600px-GHS-pictogram-silhouete.svgQual è l’impatto e l’applicazione dei regolamenti europei sulle sostanze chimiche? Quali e quante solo le criticità nelle aziende? E quali i supporti disponibili? Ne parliamo con Celsino Govoni dell’Ausl di Modena e Augusto di Bastiano dell’ECHA.

Nei nostri articoli abbiamo più volte presentato i vari regolamenti europei relativi alle sostanze chimiche con particolare riferimento

– regolamento REACH: il regolamento (CE) n. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche, la principale normativa UE relativa alle sostanze chimiche;

– regolamento CLP: il regolamento (CE) n. 1272/2008 relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele. Un regolamento che integra il REACH e assicura che i pericoli delle sostanze chimiche siano comunicati in modo chiaro a lavoratori e consumatori.

E nei nostri articoli abbiamo constatato non solo come siano ancora molti gli incidenti e le malattie professionali correlate al rischio chimico, ma come spesso ci siano proprio difficoltà, specialmente nelle piccole aziende, nell’applicazione dei regolamenti europei.

Proprio per cercare di fare luce sull’importanza dei regolamenti, sulle criticità della loro applicazione e sugli eventuali supporti per le aziende, abbiamo intervistato ad Ambiente Lavoro

a Bologna Celsino Govoni del Dipartimento Sanità Pubblica dell’ AUSL di Modena, una delle persone che hanno contribuito maggiormente in questi anni all’applicazione della normativa in materia di rischio chimico con particolare riferimento ai regolamenti europei. Celsino Govoni era il referente e moderatore di due convegni a Bologna sull’applicazione dei Regolamenti REACH e CLP: “REACH 2016. TU2016, REACH e CLP. L’applicazione dei Regolamenti REACH e CLP e le novità nella gestione del rischio chimico nei luoghi di vita e di lavoro” e “REACH edilizia. L’applicazione dei Regolamenti REACH e CLP nell’ambiente da costruire e nell’ambiente costruito”.

Lo abbiamo intervistato assieme ad uno dei relatori del secondo convegno, Augusto Di Bastiano, funzionario dell’ ECHA, dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche.

Qual è l’impatto dei regolamenti sulla protezione della salute dei lavoratori dai rischi delle sostanze chimiche? Qual è il livello di applicazione nelle aziende?

E, con riferimento all’intervista dell’l’anno scorso a Ludovica Malaguti Aliberti (Centro Nazionale delle Sostanze chimiche), non potevamo non soffermarci sulla scadenza del primo giugno del 2015 e la revisione della valutazione dei rischi da agenti chimici. Nelle aziende si è tenuto conto di questa scadenza nella valutazione dei rischi?

Il Dott. Govoni si sofferma poi sulle scheda dati di sicurezza e ci ricorda che alcune rilevazioni hanno mostrato che spesso si arriva tra il 60% e il 70% di non conformità.

Quali sono dunque le difficoltà, le criticità riguardo alle schede dati di sicurezza?

Abbiamo cercato poi di capire come va l’applicazione dei regolamenti a livello europeo e abbiamo parlato del tema delle autorizzazioni e restrizioni. Conosciamo sufficientemente questa importante fase?

Quali sono poi le criticità nel comparto delle costruzioni in Italia e in Europa?

E quali sono gli strumenti di supporto per le aziende, a partire dal progetto CSA Programme 2.1? Quali sono gli obiettivi? E come possono usufruirne le aziende e gli operatori.

Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto

Partiamo con una domanda che ha l’obiettivo di analizzare l’impatto in questi 10 anni (per quanto riguarda il Regolamento REACH) e otto anni (per quanto riguarda il Regolamento CLP) sulla protezione della salute dei lavoratori dai rischi delle sostanze chimiche. Da dieci anni a questa parte lei ha la percezione che la sicurezza sia effettivamente migliorata nelle aziende? E qual è il livello di applicazione dei due regolamenti?

Celsino Govoni: “I regolamenti REACH e CLP, i regolamenti europei delle sostanze chimiche, sono regolamenti che hanno un altro obiettivo oltre a quello della tutela della salute umana e dell’ambiente (…). Diciamo che nel luogo di lavoro il datore lavoro è soggetto a una normativa di carattere sociale che gradualmente è implementata con questi regolamenti, per quanto riguarda il rischio chimico, e ovviamente applicare la normativa sociale, quindi il Decreto legislativo 81, significa applicare conseguentemente anche i dettati legislativi dei regolamenti europei. Fondamentalmente e paradossalmente non sono semplicemente 4/5 articoli che devono essere applicati di un decreto legislativo italiano, ma deve essere applicato anche tutto il regolamento connesso, perché il regolamento europeo, quindi in questo caso il regolamento REACH condiziona notevolmente l’applicazione della normativa sociale, quindi del decreto legislativo 81/2008.

Riguardo ai cambiamenti possiamo dire che ci sono stati cambiamenti radicali, soprattutto per quanto riguarda le conoscenze. Perché il regolamento REACH dà, ha fornito e fornisce le conoscenze per migliorare la tutela della salute e la sicurezza dei lavoratori sul posto di lavoro. Non è l’obiettivo principale. L’obiettivo principale della tutela è ciò che deriva dalla direttiva, cioè dalla normativa sociale, non da quella di prodotto. E il regolamento REACH e CLP sono normative di prodotto (…).

Per cui si può sicuramente dire che c’è stata un’influenza positiva. Ma che il miglioramento della tutela della salute derivi completamente dalla implementazione di questi regolamenti, non possiamo ancora dirlo. (…) La decisione di non usare più una sostanza che potenzialmente è cancerogena, che ha delle proprietà cancerogene ma è ancora possibile utilizzarla, è una scelta che fa il datore di lavoro e lo fa sulla base della delle informazioni che lui ricava appunto dall’applicazione dei regolamenti. Quindi questi elementi favoriscono la tutela, ma dire in assoluto che i regolamenti abbiano portato elementi di tutela assoluta, non lo possiamo ancora dire”.

L’anno scorso nell’intervista alla dottoressa Malaguti Aliberti del Centro Nazionale delle Sostanze chimiche si era detto che, in relazione alla scadenza del primo giugno del 2015 del Regolamento CLP, molte aziende avrebbero dovuto rivedere la valutazione dei rischi da agenti chimici. Questo secondo lei è avvenuto effettivamente?

Celsino Govoni: “È una domanda a cui posso rispondere, ma in termini non assoluti perché il nostro osservatorio non è tutte le imprese del territorio, ma solo le aziende che noi andiamo a ispezionare.

Nell’ambito dell’attività che abbiamo svolto quest’anno, siamo andati a verificare se le imprese avessero implementato questi obblighi di modificare la valutazione del rischio… Anche se in realtà non è proprio così matematico che il primo giugno il regolamento CLP creasse quest’obbligo. In realtà era necessario, da parte degli Stati membri (della Unione Europea, ndr) quindi anche dell’Italia, recepire una direttiva – la numero 27 del 2014 – che implementava l’applicazione del regolamento REACH e CLP all’interno del 81. E il decreto legislativo 15 febbraio 2016 n. 39 è entrato in vigore il 29 marzo 2016. Per cui l’Osservatorio doveva partire dal 29 marzo.

Noi (…) abbiamo fatto verifica su alcune aziende basandoci su uno studio fatto con l’Università di Parma (…) e abbiamo pubblicato i risultati proprio sugli atti del convegno. (…)

Ci sono alcune aziende che hanno adempiuto e alcune aziende che il regolamento neanche lo avevano implementato correttamente. Sapevano, ma non l’avevano ancora fatto. Formalmente diciamo che il tempo è ancora troppo breve per poter parlare dell’adempimento delle aziende. Però stamattina abbiamo valutato che le aziende sono interessate non solo a implementare e applicare, ma anche applicare nella maniera migliore”.

Quali sono le difficoltà, le criticità riguardo alle schede dati di sicurezza?

Celsino Govoni: (…) “Le schede di sicurezza sono uno degli argomenti più caldi. Anzi il prossimo anno, nel 2017, realizzeremo ad Ambiente Lavoro un convegno dedicato alle schede di sicurezza, anche con riferimento a quelle estese, e parleremo di scenari di esposizione. (…)

Possiamo dire, anche attraverso una pubblicazione che abbiamo fatto quest’anno a questo convegno, che è stata realizzata una fotografia di quelle che sono le conformità e la qualità dei dati delle schede sicurezza che troviamo nei luoghi di lavoro. E troviamo purtroppo più del 60% di schede di sicurezza non conformi. Non conformi nel senso che alcuni sezioni o molte sezioni non sono compilate in maniera corretta. Alcune di queste danno la possibilità di tutelare i luoghi di lavoro, altre invece proprio non sono in grado di farlo, perché le informazioni che vengono fornite non sono corrette e sono anche contrastanti con l’uso che fa il datore di lavoro nei luoghi di lavoro. Per cui non c’è completa associazione degli usi identificati – che la scheda di sicurezza pone in merito all’uso di una miscela pericolosa, di una sostanza – rispetto all’uso che ne fa il datore di lavoro.

Questo scollamento lo abbiamo verificato nel 2016, nel primo semestre 2016 in realtà, e siccome pensiamo che Modena sia un territorio avanzato dal punto di vista culturale, riteniamo che a livello nazionale non si stia molto meglio” …

(…)

Parliamo del tema delle autorizzazioni e restrizioni. Ogni qualvolta una sostanza viene proposta per l’inserimento nell’elenco delle sostanze autorizzate oppure nell’elenco delle restrizioni ci sono delle consultazioni pubbliche a cui può partecipare chiunque… Credo che sia una fase importante…

Augusto Di Bastiano: “Sì, è una fase importante nella quale il cittadino come l’organizzazione non governativa, il sindacato, le aziende, l’associazione di categoria e anche le autorità, hanno la possibilità di dire la loro, di fornire informazioni relative alle sostanze, se le posseggono, oppure relative agli usi, o relative ad indagini epidemiologiche. (…)

Durante la consultazione pubblica, che dura comunque diverse settimane, qualche mese, c’è la possibilità di inserire queste informazioni. E l’ECHA una volta che queste informazioni sono state fornite è tenuta, non solo a guardarle tutte, ma a fornire risposta per ogni singolo suggerimento, per ogni singola informazione che è stata fornita… (…)

Il momento di consultazione pubblica è un momento importante. Non tutti sanno che questo strumento esiste. Attraverso il sito web è possibile capire quando la sostanza andrà in consultazione e qual è l’argomento della consultazione… È un momento di democrazia diretta – adesso va di moda questa parola – perché è un momento in cui chiunque, anche un singolo cittadino, può essere in grado di entrare e fornire le proprie informazioni e anche le proprie preoccupazioni. Anche preoccupazioni relative ad un uso commerciale, ad esempio per sostanze che vanno a finire in prodotti che utilizziamo quotidianamente”.

Veniamo al convegno sui regolamenti e sull’edilizia. Quali sono le criticità nel comparto delle costruzioni in Italia e in Europa?

Augusto Di Bastiano: (…) “Le criticità più importanti sono quelle che stanno alla fine della filiera, cioè del lavoratore professionale. Lavoratore professionale che può essere un operaio di una ditta di costruzioni, ma anche un lavoratore autonomo, un imbianchino, un fabbro, una persona che lavora e però utilizza sostanze chimiche. Perché raggiungere quella categoria di lavoratori per fornire le informazioni corrette sull’applicazione in sicurezza, sull’utilizzo in sicurezza, è la cosa più complicata… (…)

Diamo infine qualche informazione su uno strumento di supporto come il progetto CSA Programme 2.1, un progetto di supporto per gli utilizzatori a valle. Come si svilupperà? Quali sono gli obiettivi? E le aziende e gli operatori come potranno usufruirne?

Augusto Di Bastiano: CSA Programme è un programma più vasto e il 2.1 riguarda gli utilizzatori a valle. Questa parte si propone di fornire informazioni, ma è anche un supporto di tipo pratico per gli utilizzatori per capire come va applicato il regolamento REACH. Quello che ha fatto l’ECHA è un programma pluriennale partito da più di due anni e ha una road map che arriva fino al 2020. Sono presenti tutta una serie di iniziative ed elaborazione di linee guida, elaborazione di partecipazione a convegni e congressi, (…) creazione di esempi che vengono messi sul sito web, presentazioni che possono essere utilizzate, presentazioni PowerPoint, …

Noi abbiamo creato una lista di presentazioni PowerPoint disponibili sul sito web dell’ECHA che chiunque può scaricare e può utilizzare per fare formazione nella propria azienda. Oppure per fare formazione a livello più esteso. Ci sono elementi che possono essere tranquillamente presi, non c’è copyright. Il materiale è pubblico e utilizzabile da chiunque gratuitamente. Sono stati creati anche dei video a supporto – alcuni purtroppo in inglese perché non abbiamo avuto i soldi per poterli tradurre in tutte le lingue – e guide pratiche tradotte in tutte le lingue …

 

Fonti: Puntosicuro.it