Che la sanità sia spesso coinvolta in violazione di dati personali, è fatto accertato. Negli ultimi tempi sono però cresciute le violazioni afferenti al mondo scolastico.

Ormai i lettori sanno benissimo che il mondo della sanità rappresenta, in tutte le indagini statistiche, un settore di estrema vulnerabilità in tema di protezione dei dati personali. Non credo sia accettabile il principio che “mi preoccupo più della salute del paziente, che della sua privacy!”, come un giorno ebbe ad affermare un luminare medico. Parimenti, trattandosi spesso di strutture pubbliche, le eventuali sanzioni vengono poi pagate dalla comunità stessa, che magari la violazione ha subito.

A fronte di questo scenario, che da anni preoccupa i tutori della protezione dei dati, negli ultimi tempi sono però aumentate in maniera significativa le violazioni dei dati personali, avvenute nell’ambito scolastico.

Un recente studio, condotto dal General accounting Office per il bacino di studenti che va dalle elementari fino agli istituti superiori, ha mostrato indicatori oltremodo preoccupanti.

Nel periodo esaminato, migliaia di studenti sono state colpite da violazioni dei dati; in particolare le pagelle scolastiche, le valutazioni degli insegnanti, i percorsi educativi particolari rappresentano i tipi di informazione che più spesso vengono violati.

In altri casi sono stati violati i dati personali degli studenti, come il codice fiscale, informazioni afferenti alla salute e via dicendo. In altri casi ancora gli studenti stessi hanno violato i dati per alterare i propri profili scolastici.

Secondo gli esperti finanziari e di sicurezza informatica, alcune di queste informazioni possono essere vendute sul mercato nero e possono creare danni finanziari significativi agli studenti. Ad esempio, uno studente che ha raggiunto la maggiore età e che desidera attivare un proprio profilo finanziario potrebbe essere gravemente penalizzato dalla diffusione di informazioni che lo riguardano.

Particolarmente interessante è l’analisi di chi sono i responsabili di queste violazioni.

I criminali informatici rappresentano una piccola percentuale, rispetto al totale dei soggetti che hanno violato i dati, mentre la stragrande maggioranza è rappresentata dagli studenti stessi, senza però dimenticare anche personale scolastico, che più volte è rimasto coinvolto, seppure senza intento criminoso, in queste violazioni.

Un’attenta analisi del profilo degli studenti, causa volontaria od involontaria della violazione, ha messo in evidenza come le violazioni siano assai più frequenti in contesti scolastici di medio ed alto livello, dove la popolazione studentesca potrebbe appartenere a famiglie abbienti. Una ragione può essere riconducibile al fatto che in questi contesti l’uso della tecnologia, in ambito scolastico e in ambito familiare, è assai spinta e quindi aumentano le possibilità di creare situazioni, proclivi a violazioni di dati.

Questa considerazione è di estrema importanza, nell’attuale contesto di didattica a distanza, in quanto l’utilizzo di apparati informatici da parte degli allievi è cresciuto in maniera esponenziale, aumentando in modo altrettanto esponenziale tutti i rischi connessi a un utilizzo improprio. Che poi l’utilizzo anomalo sia cosciente o incosciente, è fatto relativamente secondario.

Per questa ragione tutti gli esperti di sicurezza informatica raccomandano agli istituti scolastici, e agli studenti, di proseguire nell’attività di didattica a distanza, assumendo però ogni possibile cautela contro possibili problemi informatici, le cui conseguenze sono difficilmente prevedibili ed altrettanto difficilmente mitigabili.

Fonti: Puntosicuro.it