Una scheda dell’Inail riporta indicazioni su alcol e lavoro con riferimento ad un’indagine conoscitiva realizzata nei settori edilizia e autotrasporto. Gli obiettivi dell’indagine, i dati sulla percezione del rischio e il miglioramento della prevenzione.
Come ricordato spesso il consumo di alcol è un rilevante fattore di rischio per la salute e la sicurezza nel mondo del lavoro. E se un numero considerevole (OMS e ILO stimano tra il 4 ed il 20%) di infortuni sul lavoro ha tra le cause il consumo di bevande alcoliche, la letteratura scientifica ha mostrato come i settori lavorativi “costruzioni, miniere e trasporti sono risultati essere quelli con più alto tasso di decessi causati da infortuni alcol correlati”.
A ricordarlo è un recente factsheet – prodotto dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’ Inail e dal titolo “ Alcol e lavoro: alcuni risultati di un’indagine conoscitiva tra lavoratori dei settori trasporti e costruzioni” – che presenta alcuni risultati di un’indagine conoscitiva realizzata su un campione di lavoratori dei settori edilizia e autotrasporto.
L’indagine riporta utili informazioni sulla percezione del rischio relativo al consumo di alcol in questi ambiti lavorativi.
Dopo aver già presentato, parlando di questa scheda informativa, la normativa vigente e la dimensione del rischio connesso al consumo di alcol, ci soffermiamo oggi sui risultati dell’indagine con particolare riferimento ai seguenti argomenti:
- Alcol e lavoro: l’indagine conoscitiva, il campione e gli obiettivi
- Alcol e lavoro nei trasporti e in edilizia: i dati sulla percezione del rischio
- Alcol e lavoro: la formazione, la promozione della salute e lo stress
Alcol e lavoro: l’indagine conoscitiva, il campione e gli obiettivi
Come indicato in premessa considerando che i settori dei trasporti e delle costruzioni sono tra i contesti lavorativi ‘ad elevato rischio di infortuni alcol correlati’ – secondo la letteratura scientifica e secondo la normativa di riferimento (con riferimento alla legge quadro 125/2001) – il Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale ha promosso un’indagine conoscitiva in questi due settori con un campione di 1093 lavoratori di genere maschile (costruzioni = 710, trasporti = 383).
Nel campione la mansione maggiormente rappresentata tra gli edili “è quella di muratore (35,6%), a seguire quelle di manovale (9,9%) e capocantiere (8,2%). Tra i trasportatori, la mansione principale è quella del trasporto merci (circa il 73%)”.
Rimandiamo alla lettura del documento Inail che riporta molte altre indicazioni sulle specificità e caratteristiche del campione.
L’obiettivo dell’indagine era quello di “acquisire informazioni relativamente alla percezione del rischio sulla tematica ‘ alcol e lavoro’, anche al fine di contribuire all’identificazione di aspetti che possono necessitare di un’implementazione formativa per colmare eventuali lacune rispetto a conoscenze e comportamenti attesi, per un miglioramento continuo degli interventi di prevenzione, in ottica di tutela di salute globale”.
Alcol e lavoro nei trasporti e in edilizia: i dati sulla percezione del rischio
Veniamo ad alcuni dati.
Si indica che “oltre l’80% del campione è abbastanza/completamente d’accordo con l’affermazione che il consumo di alcol sia in generale un fattore di rischio per la sicurezza sul lavoro; tale percentuale risulta più evidente tra i lavoratori dei trasporti (87,3%)”. Si segnala che i risultati ottenuti, se si incrociano i dati “rispetto all’aver/non aver consumato, negli ultimi 3 mesi, bevande alcoliche durante le pause di lavoro”, fanno “registrare differenze statisticamente significative nelle risposte fornite dal campione totale degli intervistati; nello specifico, chi dichiara di aver consumato alcolici durante le pause di lavoro ha una minore percezione rispetto all’alcol come fattore di rischio per la sicurezza sul lavoro”.
Riprendiamo dal documento, a questo proposito, una rappresentazione grafica:
Si segnala poi che gli incidenti stradali, gli infortuni sul lavoro, il calo dell’attenzione, del rendimento lavorativo e i provvedimenti disciplinari “risultano essere le situazioni nel cui determinismo, in base al giudizio dei lavoratori intervistati, l’alcol ha maggiori responsabilità”. Mentre i risultati incrociati in base a chi dichiara di aver/non aver consumato, negli ultimi 3 mesi, bevande alcoliche durante le pause di lavoro “evidenziano valori medi significativamente inferiori nel campione totale dei consumatori di alcol, rispetto ai non consumatori”.
Dall’indagine emerge poi che:
- “poco meno del 10% degli intervistati edili non sa dell’esistenza di una norma che vieta l’assunzione e la somministrazione di alcolici e superalcolici in edilizia”;
- negli autotrasporti circa l’8% “non è a conoscenza della ‘tolleranza zero’ per gli autisti professionisti”.
Inoltre “gli interventi ritenuti più utili dagli intervistati per evitare i problemi causati dal consumo di alcolici negli ambienti di lavoro risultano essere l’introduzione del divieto di consumo di alcolici durante l’orario di lavoro e l’effettuazione di controlli sui lavoratori”, ma con “differenze significative se si confrontano i due gruppi di lavoratori”.
Riguardo all’aver subito infortuni sul lavoro nei due anni precedenti l’indagine, “l’11,3% dei lavoratori edili dichiara di averne avuto; anche in questo caso, l’analisi distinta per sottogruppi rispetto ai consumatori o meno di alcolici durante le pause di lavoro fa emergere differenze significative nelle risposte fornite: il 20% dei consumatori di bevande alcoliche nelle pause di lavoro ha subito infortuni sul lavoro nei due anni precedenti l’indagine, verso l’8,4% dei non consumatori. Il 12,6% dei lavoratori dei trasporti ha dichiarato di aver avuto un incidente stradale durante lo svolgimento dell’attività lavorativa, nei due anni precedenti l’indagine; in questo caso, non si evidenziano differenze significative quando si confrontano i sottogruppi di consumatori o meno di alcolici durante le pause di lavoro”.
Infine una quota consistente – circa la metà dell’intero campione intervistato – “afferma di non sapere cosa fa l’azienda nei confronti dei lavoratori con problemi legati all’uso di alcol”. E riguardo alle soluzioni utili a contrastare e/o arginare le problematiche correlate al consumo di alcolici negli ambienti di lavoro, “i lavoratori dei trasporti risultano essere maggiormente d’accordo, rispetto agli edili, sia sull’utilità di attivare interventi di prevenzione, che di migliorare le condizioni di lavoro”.
Alcol e lavoro: la formazione, la promozione della salute e lo stress
Nelle conclusioni della scheda informativa Inail si sottolinea come ‘gli ambienti e luoghi di lavoro’ risultino essere “uno specifico setting per la realizzazione di interventi di prevenzione e promozione della salute”.
In particolare il Piano nazionale alcol e salute del 2007 individua gli ambienti di lavoro “per l’attuazione di strategie volte a ‘promuovere una politica sull’alcol fondata sull’educazione, la promozione della salute, la tempestiva identificazione o autoidentificazione dei soggetti a rischio e la possibilità di intraprendere nel pieno rispetto della privacy trattamenti integrati resi disponibili presso le strutture sanitarie e socio sanitarie’.
Si indica poi che “l’introduzione di verifiche/test sui lavoratori, relativamente all’assunzione di bevande alcoliche in caso di attività lavorative critiche per la sicurezza, non deve assolutamente prescindere da un’adeguata informazione e formazione degli stessi riguardo alle ripercussioni negative dell’assunzione di cui trattasi sulla salute e sicurezza sul lavoro, al fine di rafforzare ed ottimizzare la consapevolezza del rischio, contribuendo così alla promozione del bene salute”.
Si ricorda, infine, che al di là di eventuali motivazioni extra lavorative al ricorso all’alcol, possono comunque esistere “condizioni di lavoro – quali ad esempio condizioni di stress lavoro-correlato, lavoro monotono, turni notturni – suscettibili di contribuire a determinare problemi di alcol”.
E dunque – conclude la scheda – una “maggior attenzione ai rischi psicosociali, una loro adeguata valutazione e gestione potrebbero contribuire a contrastare le conseguenze negative sul lavoro del consumo di alcol, con un miglioramento, ad esempio, del complesso di performance lavorativa e delle relazioni interpersonali e con una riduzione dell’assenteismo e soprattutto del numero degli infortuni”.
Scarica il documento da cui è tratto l’articolo:
Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, “ Alcol e lavoro: alcuni risultati di un’indagine conoscitiva tra lavoratori dei settori trasporti e costruzioni”, a cura di G. Buresti, B.M. Rondinone, G. Fortuna, M.C. Dentici e B. Persechino, Factsheet edizione 2022 (formato PDF, 168 kB).
Fonti: Puntosicuro.it, Inail