Una linea guida CFPA-E si sofferma sulla sicurezza antincendio nei depositi. Focus sulla protezione e lotta antincendio: impianti di rivelazione ed estinzione, compartimentazione, esodo e informazioni al personale di soccorso.
Ci siamo soffermati più volte sui rischi correlati ad ambienti di lavoro particolari come i depositi e i magazzini in relazione alle attività di stoccaggio, immagazzinamento, accatastamento e movimentazione; anche perché, come ricordato nell’articolo “ Sicurezza e logistica: quali sono i rischi connessi alle nuove tecnologie?”, la logistica ha avuto in questi anni un notevole sviluppo anche nel nostro Paese.
Riguardo ai depositi e magazzini è bene poi soffermarsi in particolare sul rischio incendio. Infatti se l’incidenza degli incendi in questi ambienti non è particolarmente alta, la loro dimensione e la quantità di materiali combustibili stoccati “fanno sì che spesso gli incendi diventino di grandi dimensioni, e pongano sfide impegnative per il personale di soccorso”.
A ricordarlo fornendo varie informazioni sulla gestione della sicurezza antincendio e sugli impianti di protezione è il documento “ Fire safety in warehouses” elaborato dalla Fire Protection Association (FPA), a cura di Adair Lewis e tradotto in italiano (“Sicurezza antincendio nei depositi”) da Guido Zaccarelli (Presidente Vicario APC Prevenzione incendi di AIAS).
Il documento è una delle linee guida prodotte in questi anni dalla Confederation of Fire Protection Association Europe ( CFPA-Europe), un’associazione europea di organizzazioni nazionali che si occupano di prevenzione e protezione dagli incendi.
Avendo già accennato, in precedenti articoli, alla gestione della sicurezza, ci soffermiamo oggi proprio sulla protezione antincendio con riferimento ai seguenti argomenti:
- Incendi nei depositi: impianti di rivelazione ed estinzione
- Incendi nei depositi: compartimentazione ed esodo
- Incendi nei depositi: lotta antincendio
Incendi nei depositi: impianti di rivelazione ed estinzione
La linea guida dopo aver ricordato che le persone coinvolte nella progettazione, installazione e ispezione degli impianti di protezione antincendio “devono essere abilitate in conformità alle normative nazionali ed alla buona pratica del settore”, si sofferma in particolare sugli impianti di rivelazione ed allarme incendio.
Si indica che, “come determinato dalla valutazione del rischio ed in accordo con l’assicurazione”, un impianto automatico di rivelazione ed allarme incendio “deve essere progettato in modo da tenere in considerazione la necessità della protezione dell’attività e deve essere installato in conformità alle norme di buona tecnica nazionali”.
Inoltre:
- deve essere “monitorato sia sul posto sia da un centro remoto accreditato per la ricezione dell’allarme in conformità alle norme nazionali”;
- l’installazione “deve essere periodicamente verificata e manutenuta in conformità alle norme nazionali;
- “quando nastri trasportatori, impacchettatrici automatiche o apparecchi simili sono in uso, essi devono essere collegati all’impianto automatico di rivelazione ed allarme incendio in modo tale che il movimento delle merci sia interrotto non appena si attivi l’impianto”;
- la manutenzione “deve comprendere il controllo di questi sistemi, insieme con l’operatività dei sistemi di ventilazione automatica, del rilascio delle porte tagliafuoco ad intervento automatico e di tutti gli altri sistemi connessi al pannello di controllo dell’impianto”.
Il documento si sofferma poi sugli impianti di estinzione ricordando che la fornitura idrica deve essere una o più delle seguenti:
- “Idranti esterni sulla pubblica via.
- Impianto privato di idranti esterni progettato in conformità alle norme nazionali e preferibilmente formante un impianto chiuso ad anello. Gli apparecchi devono essere posizionati a non più di 70 m dall’ingresso dell’edificio e a non più di 150 m sul lato. Essi devono preferibilmente essere posizionati immediatamente adiacenti alle vie di circolazione o alle postazioni dotate di pavimentazione di sufficiente resistenza predisposte per il servizio antincendio, a distanza non inferiore di 6 m dall’edificio in modo tale che possano restare utilizzabili anche durante un incendio.
- Una fornitura idrica statica o naturale in grado di fornire una capacità minima che soddisfi il servizio antincendio”.
E quando l’attività è ancora in uno stadio di progettazione “occorre considerare seriamente l’installazione di un impianto di estinzione automatico ad acqua (sprinkler). L’impianto sprinkler deve essere progettato, installato, gestito e manutenuto da parte di società abilitate in conformità alle norme nazionali”.
Testine sprinkler dentro gli scaffali (in-rack sprinklers) “devono essere installate quando appropriato e quando sono in uso bancali di plastica occorre utilizzare un impianto sprinkler addizionato con schiuma. Occorre considerare se installare impianti localizzati di estinzione dove essi possono essere utili, come per esempio per proteggere i motori elettrici dei sistemi di autoimpilamento”.
Riportiamo dal documento una immagine relativa alle testine sprinkler in-rack:
Si segnala poi che “in aggiunta all’installazione di un impianto sprinkler o altri impianti fissi di estinzione incendi, devono essere disponibili ed immediatamente accessibili in caso di incendio estintori in numero adeguato e con appropriate caratteristiche estinguenti”.
Rimandiamo alla lettura intera della linea guida che riporta ulteriori dettagli e veniamo ad altri aspetti come la compartimentazione e l’esodo.
Incendi nei depositi: compartimentazione ed esodo
Riguardo alla compartimentazione, si indica che occorre prestare attenzione che “tutte le forometrie intorno alle tubazioni di servizio ed ai cavi che attraversano i muri, i pavimenti ed i soffitti che devono avere una resistenza al fuoco siano dotate di adeguate barriere passive. Una attenzione particolare va posta nella sigillatura di forometrie che attraversano pannelli compositi”.
Inoltre le aree pericolose e le aree che sono critiche per la continuità lavorativa “devono essere identificate nella valutazione del rischio. Tali aree possono comprendere operazioni di imballaggio, locali tecnici, centrali termiche, cabine elettriche di trasformazione, locali quadri elettrici, locali dati, aree per la manutenzione dei veicoli e aree per la ricarica delle batterie. Occorre valutare se racchiudere tali aree con strutture di resistenza al fuoco di almeno 120 minuti”.
Riguardo all’esodo gli occupanti di questi ambienti “devono essere in grado di evacuare l’attività rapidamente e in sicurezza in caso di incendio. Il numero, la larghezza e la posizione delle vie di esodo (per esempio passaggi interni, corridoi e vani scale) e le uscite di sicurezza devono essere adeguati al rischio e devono essere sempre sgombri da ostacoli al deflusso, allo scopo di evitare ogni rischio di cadute, scivolate o incidenti. Pertanto, le baie e le piattaforme di carico non possono essere considerate nel piano di evacuazione”.
Inoltre dentro un locale molto ampio “le vie di esodo devono essere quanto possibile corte e lineari. Ad ogni modo, il piano di evacuazione deve tenere conto della specifica disposizione per esempio di macchinari, scaffali lunghi o depositi di sostanze pericolose. Pertanto si raccomanda di rafforzare la segnaletica di sicurezza obbligatoria e di segnalare le vie di esodo mediante apposita segnaletica a terra”.
Incendi nei depositi: lotta antincendio
Riguardo alla lotta antincendio si segnala che è necessario “garantire un accesso veloce ai Vigili del Fuoco al loro arrivo sul posto. Il personale della sicurezza o una persona incaricata deve attendere il loro arrivo ed aprire i cancelli o le barriere presenti. Esternamente, è necessario mantenere la strada libera per permettere ai veicoli dei Vigili del Fuoco di accedere adeguatamente al deposito. L’accessibilità agli edifici per i Vigili del Fuoco deve essere conforme alle norme nazionali ed alle richieste dell’assicurazione”.
Inoltre all’interno del deposito “un percorso sgombro largo non meno di 0,5 m deve essere mantenuto lungo tutti i muri perimetrali e, dove possibile, i corridoi devono essere larghi almeno 2,5 m. Le aree di stoccaggio libero a terra devono essere limitate in modo tale da non restringere l’accesso per i Vigili del Fuoco”.
Si indica che gli impianti di evacuazione di fumo e calore “possono essere installati nei depositi allo scopo della salvaguardia della vita e della protezione dei beni, e la loro installazione può essere una prescrizione dei Vigili del Fuoco. La ventilazione aiuta a prevenire l’accumulo del fumo, favorendo l’evacuazione e l’intervento dei Vigili del Fuoco. Quando l’evacuazione del fumo e del calore è presente all’interno di un edificio protetto da impianto sprinkler, è necessaria una progettazione esperta per assicurarsi che essa non interagisca in modo negativo con l’operatività dell’impianto sprinkler”.
Rimandiamo al documento che si sofferma in particolare sulle porte tagliafuoco, anche con una nota del traduttore, e concludiamo ricordando, sempre con riferimento al contenuto della linea guida CFPA, che per i Vigili del Fuoco devono essere disponibili le necessarie informazioni, “che includono:
- il layout del complesso, compresa la planimetria dell’edificio;
- la posizione dei pulsanti di sgancio elettrico per i nastri trasportatori e/o apparecchi automatici;
- la posizione del pannello di controllo dell’impianto automatico di rivelazione ed allarme incendio;
- dettagli su tutti gli impianti di estinzione automatici e la posizione dei loro dispositivi di controllo (per esempio il gruppo di controllo dell’impianto sprinkler);
- dettagli sull’impianto di ventilazione;
- la natura e posizione di tutte le sostanze pericolose presenti nell’attività;
- dettagli sui contatti del personale che potrebbe essere necessario consultare;
- la posizione degli idranti, dei montanti principali e delle altre alimentazioni idriche utilizzabili a fini antincendio presenti nel sito o nelle vicinanze”.
Riguardo al tema della gestione della sicurezza antincendio nei luoghi di lavoro ricordiamo anche la recente pubblicazione delDecreto del Ministro dell’Interno 2 settembre 2021 recante “Criteri per la gestione dei luoghi di lavoro in esercizio ed in emergenza e caratteristiche dello specifico servizio di prevenzione e protezione antincendio”.
Scarica il documento da cui è tratto l’articolo:
CFPA-Europe, “ Fire safety in warehouses”, prodotto dalla Fire Protection Association (FPA) e a cura di Adair Lewis, CFPA-E Guideline No 35:2017 F (formato PDF, 1.10 MB).
NB: Attraverso il sito di CFPA-Europe è possibile visualizzare la versione del file in italiano (“Sicurezza antincendio nei depositi”).
Cliccando sui seguenti link – prevenzione incendi e normativa antincendio – è possibile avere ulteriori informazioni aggiornate con riferimento alla normativa italiana.
Fonti: Puntosicuro.it, FPA, CFPA Europe