Un manuale informativo dell’Inail propone un approccio integrato e multidisciplinare per le allergie da pollini e l’esposizione in ambito occupazionale. Focus sui fattori e le variabili, sugli studi necessari e sulla valutazione e i monitoraggi.
Le allergie “costituiscono patologie che hanno ormai raggiunto una diffusione epidemica, al punto che il 30 – 40% della popolazione mondiale soffre di almeno una forma di allergia”. Ricordando poi che l’ambiente di lavoro “contribuisce in maniera significativa al carico globale delle allergie, con percentuali stimate intorno al 15 – 17%”, non bisogna dimenticare che le manifestazioni cliniche quali asma e rinocongiuntivite “incidono negativamente sulla produttività lavorativa, riducendola fino al 40% e impattando negativamente anche sulla qualità di vita”.
A fornire questi dati, sicuramente preoccupanti sul fenomeno e lo sviluppo delle allergie, anche in ambito professionale, è una delle premesse, in questo caso a cura di Paola Tomao e Maria Concetta D’Ovidio (Dimeila, Inail), per presentare un nuovo manuale, prodotto dal Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale (Dimeila) dell’ Inail e dal titolo “Allergie da pollini: esposizione in ambito occupazionale. Manuale informativo. Approccio integrato e multidisciplinare”.
Obiettivo del nuovo documento – a cura di Maria Concetta D’Ovidio, Andrea Lancia, Renato Ariano, Armando Pelliccioni, Pasquale Capone, Simona Di Renzi, Paola Melis, Donatella Magri, Federico Di Rita, Manuela De Sario, Francesca de’ Donato, Paola Michelozzi, Adriano Papale e Carlo Grandi – è quello di approfondire il tema delle allergie da pollini, con particolare attenzione alle allergie di eziologia occupazionale.
Il documento è diretto a tutti i numerosi attori della prevenzione, ma anche ai lavoratori e alla popolazione generale, affinché – come indica Giovanna Tranfo, Direttrice del dipartimento – la citizen science “contribuisca alla diffusione della cultura della prevenzione”.
Nel presentare il manuale Inail, ci soffermiamo sui seguenti argomenti:
- Allergie da pollini: i fattori, le variabili e gli studi necessari
- Allergie da pollini: la valutazione degli effetti e i monitoraggi pollinici
- Indice del documento Inail
Allergie da pollini: i fattori, le variabili e gli studi necessari
Sempre in premessa il documento ricorda che se gli agenti in grado di indurre allergie possono essere di natura biologica, chimica e fisica, “i pollini sono tra i primi agenti allergizzanti di origine biologica a essere stati identificati e l’interesse nei loro confronti è aumentato costantemente nel corso degli anni, anche in funzione della loro spiccata propensione a essere modulati dalle variabili ambientali”.
Infatti, sono molti i fattori e le variabili che “contribuiscono a determinare produzione, diffusione, caratteristiche allergeniche, natura ed entità delle manifestazioni cliniche legate ai pollini”. Ad esempio il “ cambiamento climatico che ne condiziona la stagionalità e la diffusione” o anche i “contaminanti chimici con i quali interagiscono, le variabili (micro) meteorologiche in ambienti indoor e outdoor, gli eventi estremi, il ruolo delle persone nel loro trasporto”. Inoltre il “diverso grado di allergenicità che caratterizza le diverse specie polliniche ha un ruolo centrale per gli effetti sulla salute umana”.
Si indica poi che le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (World Health Organization) sulla qualità dell’aria, pubblicate nel 2021, “individuano tra le priorità di ricerca e di intervento quella di effettuare studi multiespositivi che considerino gli effetti additivi, sinergici o antagonisti legati all’interazione tra inquinanti presenti nell’aria, includono a pieno titolo la presenza di pollini o di altri allergeni aerodispersi e promuovono anche il miglioramento delle metodologie nella valutazione dell’esposizione”. E in ambito occupazionale “lo studio delle fonti espositive di natura biologica in associazione con quelle di natura chimica e fisica rappresenta una valida opportunità per approfondire la conoscenza dei meccanismi che possono essere coinvolti nelle dinamiche di interazione uomo-ambiente, caratterizzandone quindi più in dettaglio le reciproche influenze”.
Allergie da pollini: la valutazione degli effetti e i monitoraggi pollinici
Nell’introduzione del manuale, a cura di M.C. D’Ovidio (Dimeila, Inail), si segnala che la valutazione degli effetti degli allergeni pollinici in ambito occupazionale “può essere condotta in diversi modi”. E che l’utilizzo di specifici strumenti informativi, “quali i questionari clinico-anamnestici in grado di valutare le condizioni di salute del lavoratore, raccogliere informazioni sull’attività pregressa e inquadrare le fonti di esposizione in ambiente di vita e di lavoro”, possono rappresentare “una base valida da cui partire”.
Si indica anche che l’utilizzo di test specifici che, ad esempio, “consentono di valutare gli aspetti clinici dell’asma (ma anche di manifestazioni allergiche quali la rinite cronica), la reattività cutanea nei confronti di specifici allergeni così come la risposta IgE-mediata”, rappresentano “strumenti necessari per lo studio delle allergie”.
Nel tempo le metodologie sono diventate “sempre più innovative fino a giungere alle attuali metodologie cosiddette omiche e multiplex, in grado di valutare la contemporanea reattività nei confronti di un numero elevato, variabile da 100 a oltre 300, di allergeni di origine vegetale, animale, alimentare”. Ma tali metodologie “possono essere affiancate ad altre più tradizionali, in modo da attuare un approccio più completo allo studio della reattività immuno-allergologica, delle manifestazioni cliniche e degli aspetti espositivi”.
In aggiunta – continua l’introduzione – “la possibilità di effettuare monitoraggi pollinici in ambienti di lavoro consente di differenziare tra giorni e ore lavorative rispetto a giorni e ore non lavorative, correlandoli alla presenza e alle azioni degli occupanti in ambienti indoor”. E le metodologie omiche, utilizzate per studiare in modo sistematico e globale le caratteristiche di un sistema biologico, offrono “l’opportunità di identificare nuovi biomarcatori di esposizione, effetto e suscettibilità individuale, contribuendo anche a individuare percorsi diagnostici e terapeutici ‘ritagliati’ sul singolo paziente (medicina personalizzata)”.
Il nuovo manuale Inail – conclude l’introduzione – tratta “il quadro normativo in materia di salute e sicurezza sul lavoro, gli aspetti collegati agli obblighi di notifica delle malattie lavoro-correlate, la trasversalità e l’innovazione, con una sempre maggiore integrazione tra salute occupazionale, salute pubblica e salute globale”. E può, dunque, “rappresentare uno strumento informativo e formativo utile per conoscere e gestire l’allergia da pollini in ambiente di lavoro”.
Indice del documento Inail
Rimandiamo alla lettura integrale del manuale Inail “Allergie da pollini: esposizione in ambito occupazionale. Manuale informativo. Approccio integrato e multidisciplinare” e ne riportiamo, in conclusione, l’indice.
Introduzione
Il polline
Monitoraggio aerobiologico del polline
La meteorologia ai fini dell’interpretazione dell’inquinamento aerobiologico
Effetti dei pollini sulla salute umana
Evidenze epidemiologiche nella popolazione generale e nei lavoratori
Normativa
Esposizione a pollini in ambito occupazionale outdoor e indoor
Comfort termico, presenza e azioni degli occupanti: effetti sugli inquinanti biologici aerodispersi indoor
Co-esposizioni rilevanti nella modulazione del rischio di allergie occupazionali
Metodologie per la valutazione della sintomatologia e della suscettibilità e per la diagnosi delle allergopatie respiratorie di natura professionale
Sorveglianza sanitaria: valutazione dell’idoneità al lavoro del soggetto affetto da allergopatie respiratorie da pollini
Approccio integrato per lo studio delle allergie da pollini in ambito occupazionale
Schede informative
Allegati: principali allergeni stagionali
Sitografia
Riferimenti normativi e bibliografici
Acronimi
Ringraziamenti
RTM
Scarica il documento da cui è tratto l’articolo:
Inail, Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale, “ Allergie da pollini: esposizione in ambito occupazionale. Manuale informativo. Approccio integrato e multidisciplinare”, documento curato da Maria Concetta D’Ovidio, Armando Pelliccioni, Pasquale Capone, Simona Di Renzi, Paola Melis, Adriano Papale e Carlo Grandi (Inail, Dimeila), Andrea Lancia (Inail, Dimeila – Sapienza Università di Roma – Dipartimento di biologia ambientale), Donatella Magri e Federico Di Rita (Sapienza Università di Roma – Dipartimento di biologia ambientale), Renato Ariano (Aaiito – Associazione allergologi ed immunologi italiani territoriali ed ospedalieri), Manuela De Sario, Francesca de’ Donato e Paola Michelozzi (Dipartimento di epidemiologia del Ssr – Asl Roma1 – Regione Lazio), edizione 2025, Collana Salute e sicurezza (formato PDF, 11.58 MB).
Fonti: Inail, Puntosicuro.it