L’UNI ha proposto a tutti i comitati tecnici italiani di recepire una norma ISO di fondamentale importanza, che riguarda i criteri di progettazione di strutture urbane resiliente ad attacchi di varia natura.
Il titolo di questa norma è
ISO / TR 22.370:2020-security and resilience-Urban resilience – framework and principles.
Appare evidente a tutti i lettori la motivazione per la quale è indispensabile mettere a punto una serie di norme, che permettano di accrescere la resistenza di strutture urbane ad attacchi di varia natura. Le aree urbane forniscono opportunità di vita e lavoro a circa 2/3 della popolazione mondiale, che raggiungerà i 10 miliardi di persone nel 2050. I disastri che possono colpire queste aree possono portare a costi spaventosi, che la società civile potrebbe non essere in grado di sostenere. Ecco il motivo per cui, anche sotto la spinta delle Nazioni Unite, nel documento denominato ‘agenda per uno sviluppo sostenibile”, numerose componenti della società civile si sono attivate per rendere più sicuro il contesto urbano.
La resilienza rappresenta uno strumento fondamentale che permette di fronteggiare situazioni di rischio di varia natura. L’aumento del livello di resilienza riduce i rischi, accrescendo le capacità di resistenza, identificando le vulnerabilità e permettendo di pianificare in anticipo la risposta a situazione di crisi.
Il quadro di riferimento per lo sviluppo di un piano di resilienza urbana, presentato in questo documento, è stato sviluppato per rispondere a una richiesta, che proveniva da varie parti del mondo, offrire uno strumento armonizzato di alto livello a tutte le strutture coinvolte. Il quadro di riferimento mira a trasformare aree urbane in luoghi dove si possa vivere meglio, in condizioni da fronteggiare meglio possibili rischi, mettendoli sotto controllo.
Gli stadi iniziali di sviluppo di questo quadro di riferimento hanno comportato la messa a punto di vari modelli di sviluppo in varie parti del mondo, ed il processo di attuazione di questo quadro di riferimento è mostrato nella figura che segue.
L’obiettivo del documento è quindi quello di descrivere un quadro di riferimento e dei principi che siano coerenti con la già menzionata agenda delle Nazioni Unite, riferita allo sviluppo sostenibile, nonché ad altri protocolli mondiali. Questo documento dovrebbe essere utilizzato essenzialmente da enti che abbiano una responsabilità del governo di spazi urbani. È comunque tuttavia applicabile anche a enti e strutture di varie dimensioni, che rappresentano la comunità di coloro che hanno un interesse concreto nel fatto che la struttura in cui operano raggiunga un elevato livello di resilienza.
La struttura del documento riprende da vicino gli schemi ormai standardizzati per delle normative di livello internazionale. Dopo una descrizione dell’obiettivo e dei riferimenti normativi, si offre un glossario e si illustrano i principi generali per sviluppare uno schema di resilienza urbana.
Vengono anche offerte dei quadri di riferimento di tipo generale, con vari contesti operativi e la indicazione di possibile situazione di rischio. La norma è accompagnata da numerosi annessi, che esemplificano di vari documenti che devono essere sviluppati, per attuare questo quadro di riferimento.
Ricordiamo ai lettori che questa norma è accompagnata da numerose altre norme, che fanno sempre riferimento alla sicurezza e alla resilienza di strutture sociali, come ad esempio la ISO 22392 e la ISO 22396.
Fonti: Puntosicuro.it