La consulta CIIP ha realizzato il primo rapporto CIIP sugli infortuni e le malattie professionali in Italia con un’analisi degli Open Data Inail dal 2010 al 2018. Le novità e le potenzialità di questo progetto e di una lettura prevenzionale dei dati.

I diversi dati disponibili in materia di salute e sicurezza su lavoro, con riferimento a infortuni e malattie professionali, possono essere un elemento molto importante per pianificare a livello, aziendale, locale e nazionale una corretta prevenzione.

Tuttavia non sempre la lettura e l’interpretazione dei dati – con particolare riferimento ai ricchi archivi di Open Data Inail che raccolgono dati analitici sugli infortuni e le malattie professionali – possono essere semplici e alla portata di tutti gli operatori. Servono idonei strumenti di lettura che permettano a ciascuno di utilizzarli per le proprie finalità di prevenzione e per i propri specifici target.

A fornirci un utile strumento di lettura, presentato in un seminario a Milano il 27 novembre 2019, è il “Primo rapporto CIIP sugli infortuni e le malattie professionali in Italia. Analisi degli Open Data Inail anni 2010-2018”. Il documento è stato elaborato dalla Consulta Interassociativa Italiana per la Prevenzione ( CIIP) attraverso un progetto di Giovanni Falasca (Consulente CIIP Consulta per i Data Analytics), a cui hanno collaborato Susanna Cantoni, Laura Bodini, Norberto Canciani, Natale Battevi e Carolina Mensi.

Nell’articolo di presentazione ci soffermiamo sui seguenti argomenti:

Le novità e applicazioni del Rapporto CIIP

Il nuovo documento segnala che la CIIP ha avviato un progetto per l’acquisizione dei dati degli Open Data Inail in una piattaforma software “che ne faciliti la lettura ed è oggi in grado di rielaborarli liberamente per produrre approfondimenti specifici rivolti al mondo degli operatori della prevenzione che rappresenta”.

Ed è proprio da questo progetto che nasce il Primo rapporto annuale CIIP sugli infortuni e le malattie professionali in Italia che propone una “lettura epidemiologica dei dati concentrandosi sull’incidenza e gravità dei fenomeni oltre che sulla loro numerosità, cercando di coglierne le possibili cause”.

Per la prima volta “sarà possibile per le decine di migliaia di persone che si occupano di prevenzione in Italia accedere a dati pubblici e aggiornati, permettendo di condurre analisi per attività produttiva, territorio, gravità degli infortuni, tipologia di malattia professionale e valutarne gli andamenti mediante filtri e tassi di incidenza e gravità, per programmare interventi, formazione mirata”. E ciascun attore della prevenzione potrà utilizzare i dati, come ricordato a inizio articolo, “per programmare proprie attività in rapporto alle proprie finalità e al proprio target di ‘utenza’”.

Nella presentazione si ricorda poi – per inquadrare questa iniziativa rispetto alla costruzione del Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione (SINP) – che il SINP, “per il quale è già stato emanato il decreto attuativo nel 2016, è ancora lontano dall’essere operativo”.

E se il Rapporto CIIP – rispetto al SINP che “si basa ampiamente sui dati Inail sugli infortuni e le malattie professionali” – potrebbe sembrare un’inutile ripetizione: non è così.

Il SINP è pensato come “sistema informativo delle Istituzioni e lo stesso art. 8 chiarisce che il sistema è al servizio dei comitati di cui agli art. 5, 6 e 7 dello stesso D. Lgs. 81”. E il Decreto SINP chiarisce che la modalità di accesso ai dati non è pubblica, ma riservata ad alcuni attori e ai servizi di prevenzione delle Asl. Ed è previsto “un accesso limitato per le ‘organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative a livello nazionale sui contenuti, elaborati come dati anonimi e aggregati’” (art. 8 – Decreto 25 maggio 2016, n. 183).

Con questo rapporto la CIIP “utilizza dati pubblici, ma analitici, aggiornati e liberamente riaggregabili, e si rivolge ai lavoratori, alle imprese, alle decine di migliaia di persone che si occupano di prevenzione nei luoghi di lavoro in Italia, RLS, RSPP, formatori, e le tante associazioni, molte delle quali rappresentate dalla CIIP Consulta. In futuro si potrebbero utilizzare anche altri dati pubblici quali gli Open Data Inps per avere informazioni complementari sul vero denominatore dei dati infortunistici: i lavoratori”.

Lo strumento di lettura degli Open Data Inail

Il Rapporto CIIP si sofferma, nell’introduzione, sugli Open Data Inail.

Si indica che se gli Open Data di altre amministrazioni (Ministero della Salute, Inps, …) “sono ricchissimi di contenuti, ma contengono unicamente dati aggregati”, Inail ha scelto una “strada ben più avanzata pubblicando dal 2015 dati analitici sugli infortuni e le malattie professionali che tratta l’Istituto: tutta la sua attività”.

Questo vuol dire – continua il documento – che se, ad esempio, nel 2017 Inail “ha trattato 641.429 denunce di infortunio e 58.025 denunce di malattia professionale, nei dati pubblicati ci saranno esattamente 641.429 righe nell’archivio infortuni e 58.025 righe nell’archivio malattie professionali. Il vantaggio per chi vuole consultarli è enorme, perché è possibile rielaborare i dati mediante software specifici”.

Si indica poi che dopo aver pubblicato gli Open Data “Inail ha reso disponibili alcune tabelle in formato PDF che sono elaborazioni condotte sui dati, letture e interpretazioni che vanno poi a formare la Relazione Annuale Inail presentata ogni anno alla Camera dei Deputati dal Presidente dell’Istituto”. Tuttavia questa lettura non è l’unica possibile: è la lettura “nella quale è prevalso il ruolo di Ente Assicurativo che ha come obiettivo la sintesi delle attività dell’Istituto, attento alle tendenze del fenomeno infortunistico e tecnopatico in relazione alle tipologie che generano i risarcimenti, piuttosto che ai fattori determinanti dei danni”.

In questo senso il Report Annuale CIIP propone una “interpretazione complementare dei dati in chiave epidemiologica e prevenzionale, utile anche all’Inail nel suo importante ruolo nella prevenzione in Italia”.

E se esistono già pubblicazioni del genere basate sui “ flussi informativi” Inail-Regioni in ambito locale, con una lettura degli Open Data “si ha la possibilità di avere una visione nazionale e omogenea dei fenomeni su dati pubblici, a disposizione cioè delle parti sociali e dei cittadini”. E in questo modo sulla stampa, nei vari siti specialistici e sui tavoli di discussione “potranno circolare dati e tabelle con interpretazioni più orientate verso la prevenzione”.

Si segnala poi che è dunque necessaria una lettura prevenzionale degli Open Data Inail e il principale criterio prevenzionale per valutare gli infortuni “è la loro gravità, piuttosto che l’entità dell’indennizzo assicurativo”. E tale gravità “può essere misurata dal numero di giornate di assenza dal lavoro e dalla percentuale di postumi permanenti conseguenti all’infortunio”. Ragionare genericamente – continua il Rapporto – con i soli numeri degli infortuni denunciati e riconosciuti “significa misurare gli infortuni lievi, che sono i più numerosi, ‘diluendo’ quelli gravi. È un punto di vista assicurativo quello per il quale gli infortuni (cioè i risarcimenti) continuano a diminuire, sia quelli denunciati che quelli riconosciuti: ci si deve chiedere se diminuiscano realmente gli infortuni lievi oppure aumenti la loro sotto notifica”.

Inoltre l’andamento temporale per gravità degli infortuni è “il tema epidemiologico principale, che ci permette di formulare ipotesi sui trend futuri e sull’efficacia degli sforzi passati”. E il Rapporto può anche coniugare questi andamenti temporali per i principali comparti produttivi presenti negli Open Data: si ottiene così “un quadro dei comparti a maggior rischio e dei relativi trend in base alla gravità degli infortuni che accadono”. E oltre all’analisi settoriale degli infortuni “è possibile condurre anche analisi territoriali i cui confronti sono fonte di possibili scoperte relative alle dinamiche dei fenomeni”.

Il Rapporto ricorda poi che da un punto di vista metodologico “sarebbe più corretto interpretare i fenomeni attraverso tassi e percentuali sul totale. Per produrre tassi è però necessario un denominatore, ma gli Open data Inail non hanno ancora pubblicato dati relativi agli addetti e al numero delle aziende”. Tuttavia Inail ha “una seconda banca dati pubblica: la Banca Dati Statistica” e, anche se in forma aggregata, in questo caso “troviamo il numero di addetti e di aziende distinti per Regione, Provincia e Settore produttivo (Ateco)”.

Rimandiamo, in definitiva alla lettura integrale del Rapporto, che riporta, oltre a numerosi dati, anche ulteriori indicazioni su come questi dati sono stati raccolti e aggregati anche con riferimento al tema delle malattie professionali.

L’indice del Rapporto CIIP

Concludiamo l’articolo riportando l’indice del “Primo rapporto CIIP sugli infortuni e le malattie professionali in Italia”.

Sommario

Presentazione del primo rapporto CIIP: conoscere per prevenire

1 Introduzione

1.1 Gli open data Inail

1.2 La lettura dei dati nelle tabelle sugli Open Data pubblicate da Inail

1.3 La lettura prevenzionale degli Open Data Inail

1.4 Le malattie professionali

2 Infortuni

2.1 Infortuni denunciati, riconosciuti e i luoghi di accadimento

2.1.1 Tipologia e riconoscimento degli infortuni nei luoghi di lavoro denunciati

2.1.2 Le franchigie

2.2 Infortuni per gravità

2.3 Infortuni gravi T40 nei luoghi di lavoro

2.4 Infortuni gravi T40 nei luoghi di lavoro per settori produttivi: le Gestioni Inail

2.5 Infortuni gravi T40 nei luoghi di lavoro per settori produttivi: i Gruppi di tariffa Inail

2.5.1 GGO Attività varie

2.5.2 GG1 Agricoltura

2.5.3 GG3 Costruzioni e impianti

2.5.4 GG6 Metalli e macchinari

2.5.5 GG9 Trasporti e magazzini

2.6 Infortuni gravi T40 per Gruppi ATECO

2.6.1 A Agricoltura, silvicoltura e pesca

2.6.2 F Costruzioni

2.6.3 C Attività manifatturiere

2.6.4 G Commercio all’ingrosso, al dettaglio e riparazione autoveicoli

2.6.5 H Trasporto e magazzinaggio

2.6.6 I Attività dei servizi di alloggio e ristorazione

2.6.7 N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese

2.6.8 Q Sanità e assistenza sociale

2.7 Tassi grezzi degli infortuni Gravi T40

2.7.1 A Agricoltura, silvicoltura e pesca

2.7.2 C Manifatturiero

2.7.3 F Costruzioni

2.7.4 G Commercio all’ingrosso, al dettaglio e riparazione autoveicoli

2.7.5 H Trasporti e magazzinaggio

2.7.6 I Attività dei servizi di alloggio e ristorazione

2.7.7 N Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese

2.7.8 Q Sanità e assistenza sociale

2.8 Infortuni mortali

2.9 Infortuni sulla strada: in occasione di lavoro e in itinere

3 Malattie professionali

3.1 Malattie professionali denunciate, riconosciute e percentuali di riconoscimento

3.2 Patologie muscoloscheletriche (settore XIII) e le neuropatie (settore VI)

3.3 Tumori professionali

3.3.1 Denuncia, accertamento, riconoscimento

3.3.2 Patologie tabellate e asbesto correlate

3.3.3 I principali tumori professionali

3.3.4 Mesoteliomi

3.3.5 I principali tumori per regione

3.3.6 Altri tumori

3.3.7 Tumori accertati e non riconosciuti

4 Prospettive: modalità di accadimento, professioni, rischi

4.1 Lesioni e modalità di accadimento: European Statistics on Accidents at Work

4.2 Professioni

4.3 Rischi

Progetti per il futuro

Appendice – Metodi e strumenti

Scarica il documento da cui è tratto l’articolo:

 Primo Rapporto CIIP sugli infortuni e le malattie professionali in Italia. Analisi degli Open Data Inail anni 2010 – 2018”, progetto a cura di Giovanni Falasca a cui hanno collaborato Susanna Cantoni, Laura Bodini, Norberto Canciani, Natale Battevi e Carolina Mensi, versione novembre 2019.

Questo è il link per accedere all’applicativo per una analisi personalizzata degli Open Data INAIL.

Fonti: Puntosicuro.it, Inail