La revisione del decreto End of waste consentirà di gestire un maggior flusso di rifiuti provenienti dalle costruzioni e demolizioni

Il decreto Milleproroghe (dl 198/2022) prevede alcuni slittamenti di termini in materia ambientale; in particolare ha prorogato le scadenze per la revisione del decreto End of waste (dm 152/2022) sui rifiuti da costruzione e demolizione e per l’adeguamento delle autorizzazioni. Queste le nuove scadenze:

  • prorogato al 4 maggio 2024 il termine ultimo per gli operatori del riciclo dei rifiuti da costruzione e demolizione per adeguare le proprie autorizzazioni alle previsioni del decreto End of waste;
  • prorogato al 4 novembre 2023 il monitoraggio del Ministero ai fini dell’aggiornamento del decreto (dm 152/2022) che viene rivisto nell’ambito del tavolo di lavoro convocato dal Ministero dell’Ambiente con le associazioni di categoria.

L’intervento è rilevante se si tiene conto della quantità di rifiuti speciali che le imprese italiane producono annualmente (pari al 45% dei rifiuti prodotti), con un tasso di riciclo pari al 78%, in linea con l’obiettivo UE del 70% al 2020. È bene ricordare che le attività di demolizione in edilizia rappresentano una situazione di rischio particolarmente rilevante per gli addetti ai lavori e le strutture limitrofe; infatti, ai sensi del dlgs n. 81/2008 la demolizione delle strutture prevede obbligatoriamente la redazione di un “piano di demolizione” allegato al POS, nel quale devono essere definite il tipo di attrezzature utilizzate, le operazioni da effettuare, la loro sequenza e le conseguenti misure di prevenzione.

Decreto End of waste: cos’è

Dopo anni di faticosa gestazione, è stato emanato il dm 27 settembre 2022, n. 152 al fine di gestire i rifiuti speciali non pericolosi da costruzione e demolizione.

Il provvedimento contiene, quindi, le regole per la cessazione della qualifica di rifiuto dei rifiuti da costruzione e demolizione e di altri inerti di origine minerale ai sensi dell’articolo 184-ter del dlgs 152/2006. Nello specifico, stabilisce i criteri in base ai quali si determina la cessazione della qualifica di rifiuto degli scarti edili, consentendo di poterli usare come “materia prima” al posto dei materiali vergini a tutt’oggi estratti da cave e miniere; i criteri specifici dettati dal nuovo Regolamento sono in vigore dal 4 novembre 2022.

Gli obiettivi del decreto

Il provvedimento ha lo scopo di gestire i rifiuti speciali non pericolosi da costruzione e demolizione e stabilisce:

  • i flussi di rifiuti interessati (tra i quali ad es. quelli corrispondenti ai Codici EER 170102, 170103, 170107, 170302, 170504, 170508, 170904);
  • i criteri di conformità ai fini della cessazione della qualifica di rifiuto;
  • gli scopi specifici di utilizzabilità (es. sottofondi stradali, ferroviari, aeroportuali, recuperi ambientali, riempimenti e colmate, confezionamento di calcestruzzi e miscele legate con leganti idraulici);
  • gli obblighi documentali.

Come è composto

Il dm si compone di 8 articoli e 3 allegati; in particolare:

  • nell’allegato 1 sono contenuti i criteri end of waste da rispettare;
  • nell’allegato 2, invece, gli scopi per i quali possono essere utilizzati gli aggregati recuperati.

Decreto End of Waste in consultazione fino al 6 maggio

In considerazione delle numerose segnalazioni ed allarmi delle imprese circa le possibili criticità per il settore ed eventuali situazioni di crisi, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), con il supporto di ISPRA e ISS, ha avviato una revisione del dm 152/2022 nel rispetto della clausola di riesame contenuta nel testo del Regolamento, che il Milleproroghe ha spostato al prossimo 4 novembre.

Lo schema di regolamento che aggiorna il decreto End of Waste, previsto dal PNRR riforma M2C3 ed inserito nel cronoprogramma della strategia nazionale di economia circolare, è in consultazione dal 26 aprile al 6 maggio 2023.

L’aggiornamento si è reso necessario al fine di rendere l’applicazione del regolamento maggiormente efficace per il raggiungimento degli obiettivi di economia circolare: la revisione del decreto consentirà di intercettare e gestire un maggior flusso di rifiuti da costruzione e demolizione, con una modulazione dei parametri della tabella 2 sulla base dell’uso cui gli aggregati riciclati sono destinati.

Le criticità emerse: parametri troppo restrittivi

Il Regolamento è finalizzato alla promozione del riciclo avanzato dei rifiuti da costruzione e demolizione per la produzione di aggregati riciclati ma, queste le obiezioni mosse, presenta parametri troppo restrittivi tali da compromettere le principali operazioni di recupero fino ad impedire quasi del tutto il riciclo e portare, quindi, al blocco degli impianti. In primo luogo si fa riferimento ai limiti di concentrazione fissati dalla tabella 2 per la ricerca di contaminanti nella matrice solida degli aggregati riciclati prodotti dal trattamento dei rifiuti da costruzione e demolizione, soprattutto per sostanze come IPA e cromo esavalente.

Le modifiche al decreto: ecco quali sono

Gli operatori del settore del recupero dei rifiuti da costruzione e demolizione e le Pubbliche Amministrazioni hanno segnalato al Ministero alcuni possibili miglioramenti con le relative proposte di revisione.

In particolare, lo schema presenta alcune modifiche ed integrazioni al precedente provvedimento, in merito all’articolato e gli allegati. A tal riguardo, si segnalano le modifiche ed integrazioni che riguardano:

  • ampliamento degli scopi specifici degli aggregati recuperati (ad esempio la produzione di clinker, componente del cemento);
  • integrazione della tabella 2 (parametri da ricercare e valori limite) dell’Allegato 1 con l’inserimento di un’ulteriore colonna avente limiti più alti per specifici utilizzi degli inerti;
  • introduzione di un’ulteriore tabella 2a) (parametri da ricercare e valori limite) in Allegato 1 dove i valori limite di concentrazione si applicano ai lotti di aggregato recuperato destinati all’utilizzo della produzione di clinker per cemento che i tempi di conservazione dei campioni degli aggregati recuperati.

Alla luce delle modifiche introdotte, la revisione del decreto permetterà di gestire un maggior numero di rifiuti inerti da costruzione e demolizione, portando benefici in termini di sostenibilità.

Ricordiamo che le imprese hanno tempo fino al 4 maggio 2024 per potersi adeguare sotto il profilo sia amministrativo sia tecnico alle previsioni del decreto.

Consultazione: come funziona

Tutti gli operatori interessati sono invitati a partecipare alla consultazione e potranno inviare osservazioni e modifiche al nuovo decreto sui rifiuti inerti da costruzione e demolizione, utilizzando l’apposita scheda predisposta.

La fase di consultazione si è concluderà entro 10 giorni dalla data di pubblicazione del presente avviso sul sito, ossia il 6 maggio.

In allegato lo schema dell’aggiornamento del decreto.

Fonti: BibLusnet, Ministero dell’ambiente

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