parte degli Stati membri, in particolare rafforzando la capacità delle microimprese e delle piccole imprese di mettere in atto misure di prevenzione dei rischi efficaci ed efficienti
  • Seconda sfida: migliorare la prevenzione delle malattie legate al lavoro affrontando i rischi attuali, nuovi ed emergenti
  • Terza sfida: far fronte al cambiamento demografico.

Questi, invece, i sette obiettivi:

  1. “Ulteriore consolidamento delle strategie nazionali
  2. Agevolazione dell’adempimento degli obblighi di legge in materia di SSL, in particolare da parte delle microimprese e delle piccole imprese
  3. Migliore applicazione della legislazione in materia di SSL da parte degli Stati membri
  4. Semplificazione della legislazione esistente
  5. Iniziative per affrontare l’ invecchiamento della forza lavoro e i nuovi rischi emergenti, prevenzione delle malattie professionali e legate al lavoro
  6. Miglioramento della raccolta dei dati statistici e sviluppo della base di informazioni
  7. Migliore coordinamento degli sforzi dell’UE ed internazionali in materia di salute e sicurezza sul lavoro e assunzione di impegni con le organizzazioni internazionali”. 

Tornando al nostro Paese, sono poi riportate, in conclusione, alcune indicazioni sulle strategie attuali:

  • Strategia «istituzionale»
    • Assicurare il confronto costante all’interno del Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di SSL art. 5 DLgs 81/08 e della Commissione Consultiva permanente per la SSL art. 6 DLgs 81/08
    • Assicurare l’operatività dei Comitati Regionali di Coordinamento art. 7 Dlgs 81/08
    • Perfezionare i sistemi e degli strumenti di conoscenza dei rischi e dei danni da lavoro (SINP e altri)
  • Strategia di «assistenza e vigilanza alle imprese»
    • Modulare le attività di controllo in ispezioni, verifiche documentali e percorsi integrati di prevenzione (piani mirati di prevenzione) e di individuazione di priorità a livello locale
    • Applicare alle attività di controllo i principi dell’assistenza ‘empowerment’ e dell’informazione, e, ove necessario, azioni di «enforcement» in relazione alla capacità ed alla motivazione dell’impresa
    • assicurare alle micro e piccole aziende, da una parte, ed alle medio e grandi aziende, dall’altra, attività di controllo modulate secondo approcci distinti 
  • Strategia «formazione»
    • Revisione dei percorsi di formazione alla salute e sicurezza sul lavoro
    • percorsi formativi mirati nelle scuole e nei giovani lavoratori
  • Strategia di «consolidamento di reti»
    • Potenziamento della rete delle alleanze tra operatori sanitari per una maggiore conoscenza dei rischi e dei danni e per una migliore salute dei lavoratori
    • Sensibilizzazione di datori di lavoro e medici competenti sui programmi Workplace Health Promotion (WHP) ai fini di una miglior tutela della salute del lavoratore
    • mettere in pratica politiche capillari e diffuse di Total Worker Health
    • Interventi di counseling (gruppi di esposti ed ex esposti) e di Sorveglianza sanitaria rivolta agli ex esposti ad amianto (ex DPCM 21.01.2017 punto C6)
  • Strategia buone prassi e bilateralità
    • Promuovere/favorire l’adozione da parte delle imprese di buone prassi e percorsi di Responsabilità sociale e di miglioramento della salute globale dei lavoratori
    • Sostenere il ruolo attivo di RLS/RLST e della bilateralità
  • Strategia Nazionale Salute e Sicurezza sul Lavoro
    • Elaborazione proposta di strategia nazionale salute e sicurezza sul lavoro in seno al comitato ex art 5
    • Proposte di strategia nazionale da parte del Sottocomitato art 4 della commissione consultiva ex art 6”.

Scarica il documento da cui è tratto l’articolo:

“ Strategie di prevenzione nazionale: il ruolo del Ministero della salute”, a cura di Maria Giuseppina Lecce (Ministero della salute – Direzione generale prevenzione sanitaria), intervento al convegno “L’Approfondimento dei fattori di rischio lavorativi e l’individuazione delle soluzioni per le aziende attraverso le attività di vigilanza e assistenza da parte delle Istituzioni”

Fonti: Puntosicuro.it, Ministero della salute