
Un intervento si sofferma sui diisocianati fornendo informazioni sui dati epidemiologici, sui rischi per la salute e sulla sorveglianza sanitaria. Focus sulle attività più esposte e sui principali effetti sulla salute.
Come ricordato nel seminario CIIP ” Diisocianati e Poliuretani: un tema importante” (Milano, 20 marzo 2024), i diisocianati sono un gruppo chimico utilizzato nei luoghi di lavoro trasversalmente a molti settori produttivi. E l’esposizione a diisocianati è una delle principali cause di asma occupazionale in Europa.
In particolare, il e l’esametilen disocianato (HDI) “rappresentano il 95% del volume di vendita nella Comunità europea”.
Torniamo dunque a parlare, con riferimento alle relazioni al convegno di Milano, di rischio chimico e cancerogeno e delle novità connesse al Regolamento 2020/1149 del 3 agosto 2020 recante modifica dell’allegato XVII del Regolamento REACH per quanto riguarda i diisocianati.
Ci soffermiamo oggi, in particolare, sull’intervento “I diisocianati: dati epidemiologici, rischi per la salute, sorveglianza sanitaria”, a cura del Dott. Stefano Biancini, medico competente ANMA.
L’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:
- Le attività che espongono i lavoratori al rischio diisocianati
- Il rischio diisocianati e gli effetti sulla salute
Le attività che espongono i lavoratori al rischio diisocianati
Il relatore ricorda, in premessa, che i diisocianati “sono il materiale di partenza per la realizzazione di poliuretani” e tra i più utilizzati si trovano il TDI (toluen diisocianato) e MDI (metilen difenil diisocianato), “dotati di tossicità intrinseca”.
Si ricordano poi le restrizioni all’utilizzo contenute nel Regolamento REACH (ALLEGATO XVII – Restrizione REACH n° 74 – Regolamento UE 2020/1149) e si ricorda che i diisocianati li troviamo nelle “schiume, colle/adesivi, vernici, sigillanti/isolanti/resine”.
Si ricordano poi le dimensioni del «problema», riguardo al mercato mondiale dei poliuretani, e si riportano alcuni numeri sugli esposti in Europa: “4.200.000 lavoratori esposti”.
Queste alcune delle attività che possono esporre i lavoratori nelle costruzioni civili e industriali:
- “Impiantistica
- Serramentistica
- Carpenteria
- Cappottistica
- Imbiancatura”
Si indica che, in questo caso, “l’80-90% delle aziende utilizzano diisocianati con il 20-50% dei lavoratori esposti”.
Questa altre attività con possibile esposizione nell’automotive professionale e industriale:
- “Carrozzeria e car wrapping
- Componentistica e guarnizioni
- Tappezzeria e insonorizzazioni interni”
In questo caso il “90% delle aziende utilizzano Diisocianati con il 10% dei lavoratori esposti”.
Parliamo poi di pelletteria/calzaturiero professionale e industriale:
- “Impermeabilizzazione
- Colorazione
- Sigillatura
- Incollaggio”.
Qui il “95% delle aziende utilizzano diisocianati con il 50% dei lavoratori esposti”.
Altre esposizioni in altri settori:
- “riparazioni e manutenzioni veicoli/macchinari/mobili (“30-95% delle aziende utilizzano Diisocianati con il 20-95% dei lavoratori esposti”):
- “Verniciatura
- Impermeabilizzazione
- Sigillatura
- Applicazione di adesivi
- Operazioni manutentive”
- tessile e dell’abbigliamento
- “Produzione di vestiti, materassi in schiuma, guanti, costumi da bagno”
- settore chimico
- “Produzione di prodotti chimici a base organica, materie plastiche, gomma sintetica, pitture/vernici/rivestimenti/inchiostri da stampa/mastici, colle, fibre sintetiche/artificiali”
- settore plastico e della gomma
- “Produzione di materiali espansi rigidi e morbidi
- legno e mobili
- Produzione di fogli da impiallacciatura, pavimenti in parquet, articoli in sughero/paglia e mobili”
- settore elettronico
- “Produzione di computer e altri dispositivi elettronici”.
Il rischio diisocianati e gli effetti sulla salute
L’intervento si sofferma poi sugli effetti sulla salute, che possono essere acuti, cronici e cancerogeni.
Si parla di irritazione/danno vie aeree (“riduzione funzionalità respiratoria, edema polmonare, polmonite chimica, sovrainfezioni batteriche, asma bronchiale, morte”), ad esempio con riferimento, riguardo agli effetti acuti, a tosse e dispnea.
Riguardo agli effetti cronici si accenna alla sensibilizzazione respiratoria/cutanea, ad esempio con riferimento a:
- asma bronchiale
- dermatiti da contatto
- alveolite allergica estrinseca.
Il relatore si sofferma poi sull’asma da isocianati, una “malattia infiammatoria polmonare”.
Si ripostano alcune informazioni:
- fisiologia
- ostruzione bronchiale reversibile
- iperreattività bronchiale
- infiammazione vie aeree
- clinica
- tosse secca
- respiro sibilante
- difficoltà respiratoria (immediata, ritardata, bifasica)
Si segnala che la broncopneumopatia professionale è una malattia tabellata (DM 10/10/2023).
Nelle slide il relatore riporta poi ulteriori informazioni epidemiologiche, eziopatogenetiche e indicazioni per la diagnosi.
Nella relazione – che non si sofferma sugli effetti cancerogeni – si parla anche di alveolite allergica estrinseca da isocianati/pneumopatia professionale (forma acuta, forma subacuta, forma cronica) e di dermatiti da isocianati/dermopatia professionale.
Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale dell’intervento che si sofferma su molti altri aspetti rilevanti:
- soluzioni alternative, individuando anche i vantaggi e svantaggi, all’ uso dei diisocianati
- l’importanza della prevenzione tecnica e della formazione (ad esempio con riferimento ai dispositivi di protezione collettiva, dispositivi di protezione individuale e monitoraggio ambientale)
- l’importanza della sorveglianza sanitaria (visita medica, accertamenti integrativi, monitoraggio biologico, …).
Ricordiamo, infine, la recente Direttiva (UE) 2024/869 del Parlamento europeo e del Consiglio del 13 marzo 2024 recante modifica della direttiva 2004/37/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e della direttiva 98/24/CE del Consiglio per quanto riguarda i valori limite per il piombo e i suoi composti inorganici e per i diisocianati.
RTM
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Fonti: Puntosicuro.it, CIIP, ANMA, Reach.gov.it