
Un documento dell’Agenzia europea EU-OSHA si sofferma sul lavoro da remoto e ibrido. Focus sui rischi specifici del lavoro ibrido, sul modello hot-desking, sulla valutazione dei rischi e sulle misure di prevenzione.
Se, in generale, il lavoro da remoto, in particolare il telelavoro, è stato incentivato dalla pandemia da COVID-19, il lavoro ibrido, che combina lavoro a distanza e lavoro presso la sede del datore di lavoro, è diventato sempre più comune anche successivamente all’emergenza pandemica.
Considerando la grande diffusione del lavoro a distanza è ormai importante riuscire a identificare e affrontare i fattori di rischio per la salute e sicurezza sul lavoro (SSL) legati al lavoro da remoto e ibrido. Ed è necessaria anche un’idonea formazione dei dipendenti e dei dirigenti per poter garantire, anche in queste particolari tipologie lavorative, la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori.
A ricordarlo, in occasione della campagna europea 2023-2025 “ Lavoro sano e sicuro nell’era digitale”, è un documento, una scheda, pubblicata dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ( EU-OSHA) e intitolata “ Remote and hybrid work: managing safety and health anywhere” (Lavoro remoto e ibrido: gestire la sicurezza e la salute ovunque).
Abbiamo già presentato la scheda, soffermandoci sui vantaggi e rischi per la salute e sicurezza del lavoro a distanza e sui problemi degli ambienti di lavoro virtuali.
Oggi continuiamo la presentazione affrontando i seguenti argomenti:
- Lavoro a distanza: rischi specifici del lavoro ibrido
- Lavoro da remoto e ibrido: spunti per la valutazione dei rischi
- Lavoro da remoto e ibrido: cosa fare per aumentare sicurezza e salute
Lavoro a distanza: rischi specifici del lavoro ibrido
Dopo aver presentato i possibili rischi, in generale, nel lavoro da remoto, il documento si sofferma in particolare sul lavoro ibrido.
Si indica che, da un lato le ricerche mostrano che il modello ibrido ha meno effetti negativi sui lavoratori in termini di equilibrio tra vita privata e lavoro e di stress, dall’altro, oltre a condividere la maggior parte dei rischi visti con il telelavoro, il lavoro ibrido presenta anche alcuni rischi specifici.
Ad esempio, si indica che l’allargamento di questo nuovo modello di lavoro porta spesso a una riduzione degli spazi d’ufficio presso i datori di lavoro, con un aumento della condivisione (flex-office) e dell’hot-desking, cioè il coinvolgere più lavoratori nell’utilizzo di un’unica postazione.
Questi spazi di lavoro flessibili – continua il documento – non designano più postazioni di lavoro di persone, gruppi o reparti specifici. E nel modello hot-desking, gli utenti generalmente devono prenotare una scrivania per lavorare durante determinati periodi di tempo in ufficio.
Inoltre, le dimensioni ridotte degli uffici fanno sì che le organizzazioni non possano ospitare tutti i team contemporaneamente. Questo può ridurre le attività lavorative nella sede aziendale, impedendo alle persone di svolgere i compiti in ufficio a causa dell’inquinamento acustico o della mancanza di spazi adeguati, e imponendo il telelavoro forzato ad alcuni membri del team. E se non gestita correttamente, la presenza di persone in ufficio in orari diversi può provocare una sensazione di isolamento del singolo lavoratore ibrido, incidendo anche sul team building e sul lavoro di squadra.
Lavoro da remoto e ibrido: spunti per la valutazione dei rischi
Il documento si sofferma poi sulla valutazione dei rischi nei luoghi di lavoro remoti.
Si indica che le organizzazioni hanno un ruolo fondamentale nella prevenzione dei rischi legati al lavoro remoto e ibrido. Quando il lavoro viene svolto lontano dai locali del datore di lavoro, le condizioni dell’ambiente di lavoro e i relativi rischi sono più imprevedibili e fuori dal controllo diretto dell’azienda. In questo caso la partecipazione dei dipendenti al processo di valutazione dei rischi è molto importante. Oltre a fornire informazioni chiave per l’adozione delle misure, il processo di valutazione dei rischi crea consapevolezza dei rischi tra i lavoratori a distanza.
Una valutazione dei rischi deve anche considerare il livello di mobilità dei lavoratori, cioè il numero di sedi in cui lavorano. I lavoratori a distanza svolgono sempre più spesso il proprio lavoro in più sedi, ad esempio in viaggio. Utilizzano meno postazioni di lavoro standard. Qualsiasi spazio pubblico può essere utilizzato come luogo di lavoro, come parchi, trasporti pubblici, aeroporti, stazioni ferroviarie, biblioteche e così via. Anche i luoghi tradizionali come caffè, bar e ristoranti, vengono utilizzati come luoghi di lavoro. Sebbene accessibili, questi spazi sono imprevedibili, poiché le loro condizioni non dipendono dai lavoratori o dai datori di lavoro.
A seconda del luogo, il numero di rischi fisici può variare. Ad esempio, lavorare in uno spazio all’aperto può avere implicazioni per l’esposizione ai raggi UV, ampiamente riconosciuti come fattore di rischio per il cancro, o avere conseguenze negative sugli occhi a causa delle condizioni di illuminazione inadeguate quando si lavora con computer portatili e smartphone. Un lavoro svolto in treno o in aereo può comportare una maggiore esposizione al rumore e alle vibrazioni.
Lavoro da remoto e ibrido: cosa fare per aumentare sicurezza e salute
È possibile ottenere un lavoro remoto e ibrido che non incida sulla salute e sicurezza del lavoratore?
Si indica che sia i lavoratori che i datori di lavoro possono fare la differenza nel rendere il lavoro remoto e ibrido sicuro e salutare.
Dopo aver effettuato una valutazione dei rischi dei luoghi di lavoro remoti, le organizzazioni dovrebbero fornire ai lavoratori attrezzature, tecnologie digitali, supporto tecnico e indicazioni su come utilizzarle in sicurezza e su come configurare una postazione di lavoro a casa.
I datori di lavoro devono ascoltare le esigenze dei lavoratori e ridurre il loro isolamento. Inoltre, possono fornire attività di formazione per sensibilizzare i lavoratori sulla sicurezza e introdurre una politica chiara sul lavoro remoto e ibrido. Questa dovrebbe includere disposizioni su come valutare e gestire i rischi professionali e le attrezzature ergonomiche.
I lavoratori a distanza possono migliorare l’ergonomia e l’ambiente di lavoro, muoversi, cambiare postura, mantenersi attivi, fare pause regolari e rimanere in contatto con i colleghi e i dirigenti durante tutta la giornata lavorativa.
E specialmente chi lavora da casa – conclude il documento – dovrebbe cercare un equilibrio sano e sicuro tra lavoro e vita privata.
RicoRimandiamo alla lettura integrale del documento dell’Agenzia europea che si sofferma anche sulle implicazioni generali, per la sicurezza e la salute dei lavoratori, del lavoro da remoto e sui rischi connessi agli ambienti di lavoro virtuale.
Il link al sito della campagna “Lavoro sano e sicuro nell’era digitale”.
Scarica il documento da cui è tratto l’articolo:
Fonti: Puntosicuro.it, EU-OSHA