
Ritrovati i corpi di due dei tre dispersi nell’esplosione nell’area del sito Eni a Calenzano, in provincia di Firenze. Le prime indicazioni sulla dinamica e l’avvio dell’inchiesta della Procura di Firenze.
Continuano i gravissimi incidenti con infortuni plurimi gravi e mortali che hanno contrassegnato la situazione degli incidenti sul lavoro nel 2024.
Dopo l’incidente relativo alla gestione delle condotte idriche e fognarie a Casteldaccia (cinque morti), l’incidente avvenuto in un cantiere a Firenze (cinque morti) e l’esplosione alla turbina di Suviana a Bargi nell’appennino bolognese (sette morti), il 9 dicembre 2024 è avvenuto un nuovo gravissimo incidente, un’esplosione nell’area del sito Eni a Calenzano, in provincia di Firenze.
Purtroppo le conseguenze in termini di vite umane sono in via di aggiornamento continuo.
Nella mattinata del 10 dicembre si parla di quattro vittime, un lavoratore ancora disperso e più di venti feriti.
Come ricordato nella raccolta di informazioni pubblicata dall’Associazione Anmil, che vi invitiamo a leggere, l’esplosione presso il deposito Eni di Calenzano si sarebbe verificata durante le operazioni di carico delle autobotti, a seguito di una perdita di liquido infiammabile.
La deflagrazione ha provocato il crollo della palazzina adibita a stazione di rifornimento e di parte del centro direzionale adiacente.
Chiaramente, al di là della ricerca dell’ultimo lavoratore disperso, la Procura di Firenze ha avviato un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità nell’incidente. E l’impianto è stato messo in sicurezza anche attraverso un sopralluogo condotto dagli inquirenti, con il coinvolgimento di Arpat e Asl Toscana Centro per valutare possibili profili di responsabilità ambientale e sanitaria.
In tutto questo nuovo proclama dalla politica:
Il vice ministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto rivela che entro pochi giorni saranno depositate la relazione e una proposta per una nuova fattispecie di reato che conterrà specifiche aggravanti per chi non adempie ai fondamentali obblighi di prevenzione. Previsti anche trattamenti premiali per i datori adempienti.
Per quello che ci compete, facciamo una piccola analisi e tiriamo le somme dal nostro “banale” punto di vista:
Il proclama risulta l’ennesimo atto “di pancia” a fronte di una situazione sempre più deprecabile della sicurezza sul lavoro e la politica(indipendentemente dal governo del momento) invece di fare la cosa giusta utilizza la sicurezza sul lavoro come specchietto per le allodole per recuperare terreno in vista delle prossime elezioni o in vista della prossima crisi di governo. Tanto triste quanto inutile.
Perché triste? E perché inutile? Perché le leggi ci sono, ma vengono disattese, deformate, reinterpretate, cavillate e poi… abbiamo le lungaggini che come applicate dalla politica sul lavoro politico vengono applicate sulla legge e nei tribunali, quindi il risultato è:” aggiungiamo burocrazia ad altra burocrazia, mescoliamo e rimestiamo nel torbido, così la facciata è salva e la sostanza pure: nulla di nuovo sotto al sole. “
Fonti: Puntosicuro,