La attuale situazione di crisi bellica rende più attuale la possibilità di attacchi con bombe sporche.
Si definisce bomba sporca un ordigno che, durante l’esplosione, sparge sostanze tossiche, ed anche radioattive, su una ampia porzione di territorio. Le conseguenze possono esser devastanti ed il GAO ha aggiornato la sua precedente valutazione su questa tipologia di evento.
Le situazioni di crisi in zone in cui sono disponibili materiali radioattivi possono rendere assai credibile la possibilità che uno o più delle parti coinvolte ritengano di poter mettere a punto una bomba sporca, le cui conseguenze possono essere devastanti.
Nel 2019 il General accounting Office ha condotto uno studio, che mise in evidenza come l’esplosione di una bomba sporca, con spargimento di materiali radioattivi, potrebbe comportare un’evacuazione di massa della zona colpita e avere conseguenze socioeconomiche del costo di miliardi di dollari.
Ad esempio, un incidente, relativamente modesto, tempo addietro avvenuto in un ospedale, durante il quale una piccola quantità di materiale radioattivo è stata diffusa nell’atmosfera, ha comportato un costo per le operazioni di bonifica superiore a 150 milioni di dollari.
Ecco il motivo per cui i pianificatori di situazioni di emergenza è bene che sin da adesso inseriscano questo tipo di eventi in un piano di emergenza, in modo da essere pronti a fronteggiare un rischio forse basso in termini di probabilità, ma drammatico in termini di impatto.
Esistono già delle documentazioni che permettono di impostare un piano per fronteggiare queste situazioni, e il tema viene trattato in quasi tutti i percorsi formativi in tema di antiterrorismo.
Il fatto che un bomba sporca nulla abbia a che vedere con un ordigno nucleare è cosa nota agli esperti, ma nella immaginazione popolare purtroppo spesso i due eventi sono assimilabili.
Nel suo studio, il General accounting Office ha avanzato già da tempo delle raccomandazioni per mettere sotto controllo i materiali radioattivi ad alto rischio, sensibilizzando tutti coloro che utilizzano, anche per uso professionale questi materiali (ad esempio nel settore sanitario), adottino adeguate misure di protezione non solo degli operatori, che tali sostanze trattano, ma anche di protezione da possibili furti.
Ad esempio, l’allestimento di una mappa che metta in evidenza le aree a rischio crescente e la distribuzione delle aree stesse rappresenta un elemento fondamentale per impostare un piano di primo intervento, a fronte di una possibile esplosione.
In questa illustrazione delle lettere da A a G indicano l’estensione delle aree a rischio, mentre le lettere successive indicano le zone dove possono essere allestiti i punti di primo soccorso. Questi ultimi vengono contrassegnati in ordine crescente di rischiosità.
Una raccomandazione quindi che dovrebbe essere recepita da tutti gli esperti di sicurezza anticrimine è quella di aggiornare il documento di analisi di rischio, prendendo in considerazione anche una situazione estrema, come quella appena illustrata.
Vedi rapporto GAO (pdf)
Fonti: Puntosicuro.it, GAO