Un nuovo documento Inail, come preannunciato nel precedente articolo sullo stesso tema ma in ambito agricolo, si sofferma sul rischio elettrico nel settore delle costruzioni. I rischi elettrici diretti, il problema dell’interferenza, i dati sugli infortuni mortali e gravi e le reti di bassa, media, alta e altissima tensione.

L’energia elettrica è un elemento presente e/o indispensabile in questi ambiti, ma se vogliamo in tutte le attività, non solo lavorative. Ma dove ci sono fonti di alimentazione elettrica, esiste sempre il rischio elettrico che, “se non adeguatamente gestito, può manifestarsi con conseguenze anche gravi sulle persone, ma che, con pochi e semplici accorgimenti, è possibile riconoscere e controllare, così da porsi in condizioni di assoluta sicurezza”.

A sottolineare l’importanza della prevenzione dei rischi elettrici è un documento nato dalla collaborazione tra Inail ed Enel nell’ambito di un protocollo d’intesa, anche con diverse organizzazioni sindacali, per realizzare iniziative di riduzione dei rischi e prevenzione di infortuni e malattie professionali in vari ambiti lavorativi.

In particolare, il documento che presentiamo oggi, intitolato “Il rischio elettrico nel settore delle costruzioni”, intende “sensibilizzare lavoratori e imprese del settore delle costruzioni fornendo informazioni in relazione alla presenza delle reti di distribuzione e diffondendo le principali regole di comportamento per la gestione del rischio elettrico quando ci si trova in prossimità delle infrastrutture elettriche”.

Per presentare il documento ci soffermiamo sui seguenti argomenti:

  • La presenza del rischio elettrico nel settore delle costruzioni
  • Il rischio elettrico nel settore delle costruzioni: un problema concreto  
  • Il rischio elettrico nel settore delle costruzioni: le reti elettriche 

La presenza del rischio elettrico nel settore delle costruzioni

Il documento Inail – a cura di D. Magnante e R. Maialetti (Inail, CTSS), S. Manca (Inail, DIMEILA), A. Nebbioso (Inail, DIT), M. Palla, A. Tecci, E. Manocchi, V. Bonaccorsi, G.E. Roggio e L. Saporiti (Enel, Unità Salute, Sicurezza, Ambiente e Qualità) – ricorda quanto sia diffuso questa tipologia di rischio in edilizia.

Si indica che, in alcune tipologie di attività lavorative, “il rischio elettrico è connaturato al lavoro stesso: pensiamo ad esempio ad un tecnico manutentore di impianti elettrici”. Mentre in altri ambiti questo rischio “è presente per interferenza”: ci si trova “in un contesto ambientale condiviso”, dove “le nostre attività o le nostre attrezzature potrebbero interferire con impianti e infrastrutture elettriche presenti nello stesso ambiente, con un possibile impatto sulla nostra salute o sicurezza”.

Ad esempio, per chi opera nel settore delle costruzioni “la possibilità di trovarsi in prossimità di infrastrutture elettriche in esercizio non è trascurabile. Parliamo quindi di linee elettriche aeree, su pali o tralicci, o anche sulle facciate delle abitazioni o ancora di linee elettriche interrate o sottotraccia e quindi non visibili, interconnesse fra loro, che transitano in ogni angolo del nostro Paese e che possono esser presenti all’esterno o all’interno di edifici e strutture in costruzione o in fase di ristrutturazione”.

Il rischio elettrico nel settore delle costruzioni: un problema concreto 

Gli autori presentano alcuni dati tratti dalla banca dati Inail e dal sistema di sorveglianza degli infortuni mortali “InforMo”.

Ad esempio, la banca dati statistica dell’Inail riporta, nel triennio 2019 – 2023, 1172 infortuni accertati nel settore delle costruzioni per cause di natura elettrica. Mentre il sistema InforMo, “tra il 2002 e il 2022, registra 186 infortuni mortali e gravi per cause di natura elettrica nello stesso settore”.

E dalla “descrizione dei verbali estrapolati dal sistema di sorveglianza InforMo nel periodo 2002 – 2022, emerge che, tra gli infortuni mortali, 128 sono avvenuti per contatto elettrico diretto. Di questi, 68 (più della metà) sono dovuti a contatto con linee elettriche aeree e, in particolare, si sono verificati durante l’impiego o la movimentazione di:

  • betoniere, autobetonpompe e pompe per il calcestruzzo 22 casi;
  • PLE (piattaforme di lavoro elevabili) 16 casi;
  • apparecchi mobili di sollevamento, quali le gru 11 casi;
  • ponti su ruote (trabattelli) o scale metalliche 11 casi;
  • altre attrezzature di lavoro (cassoni ribaltabili, benne, tubi di aspirazione, ecc.) o
  • utensili con parti conduttrici (svettatoi, coclee, aste metalliche, ecc.) 8 casi.

In particolare, i fattori di rischio prevalenti sono “la mancata consapevolezza del proprio agire nonché l’assenza di informazioni specifiche e di adeguata formazione, che in diversi casi hanno comportato errate modalità di esecuzione dei lavori in altezza e in prossimità di linee elettriche non disalimentate o non protette, senza l’adozione di adeguate misure di sicurezza”, come richiesto anche dall’art. 117 del Decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, applicabile ai cantieri.

Il rischio elettrico nel settore delle costruzioni: le reti elettriche  

Si ricorda poi che nel nostro Paese abbiamo “diverse tipologie di reti elettriche interconnesse, ciascuna che assolve ad un compito ben preciso”. E il complesso del sistema elettrico nazionale è formato “dalle centrali di produzione, dove l’energia elettrica viene generata, dalle reti di trasmissione, per il trasporto dell’energia dalle centrali verso le stazioni elettriche dove viene trasformata da Alta a Media e Bassa Tensione, ossia i livelli che servono per la distribuzione nelle nostre città tramite una rete capillare”. Senza dimenticare che al di là dei tralicci e pali che trasportano l’energia, “le linee elettriche, si trovano molto spesso anche nel sottosuolo”.

Il documento fornisce utili informazioni sulle reti di bassa, media, alta e altissima tensione.

Si indica che le reti di Bassa Tensione sono le più lunghe e che con una estensione di più di 800.000 km, sono “esercite”, sottoposte ad una tensione elettrica di 230 V o 400 V. Possono essere “di tipo aereo o interrato” e quelle aeree “sono generalmente poste su pali ad un’altezza tra i 6 e i 12 metri” con conduttori aerei che molto raramente “possono essere ancora ‘nudi’, ossia non protetti da materiale isolante solido e agganciati ai sostegni previa interposizione di appositi supporti isolanti, detti appunto ‘isolatori’. Quasi sempre, infatti, sono in cavo, ossia con la parte conduttrice avvolta da uno o più strati di materiale isolante”.

Questa tipologia di linee porta l’ energia elettrica alle case, ma le “linee aeree di Bassa Tensione” si trovano “sostanzialmente solo in aree rurali o montane.  Infatti, nelle aree urbane, le linee di Bassa Tensione sono prevalentemente realizzate con cavi posati nel sottosuolo a profondità generalmente superiori agli 80 cm, segnalate e protette da protezioni di tipo meccanico”.

Veniamo alle indicazioni per le altre tipologie di rete:

  • reti di Media Tensione: “sono lunghe più di 360.000 km e sono esercite ad una tensione variabile da 3 kV sino a 20 kV. Sono infrastrutture di tipo aereo o interrato. Quelle aeree sono generalmente poste su pali o tralicci ad un’altezza tra i 6 e i 20 metri”. I conduttori aerei possono essere ‘nudi’ “oppure in cavo, ossia con la parte conduttrice avvolta da uno o più strati di materiale isolante”. Anche in questo caso nelle aree urbane le linee di media tensione “sono prevalentemente realizzate con cavi posati nel sottosuolo a profondità generalmente superiori agli 80 cm, segnalate e protette da protezioni di tipo meccanico”.
  • reti di Altissima e Alta tensione: “sono esercite ad una tensione variabile, generalmente da 132 kV a 380 kV” e la rete “è costituita da linee di tipo aereo in conduttori nudi o con cavi posati nel sottosuolo” Inoltre possiamo “trovare le linee aeree, poste su tralicci, prevalentemente in aree rurali, lungo le linee ferroviarie o nelle periferie cittadine, mentre nelle aree urbane le linee sono realizzate prevalentemente con cavi interrati, ben segnalate e protette da protezioni di tipo meccanico”.

Si segnala poi che per prevenire i rischi elettrici bisogna prestare attenzione non solo “agli elettrodotti e/o impianti destinati al trasporto, alla trasformazione e alla distribuzione dell’energia elettrica”, ma anche alle “infrastrutture esercite da altri enti o soggetti privati, destinati al soddisfacimento di bisogni collettivi o individuali” (“impianti di produzione elettrica; impianti di illuminazione pubblica; linee di trazione per treni, tram, filobus, ecc.; impianti privati, ascrivibili a soggetti pubblici o privati”, …)

Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale del documento Inail che riporta diverse immagini e si sofferma anche sulla pianificazione della sicurezza e su cosa fare in caso di infortuni elettrici.

Scarica il documento da cui è tratto l’articolo: 

Inail, CTSS, Dimeila, Ditsipia, Enel, “ Il rischio elettrico nel settore delle costruzioni”, a cura di D. Magnante e R. Maialetti (Inail, CTSS), S. Manca (Inail, DIMEILA), A. Nebbioso (Inail, DIT), M. Palla, A. Tecci, E. Manocchi, V. Bonaccorsi, G.E. Roggio e L. Saporiti (Enel, Unità Salute, Sicurezza, Ambiente e Qualità), Prodotto realizzato nell’ambito del Protocollo d’intesa tra INAIL, Enel e le OO.SS. Filctem-Cgil, Flaei-Cisl e Uiltec-Uil, edizione 2025 (formato PDF, 1.23 MB).

Fonti: Puntosicuro.it, Inail.it