Una frequente esposizione a rumori e odori rappresenta una delle maggiori cause di disturbo della serenità dei cittadini. Ecco come un progetto europeo vuole coinvolgere i cittadini nel mettere sotto controllo gli odori molesti.
Si chiama D-NOSES (Distributed Network for Odour Sensing, Empowerment and Sustainability) un progetto europeo, che vuole coinvolgere tutti i cittadini nella individuazione tempestiva delle origini di odori molesti, per intervenire rapidamente e mettere sotto controllo un eventuale situazione anomala.
Questo progetto ha migliorato un’applicazione, già esistente, appositamente progettata per il crowdsourcing, in tempo reale, di dati su odori localizzati, avviata dall’esperienza di coloro che ne sono condizionati.
Il progetto è attualmente in fase di attuazione in otto paesi europei, oltre a Cile ed Uganda, per verificare in pratica i risultati dei progetti pilota.
Alla base di questo progetto figura un’applicazione, progettata per consentire alle comunità interessate di mappare l’inquinamento olfattivo e sostenere un cambiamento in meglio dell’ambiente.
Gli utenti sono stati addestrati a riconoscere diversi odori, tra cui quelli di rifiuti, fogne, fanghi e biogas e mapparli. Questi dati vengono successivamente raccolti dall’ente gestore dell’applicazione e calati nella realtà territoriale, per individuare le possibili origini degli odori molesti.
Può essere interessante per i lettori sapere che la stragrande maggioranza delle osservazioni sono state portate a termine da donne!
Il cittadino, o la cittadina, che ha scaricato l’app, può segnare sullo schermo del proprio smartphone la zona dove egli percepisce un odore molesto, attribuendo un numero di classificazione dell’odore stesso.
Al contempo, l’app registra anche l’ora nella quale la segnalazione è stata effettuata.
Appare evidente che se numerosi cittadini, che si trovano in una certa zona della città, segnalano contemporaneamente la presenza di odori molesti, tra loro omogenei, vi è certamente una sorgente di questi odori nelle immediate vicinanze della zona delimitata dalle segnalazioni ed è così possibile inviare una squadra di pronto intervento, che può individuare le cause del cattivo odore e risalire al soggetto, responsabile di questa situazione.
Gli esperimenti finora effettuati hanno dato esiti straordinariamente positivi e l’unione europea ha finanziato con entusiasmo il potenziamento di questa iniziativa.
L’obiettivo degli enti, che stanno operando su questa applicazione, è quello di far sì che i dati forniti dai cittadini siano impiegati come prove dall’autorità, in modo da stimolare l’azione di repressione e agire da efficace deterrente nei confronti dei responsabili di comportamenti non appropriati.
Ad esempio, in Italia il Comune di Castellanza ha deciso di partecipare all’iniziativa ed ha organizzato una serie di incontri con i cittadini, per renderli partecipi del progetto e consentire loro di acquisire la qualifica di “poliziotti dell’olfatto”, come gli organizzatori europei vorrebbero chiamare questi cittadini.
Una interessante evoluzione di questo studio mira ad includere, tra gli odori analizzati, non solo quelli sgradevoli, ma anche quelli gradevoli: chi scrive ricorda come, attraversando Genova, molti anni fa, un gradevole odore di pane sfornato raggiungeva i cittadini, che passavano nei dintorni di una grande fabbrica di biscotti!
Il fatto poi che i rilevamenti segnalati dai cittadini vengano fra loro correlati riduce il rischio che alcune segnalazioni possano essere fatte in malafede, magari per ripicca tra vicini.
L’approfondimento della causa un odore molesto, infatti, viene effettuata solo quando vi è una significativa concentrazione di segnalazioni, sia in termini di zona, sia in termini di orario.
Ancora una volta, ogni cittadino può così dimostrare che il benessere della società, in cui egli si trova, può essere in modo significativo condizionato dal suo fattivo contributo: il vecchio detto “aiutati che il ciel ti aiuta” continua a mantenere la sua validità.
Fonti: Puntosicuro.it