
Scoperti certificati contraffatti sui corsi di sicurezza obbligatori, sequestrata la documentazione e segnalato il caso all’Autorità Giudiziaria
Un tentativo di aggirare le regole sulla sicurezza nei cantieri si è trasformato in una denuncia formale. A Novara, un imprenditore edile è finito sotto accusa dopo aver presentato all’Ispettorato Territoriale del Lavoro documenti rivelatisi falsi. L’obiettivo era ottenere la revoca di un provvedimento di sospensione che aveva colpito la sua azienda a seguito di gravi irregolarità riscontrate nei mesi scorsi.
L’uomo si è presentato con un fascicolo contenente attestati di formazione obbligatoria, apparentemente in regola. Ma gli approfondimenti congiunti tra i funzionari dell’ITL e i militari del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Novara hanno fatto emergere la verità: quei certificati erano contraffatti.
Una manovra che, se non fosse stata intercettata, avrebbe potuto permettere la ripresa delle attività senza che i dipendenti avessero mai ricevuto la formazione prevista dal D.lgs. 81/2008 e dagli Accordi Stato Regioni e Provincie autonome di Bolzano e Trento.
Le indagini dei Carabinieri hanno accertato che i certificati contraffatti riguardavano corsi obbligatori per mansioni ad alto rischio, come i lavori in quota (e ragionevolmente da supporre da parte nostra anche il corso per DPI di terza categoria di tipo anticaduta). L’uso di documentazione falsificata avrebbe messo a serio rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori, privandoli della preparazione indispensabile alla prevenzione degli infortuni.
L’episodio mette in evidenza una delle piaghe del settore edile(ma non l’esclusivo settore): la tendenza, in alcuni casi, a considerare la sicurezza come un ostacolo burocratico da aggirare, anziché come un investimento necessario.
Eppure i numeri parlano chiaro: l’edilizia resta uno dei comparti più colpiti da infortuni gravi e mortali. Secondo i dati Inail, ogni anno decine di migliaia di lavoratori di tutti i settori subiscono infortuni, con decine di vittime dovute a cadute dall’alto per mancanza di dispositivi di protezione o insufficenti formazioni o insufficienti dispositivi anti-caduta.
Il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Novara, che ha smascherato l’escamotage, sottolinea come il contrasto a pratiche scorrette di questo tipo sia parte di un impegno costante per garantire la legalità e la tutela della salute. L’obiettivo è duplice: proteggere i lavoratori e garantire una concorrenza leale tra le imprese, che troppo spesso vedono operatori scorretti abbassare i costi sulla pelle dei dipendenti.
Il caso di Novara diventa così un monito per tutto il comparto edile: falsificare documenti non è solo un reato, ma significa negare ai lavoratori i diritti fondamentali alla sicurezza e alla formazione, aumentando esponenzialmente il rischio di morte o nei migliori dei casi infortuni gravi con invalidità irreversibili. Le indagini proseguiranno per chiarire se l’imprenditore abbia agito da solo o se dietro i certificati vi sia una rete organizzata di falsificazione.
Fonti: La voce di Novara, La Stampa, Novara today