Il riconoscimento facciale è una tecnica biometrica di identificazione sempre più diffusa: occorre però prestare attenzione ad alcuni aspetti importanti.

Oggi in quasi tutti gli aeroporti del mondo sono già disponibili dei varchi di sicurezza, che possono essere attraversati dopo aver convalidato tecniche di  riconoscimento facciale, per confronto, ad esempio, con la foto sul passaporto. I garanti per la protezione dati personali di tutto il mondo si stanno preoccupando per questa crescente diffusione e hanno offerto alcune linee guida preziose, indirizzata ai titolari di questa tipologia di trattamento dati personali.

La tecnologia di riconoscimento facciale, ai fini di identificazione, comporta l’acquisizione di un’immagine digitale del volto di un interessato, con successiva estrazione di alcune specifiche caratteristiche, per creare una scheda biometrica, che viene confrontata con i dati acquisiti in fase di successiva identificazione.

Come è evidente, ci troviamo davanti a dati critici, che sono protetti dal regolamento generale per la protezione dei dati personali. Questi dati richiedono un livello di protezione più elevato, rispetto a dati convenzionali. Ecco il motivo per cui tutti coloro che utilizzano questi dati devono adottare delle misure garantistiche, di livello sufficientemente elevato, per proteggere i dati da un utilizzo improprio o da una perdita, così come da un accesso non autorizzato, oppure modifica e rivelazione.

Ecco perché tutti i titolari che utilizzano questa categoria di dati debbono sicuramente sviluppare una valutazione di impatto, in modo che il trattamento avvenga in condizioni di soddisfacente sicurezza.

Ciò premesso, occorre però effettuare ulteriori approfondimenti, come quelli afferenti alla necessità e proporzionalità dell’uso di queste tecnologie. Il titolare deve pertanto illustrare, con adeguate motivazioni, le ragioni per la quale ha scelto questa tecnologia, dimostrando che le stesse finalità non possano essere raggiunte con tecniche meno invasive. Ad esempio, nei varchi di sicurezza aeroportuali l’utilizzo di queste tecnologie presenta numerosi vantaggi, in termini di affidabilità e rapidità dei controlli, che possono costituire ragionevole elemento di proporzionalità per l’uso.

Inoltre, deve essere sempre possibile per l’interessato accedere a tecniche di riconoscimento, che non comportino l’uso di questa tecnologia. Sempre tornando all’esempio aeroportuale, i varchi automatizzati devono quindi essere affiancati da varchi di tipo convenzionale, in cui il confronto tra il volto del passeggero e la fotografia sul passaporto viene effettuata dalle guardie di frontiera.

Un problema che si è presentato più volte in passato, ed al quale si sta cercando di porre rimedio, riguarda anche il fatto che l’accuratezza del riconoscimento facciale può essere fortemente influenzata da fattori etnici; è evidente che questa situazione non è in alcun modo accettabile.

Infine, si raccomanda a tutti i titolari del trattamento, che utilizzino questi applicativi, di effettuare degli audit periodici di efficienza ed efficacia degli stessi, anche alla luce del fatto che possibili tentativi di attacco a questi applicativi possono evolversi nel tempo, richiedendo quindi un aggiornamento dei livelli di sicurezza dell’applicativo.

Ciò premesso, auguriamo i lettori che si recano all’estero un utilizzo rapido e sicuro dei varchi automatizzati!

Fonti: Puntosicuro.it, Adalberto Biasiotti