Una relazione europea si sofferma sul telelavoro a domicilio e sulle misure preventive in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. I risultati delle ricerche e la necessità di contrastare gli eventuali effetti negativi.

Nonostante le trasformazioni correlate all’evoluzione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (ICT), prima dell’emergenza COVID-19 solo un ristretto numero di aziende e organizzazioni aveva adottato pratiche di telelavoro a domicilio. Fino al 2020, i telelavoratori rappresentavano al massimo il 9-10% di tutti i lavoratori dell’UE, con profonde differenze tra i vari Paesi dell’Unione.

Ora la forte impennata del telelavoro dipendente dall’emergenza COVID-19 potrebbe aver cambiato definitivamente l’atteggiamento dei lavoratori e delle imprese nei confronti di questa modalità di lavoro. Nei paesi della UE economicamente più avanzati, il telelavoro, durante la crisi COVID-19, è arrivato a riguardare da un quarto a due terzi di tutta la popolazione lavorativa.

A ricordare in questi termini quanto avvenuto prima e dopo l’arrivo del virus SARS-CoV-2 e ad analizzare quali insegnamenti si possono trarre dalle esperienze di telelavoro  è una nuova relazione dell’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ( EU-OSHA) dal titolo “Home-based teleworking and preventive occupational safety and health measures in European workplaces: evidence from ESENER-3” (Telelavoro a domicilio e misure preventive in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro europei: elementi emersi dall’indagine ESENER-3).

La nuova relazione, ancora non tradotta in lingua italiana, si avvale di dati desunti dalle indagini più recenti per cercare di conoscere meglio la realtà e le problematiche dei telelavoratori e delle imprese che hanno adottato tale modalità lavorativa.

Nell’articolo di presentazione del documento ci soffermiamo sui seguenti argomenti:

  • L’obiettivo della nuova ricerca sul telelavoro a domicilio
  • Lo sviluppo del telelavoro e gli effetti sulla salute e sicurezza
  • L’indice del documento dell’Agenzia europea

L’obiettivo della nuova relazione sul telelavoro a domicilio

La relazione – a cura dell’European Risk Observatory e di Stefania Capecchi (Università di Napoli “Federico II”) – si basa su varie ricerche. Ad esempio si fa riferimento ai risultati:

  • dell’indagine europea tra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti ( ESENER), un’indagine che esamina la gestione pratica dei rischi per la sicurezza e la salute negli ambienti di lavoro europei.
  • dell’indagine europea sulle condizioni di lavoro 2015 di Eurofound.

Lo studio delinea in particolare i fatti e le cifre più importanti su cui si possono basare i responsabili della definizione e dell’attuazione degli accordi di telelavoro, con particolare attenzione alla prevenzione dei rischi psicosociali e dei disturbi muscoloscheletrici (DMS).

La relazione individua le principali caratteristiche dei telelavoratori a domicilio e delle imprese che si avvalgono del telelavoro prendendo in esame alcune delle più diffuse misure di prevenzione che vengono attuate per contrastare i relativi rischi fisici e psicosociali per la salute e il benessere dei lavoratori.

Lo sviluppo del telelavoro e gli effetti sulla salute e sicurezza

Riprendiamo alcune indicazioni contenute nelle conclusioni della relazione.

Riguardo alla diffusione del telelavoro a domicilio conseguente all’emergenza COVID-19, si sottolinea che è importante indagare quanto sarà sostenibile questa trasformazione radicale a lungo termine.

Dal punto di vista delle aziende alcune indicazioni mostrano come l’uso del telelavoro possa portare a risparmi sostanziali nei costi per gli affitti; tuttavia, le aziende lamentano che l’isolamento dei lavoratori può influenzare negativamente il loro impegno e la loto produttività.

Si segnala poi che per quanto riguarda le misure di gestione dei rischi per la sicurezza e la salute, i dati di ESENER-3 hanno dimostrato che il lavoro da casa si verifica più spesso in stabilimenti più grandi, dove è possibile riscontrare un maggiore interesse per le pratiche organizzative connesse alla flessibilità lavorativa.

In linea con varie ricerche molti risultati evidenziano poi il ruolo dell’istruzione come importante motore nello sviluppo del telelavoro. Infatti, ci sono meno opportunità di telelavoro tra i lavoratori con un basso livello di istruzione.

Inoltre, le sfide critiche riguardanti la sicurezza e la salute a casa, come l’adeguatezza dei dispositivi ICT di lavoro e le problematiche ergonomiche, sono emerse in tutta la loro importanza. E il “ diritto alla disconnessione” ha acquisito ancora maggiore rilevanza.

Dunque l’effetto combinato dell’estensione della digitalizzazione nel mondo del lavoro e delle misure attuate a causa della pandemia COVID-19 porterà probabilmente a un aumento permanente del telelavoro in tutti i tipi di aziende, indipendentemente dal settore e dalle dimensioni.

Per questo motivo è necessaria specialmente un’azione rivolta alle micro e piccole imprese per sostenere lo sviluppo e l’implementazione delle misure di prevenzione in materia di salute e sicurezza dei telelavoratori.

Sarà comunque poi importante attuare misure generali per contrastare gli effetti negativi del telelavoro sulla salute e sicurezza e sulle condizioni di lavoro e considerare che nel contesto delle politiche volte a favorire la partecipazione al mercato del lavoro delle donne con bambini, dei lavoratori anziani e dei disabili, le attività di telelavoro possono svolgere un ruolo di primo piano.

In definitiva, conclude il documento, è importante sottolineare i limiti dell’analisi – gli strumenti di indagine utilizzati non sono stati progettati per indagare il telelavoro – e sarà necessaria una successiva indagine progettata specificamente per studiare, tra chi opera in telelavoro, le condizioni di lavoro e approfondire i rischi professionali specifici.

L’indice del documento dell’Agenzia europea

Concludiamo riportando l’indice del documento EU-OSHA “Home-based teleworking and preventive occupational safety and health measures in European workplaces: evidence from ESENER-3”.

1 Introduction

2 Definitions and recent literature

2.1 Classification of home-based teleworking

2.2 Home-based teleworking before the COVID-19 crisis

2.3 Home-based teleworking and the COVID-19 pandemic

3 Recent teleworking trends in Europe

3.1 Employees working from home: 2010-2019

3.2 The effects of the 2020 COVID-19 crisis on home-based work

4 Teleworking in the European Working Conditions Survey

4.1 Teleworkers’ main characteristics

4.2 Working conditions of teleworkers

4.3 Comparing teleworkers and non-teleworkers

5 Evidence on teleworking from the European Survey of Enterprises on New and Emerging Risks

5.1 Establishments with teleworking in place

5.2 Risk awareness and teleworking

5.3 Teleworking and preventive OSH measures

5.4 Statistical modelling analysis

5.4.1 Model 1: the effect of ‘regular breaks’

5.4.2 Model 2: the effect of ‘ergonomic equipment’

6 Conclusions

References

Annex 1: Data from the European Union Labour Force Survey

Annex 2: Data from the European Working Conditions Survey 2015

Annex 3: Data from the European Survey of Enterprises on New and Emerging Risks 2019

Annex 4: Models and estimation procedure

List of figures

Figure 1: Employees working usually from home by country (% of total employees aged 15-64), EU-27, 2019

Figure 2: Employees working from home by gender and frequency (% of total employees aged 15-64), EU-27, 2010-2019

Figure 3: Employees working from home by gender and frequency (% of total employees aged 25-49), EU-27, 2010-2019

Figure 4: Employees working mostly from home by country (% of total employees aged 15-64), EU-27, 2019 and 2020

Figure 5: Employees by teleworking status in each country (weighted data, %), EU-27

Figure 6: Teleworkers by economic sector (NACE) (weighted data, %), EU-27

Figure 7: Teleworkers by age (weighted data, %), EU-27

Figure 8: Teleworkers by contract duration (weighted data, %), EU-27

Figure 9: Teleworkers by level of education (weighted data, %), EU-27

Figure 10: Teleworkers by size of workplace (number of employees) (weighted data, %), EU-27

Figure 11: ‘How are your working time arrangements set?’ Q42 (weighted data, %), EU-27

Figure 12: ‘Regarding the health and safety risks related to the performance of your job, how well informed would you say you are?’ Q33 (weighted data, %), EU-27

Figure 13: ‘Does your main paid job involve…?’ Q30a and b (weighted data, %), EU-27

Figure 14: ‘Does your main paid job involve…?’ Q30f, g and h (weighted data, %), EU-27

Figure 15: Percentage of non-teleworkers and teleworkers reporting a number of health issues (weighted data, %), EU-27

Figure 16: Percentage of non-teleworkers and teleworkers reporting sleeping disorders (weighted data, %), EU-27

Figure 17: ‘Since you started your main paid job how often have you worked in your free time?’ Q46 (weighted data, %), EU-27

Figure 18: ‘Over the past 12 months did you work when you were sick?’ Q84a (weighted data, %), EU-27

Figure 19: Percentage of workplaces with teleworking in place by country (weighted data, %), EU-27

Figure 20: Percentage of workplaces with teleworking in place by NACE (weighted data, %), EU-27

Figure 21: Workplaces with teleworking in place performing risk assessments at home by size (number of employees) (weighted data, %), EU-27

Figure 22: Workplaces reporting physical risk, Q200_1 and Q200_3 (weighted data, %), EU-27

Figure 23: Workplaces reporting specific psychosocial risks, Q201, (weighted data, %), EU-27

Figure 24: Workplaces with teleworking in place performing risk assessment, including organisational aspects, by size (number of employees), Q252_5 and Q252_6, (weighted data, %), EU-27

Figure 25: Workplaces implementing MSD-related preventive measures, Q202, (weighted data, %), EU-27

Figure 26: Workplaces implementing measures to identify and address stress, Q302, (weighted data, %), EU-27

Figure 27: Workplaces implementing measures to deal with psychosocial risks, Q304, (weighted data, %), EU-27

Figure 28: Estimated probabilities of having teleworking in place, by NACE group, company size and ‘regular breaks’ — country group 1

Figure 29: Estimated probabilities of having teleworking in place, by NACE group, company size and ‘regular breaks’ — country group 2

Figure 30: Estimated probabilities of having teleworking in place, by NACE group, company size and ‘ergonomic equipment’ (ergo. eq.) provision — country group 1

Figure 31: Estimated probabilities of having teleworking in place, by NACE group, company size and ‘ergonomic equipment’ (ergo. eq.) provision — country group 2

Scarica il documento da cui è tratto l’articolo:

Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, European Risk Observatory, “Home-based teleworking and preventive occupational safety and health measures in European workplaces: evidence from ESENER-3” (Telelavoro a domicilio e misure preventive in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro europei: elementi emersi dall’indagine ESENER-3), a cura di Stefania Capecchi (Università di Napoli Federico II) – edizione 2021.

Fonti: Puntosicuro.it, osha.europa.eu