La data ultima per la migrazione alla UNI ISO 45001:2018 prevista per il 11 marzo 2021 è stata prorogata al 30 settembre 2021. Quali sono i vantaggi e l’evoluzione futura della norma? Ne parliamo con Antonio Terracina della Contarp Centrale Inail.
Molti articoli e diverse interviste del nostro giornale hanno sottolineato in questi anni la rilevanza della norma tecnica UNI ISO 45001:2018 “Sistemi di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro – Requisiti e guida per l’uso” che è stata pubblicata il 12 marzo 2018 e che rappresenta – come ricordato in una intervista a PuntoSicuro da Lucina Mercadante (Contarp, Inail) – “un punto in avanti indiscusso nel modo di gestire la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori”. Anche perché i dati mostrano come l’adozione di un sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (SGSL) abbia delle reali e importanti ricadute positive in termini di tutela della salute e sicurezza sul luogo di lavoro.
Come sottolineato anche da Fabrizio Benedetti (coordinatore generale Contarp Inail) la pubblicazione della UNI ISO 45001 è “un nuovo punto di inizio che apre nuove possibilità e nuovi scenari su cui lavorare, a livello nazionale e internazionale, per migliorare le performance di prevenzione nelle imprese e contrastare efficacemente il triste fenomeno degli infortuni e delle malattie professionali”.
Proprio in considerazione dell’importanza di questa norma ci siamo più volte soffermati, in questi tre anni, anche sulla lunga fase di migrazione dalla OHSAS 18001 alla UNI ISO 45001 che sarebbe dovuto concludersi, a tre anni di distanza della pubblicazione della norma, a fine marzo di quest’anno.
Tuttavia, come ormai sappiamo, l’ emergenza COVID-19 tra il 2020 e il 2021 ha cambiato molte scadenze e la data ultima per la migrazione alla UNI ISO 45001:2018, prevista per il 11 marzo 2021, è stata prorogata – come ricordato sul sito di Accredia, l’ente unico nazionale di accreditamento designato dal governo italiano – al 30 settembre 2021.
Si tratta, per quanto riguarda la proroga, di una delle misure di tutela IAF (International Accreditation Forum, l’organizzazione ufficiale che gestisce le certificazioni a livello mondiale), rivolta alle aziende interessate alla migrazione che stanno incontrando oggettive difficoltà, causate dalla crisi sanitaria Covid-19 in atto, a completare l’iter di valutazione per conseguire la certificazione allo standard UNI ISO 45001:2018.
Per parlare di questa proroga, del significato della conclusione della migrazione, ma anche degli sviluppi futuri della norma (45002, 45003, 45004, 45005), intervistiamo Antonio Terracina, (Contarp Centrale, Inail) che avevamo già consultato in passato come capodelegazione UNI presso il Comitato che ha lavorato alla stesura della ISO 45001 e che tuttora coordina un gruppo di lavoro che si sta occupando anche della futura revisione della norma.
Come si è arrivati alla norma 45001 e cosa cambia con la proroga?
Cosa avverrà per le organizzazioni che non hanno effettuato il passaggio e la transizione alla norma ISO 45001?
Ci sono dati o indicazioni relative alla migrazione nelle aziende alla norma 45001?
Qual è l’impatto della conclusione della migrazione tra 18001 e 45001 sull’articolo 30 del Testo Unico? È necessaria una modifica o un futuro provvedimento?
Qual è l’evoluzione della norma UNI ISO 45001?
Questi gli argomenti trattati nell’intervista:
- La redazione della norma 45001 e la proroga dettata dall’emergenza
- I dati e le modalità della migrazione alla norma alla UNI ISO 45001
- I vantaggi della norma 45001 e l’articolo 30 del D.Lgs. 81/2008
- Il contributo dell’Inail e l’evoluzione futura della norma UNI ISO 45001
La redazione della norma 45001 e la proroga dettata dall’emergenza
Buongiorno, l’ho intervistata nel 2016 in attesa della versione definitiva e ora nel 2021 siamo arrivati alla definitiva migrazione tra standard 18001 e UNI ISO 45001. Ricordiamo brevemente come si è arrivati alla norma 45001, il suo cammino e le tappe della lunga fase per la sua redazione…
Antonio Terracina: Buongiorno a lei, la ringrazio. Sì in effetti dal 2016 tanta strada è stata percorsa; la norma ha vissuto un iter di redazione e pubblicazione particolarmente complesso; iniziato nel 2013 ha visto la partecipazione di un nutrito e composito gruppo di stakeholder, che andava dalle associazioni datoriali alle organizzazioni sindacali, dalle associazioni di enti di certificazioni all’international labour office – ILO (in qualità di special guest), inclusi ovviamente rappresentanti, come me, degli enti di normazione dei singoli Paesi come l’UNI per l’Italia.
Il percorso della redazione è stato caratterizzato da numerose tappe, talvolta particolarmente controverse; tra queste la più delicata è stata sicuramente quella della bocciatura, nel maggio del 2016 quando il progetto ha persino rischiato di essere accantonato. Di fatto si sono resi necessari numerosi incontri internazionali per trovare accordo fra la gran parte degli stakeholder, anche se non sempre si è avuta la totalità dei consensi.
Ciò nonostante, la norma alla fine è stata approvata a larga maggioranza, pur soffrendo della mancata approvazione dell’ILO e delle organizzazioni sindacali. Anche in Italia quindi ci sono state delle perplessità e qualche voto contrario, ma alla fine la norma è stata recepita e io sono convinto che è e sarà di grande ausilio per le organizzazioni.
Veniamo ora al presente contrassegnato da una recente proroga correlata all’emergenza sanitaria. Cosa cambia con la proroga? Come mai è stata approvata e chi l’ha decisa?
A.T.: La proroga è stata decisa a livello ISO l’anno scorso, all’inizio della situazione emergenziale dovuta alla pandemia quando non si sapeva assolutamente quali conseguenze avrebbe avuto la crisi pandemica; soprattutto non si sapeva se e come sarebbero stati effettivamente attuati gli audit di migrazione; l’esperienza dell’ultimo anno ci ha insegnato che, inaspettatamente, gli audit da remoto (per questa come per le altre norme) riescono di fatto a sopperire gli audit in presenza, avendo mantenuto quasi inalterati i processi di migrazione; le aziende sono state comunque oggettivamente molto coinvolte dalla gestione della pandemia quindi lo slittamento è stato in ogni caso più che opportuno.
Colgo l’occasione per esprimere un’opinione personale sugli audit da remoto, che sicuramente sono un ottimo strumento per gestire questo periodo particolare e che probabilmente in futuro saranno maggiormente utilizzati; se per alcuni sistemi di gestione, penso in particolare al sistema di gestione della qualità, un audit da remoto può essere quasi al pari efficace, non lo stesso si può dire per gli audit di un SGSL; soprattutto per gli aspetti di controllo operativo, per i quali bisogna osservare effettivamente le modalità di lavoro.
In questo caso, quando il periodo pandemico sarà alle spalle, a mio avviso sarà necessario tornare agli audit in presenza o più realisticamente ad una logica di audit misto, che preveda comunque degli accessi in campo per gli auditor di un SGSL.
I dati e le modalità della migrazione alla norma alla UNI ISO 45001
Le organizzazioni già certificate secondo lo standard OHSAS 18001 hanno avuto 3 anni a disposizione per effettuare il passaggio e transizione alla norma ISO 45001. Chi certifica la migrazione avvenuta e in che modo?
A.T.: Per gli enti di certificazione non è certo la prima volta che si effettua un passaggio da una norma ad un’altra ed anche il triennio è un periodo abbastanza standardizzato; pertanto i medesimi organismi di certificazione durante questi tre anni, su richiesta delle aziende, hanno effettuato, e stanno effettuando, gli audit di migrazione dalla OHSAS 18001 alla UNI ISO 45001. In questo caso la particolarità è che si passa da una norma di un singolo stato membro (ricordiamo che la vecchia norma è un british standard) ad una norma ISO, quindi riconosciuta a livello internazionale. Per l’occasione sono state stabilite delle regole a livello mondiale, declinate, per chi volesse entrare nei dettagli, nel documento IAF MD 21:18.
Il fatto che la ISO 45001 sia riconosciuta a livello mondiale ha dunque generato la necessità di adottare delle regole comuni. Queste sono declinate nello IAF MD 22:18 e forniscono indicazioni obbligatorie, ad esempio sulla durata degli audit ma anche su altri dettagli operativi come la necessità di intervistare il DL, il MC, gli RLS e anche di invitare alla riunione di chiusura il DL e gli RLS. I più attenti riconosceranno in questo documento tanta parte delle regole italiane, che al tempo erano declinate nell’RT12, regolamento emanato da Accredia nel 2006.
Ci sono dati o indicazioni relative alla migrazione nelle aziende o comunque all’adozione di sistemi di gestione secondo la norma 45001?
A.T.: Per quanto concerne i dati, ciò che fa sempre testo è la banca dati di Accredia, che nello specifico ci dice che oltre il 70 % dei siti certificati sono migrati dalla vecchia norma a quella nuova. Ma mancano ancora all’appello più di 7000 siti, quindi non mi sorprenderei se alla fine del processo di migrazione un certo numero di organizzazioni perderanno la certificazione. Certo si potrebbe anche pensare ad una sorta di selezione naturale, e come tutte le selezioni darwiniane ha degli aspetti positivi; questo potrebbe comportare la migrazione soltanto dei sistemi più maturi, in grado di affrontare le nuove sfide e di gestire più efficacemente gli aspetti di salute e sicurezza sul lavoro.
I vantaggi della norma 45001 e l’articolo 30 del D.Lgs. 81/2008
Alla luce anche della sua applicazione in questi tre anni, ci racconti brevemente quali sono i principali vantaggi della norma ISO 45001 rispetto allo standard 18001…
A.T.: Su questo aspetto è difficile essere brevi perché i vantaggi sono tanti. La UNI ISO 45001 è una norma scritta seguendo la struttura di alto livello (HLS) la struttura che accomuna tutte le norme ISO di nuova generazione; pertanto uno dei principali vantaggi è sicuramente la integrazione molto più agevole con i sistemi di gestione qualità, ambiente, ed in generale con gli altri sistemi di gestione ISO. Personalmente sono un convintissimo sostenitore dei sistemi integrati, per cui ritengo che tutte le norme che utilizzano l’HLS, come la UNI ISO 45001, possano dare degli strumenti gestionali più agevoli ed efficaci alle organizzazioni.
Ma la cosa più importante che accomuna tutti i sistemi di gestione basati su questa nuova struttura, e quindi anche la UNI ISO 45001, è l’approccio basato sul rischio, il cosiddetto risk based thinking.
Non è facile spiegare In due parole, ma adottare oggi la 45001 significa effettuare un’analisi di rischio predittiva sugli aspetti organizzativi e gestionali del sistema di gestione; una valutazione del rischio che consente di identificare quegli aspetti su cui il sistema può fallire ma anche le opportunità di valorizzarlo. Un modo di affrontare la gestione sistemica della sicurezza praticamente assente nel d.lgs 81/08, lontanamente accennata nella OHSAS 18001 ma che diventa sistematica e strutturale con la 45001.
Comprendere la portata di questa nuova generazione di norme impone un altro livello di gestione manageriale, un cambio di passo che non mi sorprende abbia come effetto la selezione naturale prima accennata.
Un altro vantaggio fondamentale riguarda la spinta a rafforzare la leadership e la partecipazione dei lavoratori; sono aspetti in realtà aspetti strettamente connessi alla cultura aziendale; non basta certo il requisito di una norma seppur volontaria per cambiare queste cose dall’oggi al domani, ma è uno stimolo, una direzione tracciata, un punto che viene regolarmente ripreso ad ogni audit certificazione e mantenimento; un tale continuo pungolo non potrà che rafforzare l’attenzione dell’alta direzione, o meglio ancora della catena di comando, nei confronti degli aspetti di salute e sicurezza da una parte ma anche e soprattutto ribadire l’importanza della partecipazione dei lavoratori dall’altra. Mi occupo di salute e sicurezza ormai da più di 20 anni ed è mia ferma convinzione che qualsiasi esperto o super esperto di sicurezza non possa mai conoscere una postazione di lavoro, una macchina, un’operazione lavorativa come chi ci trascorre 8 ore al giorno. Quindi coinvolgere i lavoratori nel processo che serve per fare sicurezza è assolutamente fondamentale; è qualcosa che deve essere chiaro sia ai lavoratori stessi, ai loro rappresentanti che a tutta l’organizzazione: i lavoratori devono partecipare e per farlo devono essere messi in condizione di farlo.
Infine ci sono tutti i vantaggi da sempre connessi con l’adozione di sistemi di gestione: la miglior organizzazione aziendale, la riduzione di diseconomie, il miglior clima aziendale, senza dimenticare la riduzione dei costi della non sicurezza.
Ma il vantaggio principale riguarda ovviamente la riduzione degli infortuni e delle malattie professionali; ricordo come per ben tre volte, nel 2008, nel 2012 e per ultimo nel 2018 abbiamo, come INAIL, condotto uno studio, le ultime due volte insieme ad Accredia, per dimostrare come le aziende che adottano il sistema di gestione della sicurezza hanno una più bassa incidenza infortunistica. I dati del 2018 danno un indice di frequenza minore di circa il 16% e un indice di gravità minore di poco meno del 40% per le aziende certificate.
Sono dati che, unici al mondo, danno conferma di aver intrapreso la strada giusta nel sostenere gli SGSL.
Ad oggi l’articolo 30 del D.Lgs. 81/2008, riguardo alla conformità dei modelli organizzativi, fa ancora riferimento alla 18001 e alle linee guida UNI INAIL. Qual è l’impatto della conclusione della migrazione tra 18001 e 45001 su tale articolo del Testo Unico? È necessaria una modifica o un futuro provvedimento?
A.T.: L’articolo 30 è stato scritto con grande lungimiranza e prevede espressamente al comma 5 che la commissione consultiva permanente possa individuare ulteriori modelli di organizzazione e gestione con la medesima validità della OHSAS 18001 ai fini dell’articolo 30 stesso. La commissione consultiva è appena stata ricostituita, quindi speriamo che un suo atto in tal senso possa esser venir incontro alle esigenze delle organizzazioni.
Ma mi sento di dire con convinzione che anche qualora questo passaggio legislativo non dovesse vedere la luce, comunque i sistemi implementati utilizzando come riferimento la UNI ISO 45001 hanno le medesime caratteristiche citate dall’articolo 30 e sono quindi ugualmente utili per poter godere dell’efficacia esimente.
Ricordo però che l’efficacia esimente non è scontata né garantita; è indispensabile che l’organizzazione si impegni in maniera sostanziale per mettere in atto con efficacia le modalità organizzative e gestionali utili a prevenire i reati considerati.
Il contributo dell’Inail e l’evoluzione futura della norma UNI ISO 45001
L’Inail ha sempre dato un grande contributo alla diffusione dei sistemi di gestione di gestione della salute e sicurezza sul lavoro. È una politica che ritiene verrà portata avanti anche nel futuro?
A.T.: Non ho motivo di pensare diversamente. Non dimentichiamo che l’INAIL si è attivato in maniera pionieristica già da 20 anni con la redazione delle linee guida Uni INAIL; da allora ha realizzato numerosissimi documenti per diversi settori produttivi, corsi di formazione, sostegno e partecipazione attiva in UNI e in Accredia solo per citare gli aspetti più evidenti. Non ultimo continua a finanziare l’adozione degli SGSL, erogando contributi a fondo perduto attraverso gli incentivi di sostegno alle imprese (ISI), nonché a prevedere la riduzione strutturale del premio infortunistico, attraverso l’OT23, per quelle aziende che adottano un sistema di gestione; un contributo fattivo che in questi due decenni ormai sono convinto abbia fatto la differenza.
Concludiamo cercando di comprendere anche l’evoluzione della norma UNI ISO 45001. Credo stiate già lavorando alle norme successive. Ci racconti di questo attuale lavoro e delle possibili novità per il futuro…
A.T.: Il gruppo internazionale che ha redatto la 45001 non si è mai sciolto: ha solo cambiato nome (da PC 283 a TC 283 cioè da project a technical commettee) e sta lavorando per redigere una serie di documenti al contorno. È già stata pubblicata la ISO/PAS 45005 (che tuttavia abbiamo deciso di non recepire nel catalogo UNI) dedicata alla gestione degli aspetti pandemici ed è in dirittura d’arrivo la ISO 45003 sui rischi psicosociali. Ma quelli che io considero i più importanti ai fini dell’applicazione della 45001 sono due documenti ancora in via di redazione: la ISO 45002, cioè le linee guida applicative della 45001, che vedranno la luce realisticamente l’anno prossimo, e successivamente la ISO 45004, dedicata alla misurazione delle prestazioni del sistema, attraverso un insieme di indicatori dedicati.
Questa serie di documenti a corredo delinea sicuramente il futuro dei sistemi di gestione, senza dimenticare che si sta già parlando di riaprire il tavolo per la revisione della 45001 stessa.
A livello italiano c’è un gruppo di lavoro ad hoc che ho l’onere e l’onore di coordinare e che segue queste norme (e non solo); si chiama “Metodi e sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro” ed opera nell’ambito della commissione sicurezza dell’UNI, al proposito ne approfitto per ringraziare i colleghi che ne fanno parte e che danno un grande contributo. Il loro lavoro e la tanta competenza messa in campo ci permette da una parte di contribuire con le esperienze italiane a livello internazionale e dall’altra di portare in Italia gli standard riconosciuti a livello internazionale, che spesso sono uno stimolo e un pungolo per creare documenti o iniziative maggiormente adatte alla realtà italiana.
Link alle FAQ sulla proroga della IAF (International Accreditation Forum).
Fonti: Accredia, Puntosicuro.it