Ricordiamo ai nostri lettori quali possono essere le alternative a dover “leggere” giornalmente i certificati vaccinali dei dipendenti, anche alla luce del ritardo del Decreto Legge che doveva approdare oggi in Senato, ma in fase commissione d’esame hanno “richiesto più tempo”.
Fermo restando di fare molta attenzione a quelle che sono le ripercussioni derivanti dal GDPR e delle norme sui dati sensibili e dati identificativi.
Possedere il green pass è diventato per molti una normalità, così com’è è ormai un gesto automatico farlo controllare prima di entrare al lavoro. Procedimento rodato che ruba pochi attimi. Ma per velocizzare ulteriormente, un emendamento al decreto legge 127 del 21 settembre 2021, quello cioè relativo alle misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante certificazione verde, prevede la possibilità per i dipendenti del settore privato di chiedere di “consegnare al proprio datore di lavoro copia della propria certificazione verde Covid-19”. Al di là di qualche dubbio relativo alla privacy (che sarà sicuramente superato), questo permette al datore di lavoro in possesso del green pass valido del dipendente di non fare più i controlli quotidiani. Una semplificazione non da poco, anche considerando il fatto che se il datore di lavoro per qualsiasi ragione manchi di fare il controllo, rischia come sappiamo una sanzione tra i 400 e i mille euro.
Nessuna sanzione se il green pass scade entro l’orario di lavoro
Ma questa non è l’unica semplificazione relativa all’obbligo del green pass sui luoghi di lavoro che il percorso di conversione in legge del decreto porta con sé. Tra le novità avanzate dagli emendamenti fatti in commissione Affari costituzionali del Senato (il dl sarebbe dovuto approdare oggi 10 novembre in Aula, ma la commissione non ha terminato l’esame degli emendamenti e il presidente Dario Parrini ha chiesto «più tempo a disposizione»), c’è anche la rassicurazione ai dipendenti ai quali scada il green pass all’interno dell’orario del turno lavorativo. Viene stabilito infatti che il lavoratore può continuare a svolgere le sue mansioni fino al termine dell’orario previsto dal suo turno, senza incappare nella sanzione (si va dai 600 ai 1.500 euro) prevista per chi lavora con green pass scaduto.
Sostituzioni più lunghe dei dipendenti senza green pass
Modifiche in vista anche per i lavoratori che svolgono un’attività lavorativa in aziende con meno di 15 dipendenti: finora dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata questi dipendenti sono incappati nella sospensione e il datore di lavoro ha potuto provvedere alla loro sostituzione con un contratto di sostituzione di durata massima di 10 giorni e rinnovabile una sola volta. Ora, grazie a un emendamento, viene precisato che i 10 giorni sono tutti lavorativi, e che il contratto può essere rinnovato più volte purché entro il 31 dicembre 2021.
Fonti: Corriere della Sera