Perché sono importanti gli scenari espositivi? Cosa sono gli scenari contributivi? Come si sviluppa il processo di comunicazione? Quali sono le difficoltà nella stesura degli scenari? Ne parliamo con Leonello Attias dell’Istituto Superiore di Sanità.
Per prevenire efficacemente i rischi connessi all’esposizione professionale alle sostanze chimiche e alle miscele è necessario che gli strumenti di comunicazione dei pericoli, come ad esempio le schede di dati di sicurezza (SDS), siano adeguati e precisi.
Ma purtroppo, come ricordato, in una recente intervista, da Celsino Govoni, coordinatore del Gruppo Tecnico Interregionale REACH e CLP, “circa il 70% delle schede di sicurezza non sono conformi o comunque hanno delle non conformità”.
Riguardo poi agli strumenti di comunicazione è importante parlare degli “ scenari di esposizione” che, previsti dal Regolamento REACH, contengono l’insieme delle condizioni, comprese le condizioni operative e le misure di gestione dei rischi, che descrivono il modo in cui la sostanza è fabbricata o utilizzata durante il suo ciclo di vita e il modo in cui il fabbricante o l’importatore controlla o raccomanda agli utilizzatori a valle di controllare l’esposizione delle persone e dell’ambiente.
E anche questi scenari d’esposizione costituiscono uno strumento importante per la valutazione e la prevenzione del rischio da agenti chimici pericolosi, cancerogeni e mutageni.
Per approfondire il tema dell’importanza degli scenari espositivi abbiamo intervistato, durante l’ultima edizione della manifestazione “ Ambiente Lavoro” a Bologna, Leonello Attias (Istituto superiore di sanità ISS – Centro Nazionale delle Sostanze Chimiche, dei Cosmetici e della protezione del Consumatore) che, insieme a Celsino Govoni e Raffaella Cresti (ISS) ha presentato la relazione “Scenari espositivi e le criticità della loro applicazione nei luoghi di lavoro” al convegno “REACH-OSH_2022 – SICUREZZA CHIMICA E SCHEDA DI DATI DI SICUREZZA. La Nuova Scheda di Dati di Sicurezza per una nuova Valutazione del rischio da agenti chimici pericolosi, tossici per la riproduzione, cancerogeni, mutageni” (Ambiente Lavoro, Bologna, 23 novembre 2022).
Qual è il ruolo dell’Istituto superiore di sanità riguardo ai rischi chimici?
Cosa sono e perché sono importanti gli scenari espositivi?
Cosa succede quando il singolo utilizzo di una sostanza è composto da più di una attività/mansione? Cosa sono gli scenari contributivi?
Quali sono gli aspetti più importanti del processo di comunicazione richiesto dal Regolamento Reach?
Quali sono le principali difficoltà e come migliorare la stesura degli scenari espositivi?
L’intervista si sofferma su vari argomenti:
- L’ISS, le sostanze chimiche e gli scenari di esposizione
- Gli scenari di esposizione: scenari contributivi e comunicazione
- Gli scenari di esposizione: complessità e formazione
L’intervista di PuntoSicuro a Leonello Attias
L’ISS, le sostanze chimiche e gli scenari di esposizione
Qual è il ruolo dell’Istituto superiore di sanità riguardo al tema delle sostanze chimiche e dei rischi correlati?
Leonello Attias: L’Istituto Superiore di Sanità con il Centro nazionale sostanze chimiche partecipa attivamente alle attività scientifiche previste per la valutazione dei rischi in ambito REACH, quindi è l’interfaccia nazionale con l’Agenzia Europea delle sostanze chimiche ( ECHA ) e coordina le attività scientifiche di valutazione in ambito nazionale e partecipa con i propri esperti ai comitati dell’Agenzia Europea.
La relazione che avete presentato ad Ambiente Lavoro si occupa degli scenari espositivi e delle criticità della loro applicazione nei luoghi di lavoro. Ricordiamo cosa sono gli scenari espositivi…
L.A.: Gli scenari espositivi sono, di fatto, uno strumento fondamentale per la dimostrazione e la comunicazione delle informazioni sull’uso sicuro delle sostanze chimiche. Sono normalmente dei documenti, vere e proprie valutazioni del rischio, che vengono allegati, quando necessario, perché non sempre è necessario effettuare gli scenari di esposizione, alla scheda di sicurezza.
Sono generalmente, per convenzione, costituiti da quattro sezioni. Perché non c’è nessuna richiesta specifica obbligatoria nel regolamento, ma poi si è sviluppato, diciamo, un format per gli scenari di esposizione.
Sono così costituiti da quattro sezioni.
Una sezione sui titoli che descrive quali sono i principali utilizzi della sostanza. Una sezione che riguarda le condizioni d’uso, che sono l’elemento, il cuore dello scenario di esposizione, perché le condizioni d’uso sono praticamente costituite dalle condizioni operative (tutto quello che, utilizzando una sostanza, praticamente determina un innalzamento dell’esposizione) e poi dalle misure di gestione del rischio che, in qualche modo, devono consentire di abbattere l’esposizione.
La terza sezione, con tutti gli elementi delle condizioni d’uso, è la vera e propria stima dell’esposizione e il confronto dei valori dei livelli di esposizione con i livelli associati ad un rischio; quindi per verificare se ci sono dei rischi legati all’utilizzo di sostanze o miscele.
La quarta e ultima sezione è uno strumento che raccoglie le informazioni e orientamenti per gli utilizzatori a valle (…) per consentire di verificare che le informazioni riportate si adattino alle condizioni d’uso. (…)
Quindi sono presenti tutta una serie di strumenti, di algoritmi, di istruzioni, da parte del fornitore, per permettere, per consentire di verificare che, in effetti, il rischio sia adeguatamente controllato.
Gli scenari di esposizione: scenari contributivi e comunicazione
Lo scenario di esposizione è costituito dell’insieme delle condizioni che garantiscono un uso sicuro della sostanza/miscela per uno specifico uso identificato. Cosa succede quando il singolo uso è composto da più di una attività?
L.A.: È chiaro che un singolo utilizzo di una sostanza può essere praticamente costituito anche da più mansioni, di un lavoratore, di un operatore. Quindi uno scenario di esposizione, di fatto, è costituito potenzialmente anche da più scenari contributivi – si chiamano proprio “scenari contributivi” – che insieme, sommati tra loro, determinano l’esposizione dell’operatore esposto. Di fatto, per esempio, in ambito lavorativo ci possono essere diverse mansioni, diverse attività, ad esempio la miscelazione di una sostanza, l’applicazione della sostanza, (…) tutta una serie di attività che portano un’esposizione cumulativa che deve essere considerata.
Quindi ogni “scenario contributivo” avrà i propri determinanti dell’esposizione che devono essere considerati insieme per la valutazione del rischio.
Di fatto questo è importante perché consente, prima di tutto, di verificare che gli usi siano adeguatamente controllati, ma anche, da parte di chi li deve elaborare, di regolare le attività dei lavoratori esposti in modo da mantenersi al di sotto dei livelli di rischio.
Nell’ambito del processo di comunicazione la definizione degli scenari di esposizione rappresenta un elemento cardine. E lungo la catena di approvvigionamento è previsto un flusso di informazioni che vanno dal fornitore all’utilizzatore a valle e viceversa. Ricordiamo brevemente quali sono le comunicazioni richieste dal Regolamento Reach…
L.A.: La comunicazione è un elemento fondamentale. Lo scenario di esposizione è un documento, per le sostanze, allegato alla scheda di sicurezza. (…) E la scheda di sicurezza è il principale strumento di comunicazione che viene distribuito a valle della catena di approvvigionamento, ma deve anche ricevere un riscontro da parte di chi, appunto, riceve questo scenario di esposizione allegato alla scheda di sicurezza per verificare la correttezza delle informazioni.
Di fatto tutti gli attori della catena di approvvigionamento sono coinvolti nella comunicazione e nel controllo del flusso di informazioni. Quindi i registranti in primis che devono preparare per primi la scheda di sicurezza, prevedendo anche gli utilizzi della sostanza tal quale o come miscela e quindi trasmettere queste previsioni, queste valutazioni anche a valle della catena. Poi c’è il ruolo importante di chi riceve la scheda di sicurezza, con allegato lo scenario di esposizione, che deve verificare la correttezza delle informazioni e quindi deve eventualmente dare un feedback, deve eventualmente comunicare queste informazioni, laddove riscontra dati non precisi, a monte della catena; si crea così una comunicazione circolare che può produrre, alla fine, uno strumento sempre più affinato, quindi sempre più preciso, e che sempre meglio si adatta alle condizioni di uso.
Diventa quindi uno strumento sempre più efficace…
L.A.: Sì, diventa uno strumento sempre più efficace e quindi sempre più preciso. Uno strumento che, alla fine, sarà ottimale per dimostrare l’uso sicuro delle sostanze e per comunicarlo.
Gli scenari di esposizione: complessità e formazione
Concludiamo ricordando le difficoltà e criticità nella stesura degli scenari espositivi…
L.A.: Allora gli scenari di esposizione sono degli strumenti di comunicazione della valutazione dei rischi lungo la catena di approvvigionamento; quindi sono, di fatto, la rappresentazione sintetica di quanto riportato nella relazione sulla sicurezza chimica, laddove viene effettuata per il dossier di registrazione. La valutazione della sicurezza chimica è di fatto la valutazione del rischio delle sostanze o delle miscele. È una procedura estremamente complessa che richiede una formazione ad hoc e quindi laddove ci sono carenze di formazione si potrebbero avere dei prodotti di qualità inferiore.
Si tratta di una comunicazione, anche qui, complessa che, per quanto riguarda gli scenari di esposizione, avviene attraverso la circolazione di un allegato alla scheda di sicurezza. Per le miscele esistono diversi modi per comunicare le informazioni relative all’uso sicuro. Ci sono dei nuovi approcci che addirittura consentono di elaborare degli scenari di esposizione ad hoc anche per le miscele, oppure le informazioni sulla sicurezza si riportano nel testo della scheda di sicurezza e in alcune sezioni specifiche.
Quindi la comunicazione a valle, a monte della catena di approvvigionamento, è una comunicazione complessa. Quindi un corto circuito, una carenza, un problema nella comunicazione, in qualsiasi punto della catena di approvvigionamento, potrebbero compromettere la qualità delle informazioni trasmesse e, quindi, la produzione di uno strumento di qualità inferiore.
Tornando alla formazione, la formazione è fondamentale. Eventi, come quello che si è tenuto a Bologna, il convegno REACH-OSH, sono fondamentali anche come elementi formativi per gli attori coinvolti e anche per aumentare la consapevolezza sull’importanza dello scenario di esposizione come strumento di comunicazione.
Articolo e intervista a cura di Puntosicuro.it