Un quaderno tecnico fornisce informazioni per la sicurezza nelle attività in ambienti sospetti di inquinamento o confinati. Focus sui DPI da utilizzare, sulle attrezzature e strumentazioni idonee, sulla sorveglianza sanitaria e l’anamnesi.
Uno degli ultimi articoli pubblicati da PuntoSicuro sui pericoli dei cosiddetti “ambienti confinati” si è occupato dei permessi di lavoro, strumenti che hanno la funzione di assicurare che tutti gli elementi del sistema sicurezza siano messi in atto prima di permettere ai lavoratori di entrare e/o lavorare in questi luoghi di lavoro. E, come avevamo ricordato nell’articolo, tali permessi devono contenere anche specifiche indicazioni dei DPI, delle attrezzature da utilizzare e della strumentazione specifica per determinare la pericolosità dell’ ambiente confinato.
Per avere qualche informazione sui DPI, sulle attrezzature per gli ambienti confinati e per raccogliere indicazioni relative alla sorveglianza sanitaria di chi vi accede, torniamo a consultare un documento realizzato dal Servizio Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro dell’ Azienda Sanitaria Locale di Milano (ATS Milano) in occasione delle attività lavorative correlate alla passata Esposizione Universale 2015 di Milano.Nel quaderno tecnico “ Attività in ambienti sospetti di inquinamento o confinati (DPR 177/2011). Riferimenti normativi e requisiti di sicurezza”, curato da un Gruppo di Lavoro sugli Ambienti Confinati, costituito da Medici e Tecnici della Prevenzione del Servizio PSAL, sono riportati alcuni necessari requisiti dei DPI e delle attrezzature.
Ad esempio si sottolinea che i DPI per le vie respiratorie devono essere stati scelti in relazione alle caratteristiche tecniche e all’efficacia dei DPI, secondo quanto stabilito dal D.Lgs. n. 475/92 e dalla Norma UNI EN 529:2006 “Dispositivi di protezione delle vie respiratorie – Raccomandazioni per la selezione, l’uso, la cura e la manutenzione – Documento guida” e, inoltre, dalle norme armonizzate specifiche del dispositivo utilizzato.
Ricordiamo che la norma UNI EN 529:2006 fornisce una guida di buona pratica per definire e attuare un programma adatto ai dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Ed è stata pubblicata per fornire una base di riferimento a livello europeo per la selezione, l’uso, la cura e la manutenzione di questi dispositivi. Non è destinata ad essere esaustiva, ma evidenzia tuttavia gli aspetti importanti sui quali dovrebbe essere prestata attenzione.
Il documento ricorda poi che i DPI delle vie respiratorie devono essere individuati “tenendo conto dei parametri chimici/fisici ambientali dei luoghi confinati (analisi contaminanti quali/quantitativa della pericolosità dell’atmosfera) valutati nel DVR – POS (valutazione del piano di intervento) e dal permesso di lavoro.
Per determinare la caratteristica tecnica che devono avere gli APVR (apparecchi di protezione delle vie respiratorie) è necessario rispondere ad alcune domande:
– “la percentuale di ossigeno è inferiore a 19,5 % in Vol/Vol?
– La concentrazione dei contaminanti è superiore ai limiti di utilizzo dei respiratori a filtro (classi di protezione filtri)?
– Il contaminante ha una soglia olfattiva superiore al TLV” (Threshold Limit Value)?
In questo caso se si ha anche una “sola risposta positiva, non si può utilizzare un respiratore a filtro ma è necessario utilizzare un respiratore isolato”. Mentre se “le risposte sono tutte negative, è possibile utilizzare un respiratore a filtro”.
Si ricorda poi che gli APVR individuati ed utilizzati “devono essere marcati CE, avere la dichiarazione di conformità ai requisiti essenziali di sicurezza e salute (D.lgs. n. 475/92) con i riferimenti alla norma specifica di riferimento armonizzata”.
Veniamo alla strumentazione di misura presente e conforme a permesso di lavoro, DVR, POS e procedure di lavoro.
Si indica che gli strumenti di misura devono avere le seguenti “caratteristiche: impossibilità di tacitare l’allarme, possibilità di effettuare la rilevazione in continuo, impossibilità di modifica dei parametri di rilevamento, impossibilità di autotaratura automatica all’accensione”.
Anche le attrezzature utilizzate devono essere conformi al permesso di lavoro e al DVR, POS, procedure di lavoro.
Riguardo all’equipaggiamento sono compresi:
– “ventilatori trasportabili (in esecuzione ATEX con tubazioni flessibili in materiale antistatico se è prevista la presenza di atmosfere esplosive) con alimentazione normale e di emergenza;
– illuminazione: la zona di lavoro deve disporre di un’illuminazione normale e di emergenza;
– accessori per un accesso sicuro: scale fisse a pioli già presenti, scale portatili, dispositivi anticaduta;
– apparecchiature elettriche: in esecuzione ATEX adatta ai gas/vapori/nebbie/polveri di cui si è valutata la possibilità di presenza presidi antincendio;
– materiale di sbarramento e segnalazione: elementi per impedire la caduta nelle aperture e l’accesso ai non addetti alla zona di lavoro (barriere, transenne, nastri e cartelli segnaletici, ecc.)”.
Concludiamo questo breve articolo, sulla sicurezza dei lavoratori impegnati in attività negli spazi confinati, parlando della sorveglianza sanitaria.
Il documento ricorda che il medico competente (MC) “deve programmare ed effettuare la sorveglianza sanitaria attraverso protocolli sanitari definiti in funzione dei rischi specifici (art.25, comma 1, lettera b, D.Lgs. 81/08).
Ed in particolare:
– “valuta, in fase preventiva, l’assenza di controindicazioni allo svolgimento della mansione specifica; in fase periodica controlla lo stato di salute del lavoratore ponendo particolare attenzione a condizioni suscettibili di peggioramento a causa dell’attività lavorativa svolta (art.41 comma 2);
– esprime il giudizio di idoneità alla mansione specifica (per iscritto, dandone copia al lavoratore e al datore di lavoro – art.41 comma 6-bis)”.
Inoltre:
– tale sorveglianza sanitaria “è finalizzata anche a verificare la possibilità di indossare dispositivi di protezione respiratoria durante il lavoro (art.259 comma 1 D.Lgs. 81/08);
– le informazioni anamnestiche necessarie a valutare lo stato di salute dei lavoratori possono essere utilmente raccolte tramite modelli strutturati che indaghino in maniera sistematica le condizioni di ipersuscettibilità a carico dei diversi apparati”.
Nel documento dell’ASL Milano, che vi invitiamo a leggere integralmente, è presente una proposta di scheda anamnestica da far compilare al lavoratore.
Riportiamo, infine, una breve rassegna di aspetti da tenere in considerazione nell’espressione del giudizio di idoneità per lavoratori che operano in ambienti confinati (nel documento sono riportate anche specifiche proposte di analisi e valutazioni):
– apparato cardiovascolare: “si tratta spesso di lavori che richiedono un elevato impegno fisico (lavori gravosi, microclima sfavorevole, spazi angusti, eventuale necessità di recuperare colleghi in caso di soccorso…)”;
– apparato respiratorio: “elevato impegno fisico, ridotto tenore di ossigeno, necessità in alcuni casi di indossare DPI specifici per le vie respiratorie o autorespiratori”;
– apparato muscoloscheletrico: “gli spazi angusti, la difficoltà di manovra, la possibilità di dover effettuare complesse azioni di recupero di colleghi in difficoltà, rendono necessaria una buona efficienza di tale apparato”;
– udito: “esiste generalmente la necessità di comunicare con l’esterno tramite mezzi idonei”;
– apparato neurologico: “necessario indagare tutte le patologie che possano portare a perdita di coscienza improvvisa (es. epilessia, sincopi…)”;
– sistema psichico: “necessario valutare l’attitudine a entrare e permanere in ambienti confinati, escludendo la claustrofobia o altre forme di patologie psichiatriche che possano alterare la capacità di giudizio del lavoratore”;
– diabete: “diabete mal controllato dalla terapia può portare a perdita di coscienza improvvisa: valutare sempre la ricorrenza di questi eventi nel passato, prestare particolare attenzione all’utilizzo di insulina e sulfaniluree o altri farmaci che possano indurre crisi ipoglicemiche”;
– varie: “malattie della pelle (es. psoriasi) possono peggiorare in condizioni microclimatiche sfavorevoli o con l’utilizzo di indumenti non traspiranti che possono rendersi necessari in alcuni casi; soggetti obesi o comunque soggetti >130kg (di raro riscontro vista la tipologia di lavoro) possono richiedere attrezzature particolari e specifiche per il recupero in caso di emergenza; Problemi di circolazione periferica (es. Morbo di Raynaud) possono peggiorare in climi freddi e contemporaneo uso di strumenti vibranti; valutare se inserire in anamnesi una domanda sull’assunzione di alcol e droghe”.
Asl Milano, “ Attività in ambienti sospetti di inquinamento o confinati (DPR 177/2011). Riferimenti normativi e requisiti di sicurezza”, quaderno tecnico per datori di lavoro Cantieri Expo Milano 2015 realizzato dal Gruppo di Lavoro Ambienti Confinati: Enrica Sgaramella, Rosanna Farioli, Giuliana Baldi, Nora Vitelli, Mauro Baldissin, Omero Cito, Ivano Boati, Dario Bruno, Saverio Pappagallo, Francesco Corti, Massimo Minnetti, Luca Ottina, Nicola Delussu, edizione febbraio 2015