
Una guida tecnica per la scelta, l’uso e la manutenzione delle scaffalature porta pallet si sofferma sulle figure coinvolte nel ciclo di vita di una scaffalatura. Datori di lavoro, fornitori, progettisti, PRSES, operatori di magazzino e validatori.
Come ricordato nel documento “ Scaffalature porta pallet. Guida tecnica per la scelta, l’uso e la manutenzione” – realizzato dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (DIT) dell’ Inail in collaborazione con ANIMA – possono essere diversi i rischi per i lavoratori nell’utilizzo delle scaffalature porta pallet.
I rischi connessi a questi “sistemi di stoccaggio progettati per immagazzinare unità di carico pallettizzate” sono presenti:
- “durante il montaggio, smontaggio, riconfigurazione delle scaffalature”,
- “durante la movimentazione delle unità di carico”,
- “durante il deposito (carico), prelievo (scarico) delle unità di carico”,
- “nella fase di stoccaggio delle unità di carico”
- “durante le attività di ispezione, manutenzione, riparazione delle scaffalature”
- “durante il transito pedonale e le attività lavorative in prossimità della scaffalatura”.
Il documento Inail, che vuole “fornire un indirizzo per la scelta, l’uso e la manutenzione delle scaffalature industriali da utilizzare nei luoghi di lavoro”, oltre a presentare i riferimenti normativi e le indicazioni per la valutazione del rischio e l’impiego sicuro di questi sistemi di stoccaggio, si sofferma anche sulle figure coinvolte nel ciclo di vita di una scaffalatura.
Con riferimento al contenuto del documento, l’articolo affronta i seguenti argomenti:
- Scaffalature porta pallet: datori di lavoro, fornitori e progettisti
- Scaffalature porta pallet: PRSES e operatori di magazzino
- Scaffalature porta pallet: validatori e rinnovo della validazione d’uso
Scaffalature porta pallet: datori di lavoro, fornitori e progettisti
Riguardo alle figure coinvolte nel ciclo di vita di una scaffalatura (quarto capitolo del documento Inail) si indica che il processo che porta all’utilizzo di una scaffalatura in sicurezza “è molto articolato”.
Infatti, “a partire dall’individuazione delle specifiche esigenze di stoccaggio, alla progettazione, alla fabbricazione, all’installazione, fino all’impiego e alla manutenzione”, sono coinvolte diverse figure professionali (anche se “ruoli differenti possono essere assunti dalla stessa persona, se in possesso delle competenze necessarie”).
Innanzitutto, il datore di lavoro individua le esigenze di stoccaggio e, avvalendosi eventualmente di altre figure, “prepara una lista delle informazioni rilevanti ai fini della progettazione della scaffalatura e del suo impiego in sicurezza”.
Si segnala che le specifiche tecniche dovrebbero contenere almeno:
- identificazione del luogo di installazione (indirizzo e numero civico, coordinate geografiche, altezza del piano di installazione se non a piano terra, ecc.)
- caratteristiche del sito di installazione (tipologia della pavimentazione, spessore e classe di resistenza a compressione del calcestruzzo sottostante secondo NTC2018, ecc.)
- caratteristiche delle unità di carico (ingombro massimo, dimensioni del supporto, peso, frequenza e caratteristiche delle merci in arrivo e in partenza, tipologia e pericolosità dei prodotti gestiti)
- tempi di sosta delle merci in magazzino
- tipologia (in/out) e numero di operazioni giornaliere previste”.
Le specifiche – continua il documento – “vengono distribuite ai potenziali fornitori che, in base ad esse, elaborano una proposta tecnico-economica”.
A questo punto il fornitore si avvale del progettista strutturale per “dimensionare la scaffalatura in base alle azioni sismiche del luogo di installazione, ai pesi delle unità di carico e in funzione dei mezzi di movimentazione (se già definiti e/o disponibili), con riferimento alla normativa tecnica applicabile”. E la proposta del fornitore al datore di lavoro “dovrebbe contenere almeno:
- Il riferimento alla specifica tecnica ricevuta dal Datore di lavoro
- Le caratteristiche dei componenti della scaffalatura utilizzati nel progetto strutturale (materiali, geometrie, pesi, ecc.)
- Le norme applicate nella progettazione
- I parametri utilizzati nel calcolo sismico ad esempio:
- Vita nominale dell’opera, VN = 10 anni (UNI EN 15512:2022)
- Classe d’uso
- Coefficiente d’uso, CU
- Periodo di riferimento per l’ azione sismica, VR
- Accelerazione di picco su suolo rigido, ag
- Categoria del suolo
- Massimo coefficiente di spostamento di interpiano, Qmax
- Massa delle unità di carico ad ogni livello della scaffalatura
- La dichiarazione di conformità della progettazione alla normativa vigente”.
Il datore di lavoro verifica poi l’idoneità strutturale del sito, con “particolare attenzione alla consistenza della pavimentazione e all’ubicazione degli accessi e della impiantistica aerea; quindi sceglie la soluzione più idonea e sottoscrive un contratto con il fornitore prescelto”.
Scaffalature porta pallet: PRSES e operatori di magazzino
Si segnala che secondo la UNI EN 15635 il fornitore “è tenuto a proporre il montaggio della scaffalatura con squadre specializzate, che sono state informate, formate e addestrate sulle caratteristiche specifiche del prodotto da montare”.
Al termine del montaggio della scaffalatura “l’Installatore rilascia la ‘dichiarazione di corretto montaggio’. E con la “dichiarazione di corretto montaggio” la scaffalatura “viene consegnata al Datore di lavoro nello “stato iniziale” o “originale” (UNI 11636 §4.1)”.
Il datore di lavoro designa il PRSES, la “persona responsabile per la sicurezza delle scaffalature con il compito di controllarne la sicurezza e l’efficienza mediante ispezioni pianificate e registrate e di istituirne un piano di manutenzione in accordo con le indicazioni del fabbricante/fornitore” (rif. UNI EN 15635:2009).
Si segnala poi che “sarebbe opportuno che il PRSES fosse sempre presente nel luogo di lavoro per garantire interventi efficienti in caso di necessità”.
Il datore di lavoro è responsabile anche della formazione specifica e dell’addestramento del PRSES e degli operatori di magazzino.
Gli operatori di magazzino “si attengono alle procedure di lavoro stabilite dal Datore di lavoro e oggetto di formazione e addestramento specifici. Sono tenuti a riferire al PRSES ogni anomalia riscontrata in fase di lavoro. Il PRSES registra le segnalazioni ricevute nel registro dei controlli (o libretto della scaffalatura), verifica la gravità della anomalia e richiede se necessario l’intervento di eliminazione dell’anomalia facendo intervenire il fornitore o l’installatore o, se previsto dal manuale di istruzioni, il manutentore aziendale”.
Si segnala che se il datore di lavoro ritiene necessario modificare la disposizione della scaffalatura o dei livelli di carico, d’accordo con il PRSES, “coinvolge il fornitore per avere conferma di fattibilità e ricevere la documentazione aggiornata della scaffalatura e l’installatore per eseguire l’intervento di modifica che dovrà essere registrato e documentato”. Il datore di lavoro deve poi “provvedere alla nuova informazione, formazione e addestramento specifici degli operatori di magazzino”.
Scaffalature porta pallet: validatori e rinnovo della validazione d’uso
Infine, “secondo una frequenza stabilita dal datore di lavoro in base alla valutazione dei rischi, e almeno con frequenza annuale, un esperto validatore (UNI 11636, punto 3.4) esegue una ispezione in affiancamento con il PRSES secondo le prescrizioni della UNI EN 15635, per verificare le condizioni di sicurezza della scaffalatura e in particolare la presenza di eventuali danni. L’esperto validatore valuta anche la correttezza delle registrazioni effettuate nel tempo dal PRSES”.
A seguito di una “ispezione con esito positivo, o a seguito dell’esecuzione di eventuali prescrizioni per il ripristino della sicurezza della scaffalatura, l’esperto validatore rilascia il rinnovo della validazione d’uso, se:
- la scaffalatura è conforme alle specifiche di carico attuali (validazione statica)
- è correttamente installata (validazione di montaggio)
- tutta la documentazione è aggiornata (validazione documentale)
- la scaffalatura è stata e sarà sottoposta a ispezione e manutenzione pianificate nel tempo (processo conforme alla UNI EN 15635)”.
Si indica che la validazione d’uso “può essere rilasciata anche se sono state previste prescrizioni per il ripristino della sicurezza della scaffalatura, purché sia stato verificato il processo conforme alla UNI EN 15635”.
Rimandiamo alla lettura integrale del quarto capitolo del documento Inail che riporta ulteriori indicazioni e casistiche (scaffalature datate in cui non sia reperibile la documentazione originaria, scaffalature che devono essere smontate e installate in altro edificio, …) e una tabella con i tipi di validazione necessari per ciascuna delle situazioni che possono verificarsi durante la vita attiva di una scaffalatura.
Scarica il documento da cui è tratto l’articolo:
Inail, Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici, “ Scaffalature porta pallet. Guida tecnica per la scelta, l’uso e la manutenzione”, a cura di Francesca Maria Fabiani, Luca Rossi e Silvia Maria Ansaldi (Inail DIT), Giuseppe Fabbri (Aisem ANIMA Confindustria – gruppo scaffalature industriali CISI) e Sabrina Cairoli (Aisem ANIMA Confindustria), realizzato in collaborazione con ANIMA (Federazione delle Associazioni Nazionali dell’Industria Meccanica Varia ed Affine); Collana Salute e Sicurezza, pubblicazione marzo 2024, edizione 2023 (formato PDF, 19.66 MB).
Fonti: Puntosicuro.it, Inail, ANIMA