Un documento si sofferma sulla sicurezza elettrica con particolare riferimento a componenti degli impianti, rischi e sistemi di protezione. Focus sull’utilizzo improprio di apparecchiature elettriche e su elettrocuzione e incendi.
Un impianto elettrico è definibile come un “insieme delle costruzioni e delle installazioni destinate ad uno o più delle seguenti funzioni: produzione, conversione, trasformazione, regolazione, smistamento, trasporto, distribuzione e utilizzazione dell’energia elettrica”. E proprio la molteplicità delle apparecchiature utilizzabili in questi impianti e le varie condizioni d’impiego “possono essere origine di diversi fattori di rischio elettrico, tra cui i principali sono:
- passaggio di corrente elettrica pericolosa per il corpo umano (elettrocuzione);
- elevate temperature o archi elettrici che possono provocare incendi o ustioni”.
Inoltre “per garantire l’uso sicuro delle apparecchiature elettriche e degli impianti, è necessaria la presenza di sistemi e dispositivi di protezione contro:
- contatti diretti;
- contatti indiretti;
- effetti termici;
- sovracorrenti e sovratensioni”.
A ricordarlo, fornendo alcune informazioni sul rischio elettrico, è il Quaderno informativo n.4 elaborato dall’Ufficio Speciale Prevenzione e Protezione dell’ Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e pubblicato nel Portale del Sistema di Gestione per la Salute e Sicurezza sul Lavoro.
Il documento, intitolato “Sicurezza elettrica (componenti, rischi, sistemi di protezione e normativa)”, riporta diverse utili indicazioni sui componenti degli impianti elettrici, sui rischi, sui sistemi di sicurezza, sulla segnaletica e sui principali controlli a vista di un impianto.
Il documento si sofferma anche sulla normativa, ma riguardo a questo aspetto, e in considerazione del fatto il documento non è di recente elaborazione, rimandiamo alla lettura dei nostri articoli in materia di rischio elettrico.
L’articolo di presentazione del documento si sofferma sui seguenti argomenti:
- Sicurezza elettrica: i componenti di un impianto elettrico
- Sicurezza elettrica: i rischi di elettrocuzione e di incendio
- Sicurezza elettrica: utilizzo improprio e controlli a vista
Sicurezza elettrica: i componenti di un impianto elettrico
Il documento – redatto, nelle diverse stesure, da Filippo Monti, Luciano Papacchini, Domenico Petrucci, Giuseppe Pichezzi, Marco Romagnoli, Emiliano Rapiti e Enzo Spagnuolo – ricorda che un impianto elettrico è generalmente costituito da quadro elettrico, tubi e cavi, prese a spina, apparecchi di manovra e comando, lampade, sistemi e apparecchi di protezione.
Riportiamo qualche indicazione riguardo al quadro elettrico.
Si ricorda che in ogni impianto elettrico, a valle del contatore, “si trova un quadro di distribuzione, costituito da materiale plastico autoestinguente a doppio isolamento, nel caso di piccole dimensioni, e da materiale metallico negli altri casi”. E tale quadro “alloggia gli interruttori che hanno due funzioni: protezione e sezionamento”.
Mentre riguardo ai tubi e cavi si ricorda che i tubi “servono per proteggere meccanicamente i cavi elettrici e possono essere posati a vista, sotto intonaco, o sotto pavimento. Possono essere di tipo flessibile in polivinile, di tipo rigido in PVC, o in acciaio zincato. I cavi servono per raggiungere con la corrente elettrica i vari punti dell’impianto”.
Si ricorda che i cavi “possono essere classificati in funzione del comportamento nei confronti del fuoco o della tensione d’isolamento”. Ad esempio in base al comportamento nei confronti del fuoco i cavi si possono classificare in:
- “non propaganti fiamma;
- non propaganti l’incendio;
- non propaganti l’incendio e a ridotta emissione di fumo e gas tossici;
- resistenti al fuoco;
- per ambienti ad elevate temperature”.
Si segnala poi che i “sistemi e apparecchi di protezione” servono per “limitare gli effetti dannosi, per l’integrità del sistema e per la sicurezza delle persone, d’eventuali anomalie dell’impianto elettrico”.
Sicurezza elettrica: i rischi di elettrocuzione e di incendio
Il quaderno informativo ricorda che i principali rischi connessi all’utilizzo di corrente elettrica sono due:
- elettrocuzione: “consiste nell’attraversamento del corpo umano da parte della corrente elettrica. Affinché si possa verificare tale passaggio la corrente deve avere un punto di entrata e un punto di uscita. Ad esempio, se accidentalmente si viene a contatto con un elemento in tensione, il passaggio di corrente avviene solo se il corpo umano è in contatto diretto con la terra”;
- incendio: “l’incendio di origine elettrica o l’innesco in atmosfera esplosiva è dovuto ad un’anomalia dell’ impianto elettrico, come ad esempio un corto circuito, un arco elettrico o un sovraccarico. Inoltre, l’impianto elettrico può essere un vettore d’incendio se costituito da materiale combustibile”.
In particolare l’elettrocuzione può avvenire per:
- contatto diretto: “il contatto con una parte normalmente in tensione dell’impianto elettrico, ad esempio un filo scoperto o male isolato, o contatto con entrambe le mani dei due poli della corrente. Nei luoghi accessibili a tutti, la protezione deve essere assicurata dall’adozione di involucri e barriere rimovibili solo tramite l’utilizzo di apposito attrezzo”.
- contatto indiretto: “avviene quando si entra in contatto con parti metalliche normalmente non in tensione. Tali parti metalliche possono risultare inaspettatamente in tensione a causa di guasto della macchina o di qualche suo componente. Un esempio sono le carcasse metalliche degli elettrodomestici”;
- arco elettrico: “si manifesta in caso di guasto o di manovre su apparecchiature elettriche, e si manifesta come una sorgente intensa e concentrata di calore con emissione di gas e vapori tossici, particelle incandescenti e radiazioni”.
Sicurezza elettrica: utilizzo improprio e controlli a vista
Il documento ricorda poi l’utilizzo improprio di apparecchiature elettriche che avviene spesso nella pratica quotidiana.
Si riportano alcuni esempi:
- “l’uso di adattatori che permettono di inserire una spina di 16 A in una spina da 10 A, oppure adattatori tripli che permettono un assorbimento di potenza maggiore di quello sopportabile dalla presa, con conseguente riscaldamento della stessa per effetto Joule”;
- “le giunzioni di cavi fatte semplicemente attorcigliandoli tra loro e rivestendoli con nastro isolante, invece di usare gli idonei morsetti”;
- “l’utilizzo molto diffuso di prolunghe con cavo di sezione molto piccola o sprovviste di cavo di terra o terminanti con adattatore multiplo, come la cosiddetta ‘ciabatta’”.
Concludiamo riportando, dal documento, una lista dei principali controlli da effettuare a vista su un impianto elettrico:
- “accertamento dell’esecuzione completa e funzionante di tutti gli impianti al progetto;
- controllo dello stato degli isolanti e degli involucri;
- controllo dell’efficienza delle barriere di protezione nei luoghi il cui accesso è riservato a personale addestrato;
- accertamento della qualità dei materiali e degli apparecchi;
- verifica dei contrassegni d’identificazione dei marchi e delle certificazioni;
- verifica dei gradi di protezione degli involucri;
- controllo dell’integrità dell’impianto di messa a terra;
- controllo dei provvedimenti di sicurezza nei bagni;
- verifica impianto AD-FT nei locali caldaia;
- verifica dei tracciati per le condutture incassati;
- idoneità delle connessioni dei conduttori e degli apparecchi;
- controllo delle sezioni minime e dei colori distintivi dei conduttori;
- verifica degli apparecchi per il comando e l’arresto d’emergenza”.
Segnaliamo infine che il documento, che vi invitiamo a visionare integralmente, riporta anche utili indicazioni sugli effetti sul corpo umano provocati dalla corrente elettrica e sulla segnaletica di sicurezza che “non sostituisce, in nessun caso, le misure di protezione e prevenzione”, ma che può essere necessaria per:
- limitare i pericoli per le persone esposte;
- vietare comportamenti pericolosi;
- prescrivere comportamenti necessari;
- fornire indicazioni di soccorso, di salvataggio e di prevenzione.
Fonti: Puntoicuro.it