Più di 3 al giorno. Inoltre 555 mila gli infortuni segnalati e 55 mila le patologie di origine professionale
Nel 2021 più di 3 persone sono morte ogni giorno nell’esercizio della propria attività lavorativa. Sono in diminuzione rispetto all’anno precedente (-3,9% rispetto al 2020), ma comunque ancora troppe: ben 1.221 gli incidenti con esito mortale presentate all’Inail nell’intero arco del 2021. Complessivamente, le denunce di infortunio sul lavoro nell’anno appena trascorso sono state 555.236 (+0,2% rispetto al 2020). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 55.288 (+22,8% rispetto al 2020). Questi i principali dati del Bollettino trimestrale Inail, comprensivi delle denunce relative alle infezioni da covid-19 avvenute nell’ambiente di lavoro, o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa e in itinere.
Riassumendo i macro dati delle denunce presentate all’Inail nell’intero arco del 2021:
- 555.236 denunce di infortunio sul lavoro nel 2021
- +0,2% rispetto al 2020
- 1.221 delle quali con esito mortale
- -3,9% rispetto al 2020
- 55.288 patologie di origine professionale denunciate
- +22,8% rispetto al 2020
In diminuzione le denunce di infortunio con esito mortale nel 2021
Le morti bianche nel 2021 sono diminuite del quasi 4% rispetto all’anno precedente, contando 1.221 vittime a fronte delle 1.270 rilevate nel 2020.
Con riferimento al genere, la diminuzione riguarda sia la componente femminile in calo dell’8,7%, con 126 denunce a fronte delle 138 rilevate nell’anno precedente, sia la componente maschile, con 1.095 denunce a fronte delle 1.132 rilevate nel 2020 (-3,3%).
L’analisi territoriale evidenzia aumenti per il nord est (+14%), per il sud (+12,4%) e per il centro (+5,6%). Diminuzioni si rilevano per il nord ovest (-26,4%) e per le isole (-17,1%).
Le regioni che mostrano aumenti maggiori sono:
- Veneto (+19 casi)
- Puglia (+18 casi)
- Friuli Venezia Giulia (+16 casi)
- Umbria (+15 casi)
- Campania (+14 casi)
- Basilicata (+12 casi)
- Lazio (+11 casi).
Le regioni che mostrano diminuzioni significative sono:
- Lombardia (-92 casi)
- Calabria (-18 casi)
- Sicilia (-16 casi)
- Marche (-14 casi)
- Piemonte (-12 casi)
- Liguria (-10 casi).
Per quanto riguarda la modalità di accadimento, dei 1.221 casi rilevati nell’anno, 973 riguardano gli infortuni in occasione di lavoro e 248 gli infortuni in itinere. Il coinvolgimento di un mezzo di trasporto è del 15,8% per gli infortuni in occasione di lavoro e del 67,3% per gli infortuni nel tragitto casa-lavoro.
Il contagio Covid-19 come infortunio sul lavoro
Da marzo 2020 a dicembre 2021 sono 191.046 le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 segnalate all’Inail, il 16,7% del totale delle denunce di infortunio pervenute nel periodo in esame e il 3,1% del totale dei contagi in Italia. È quanto emerge dalla Scheda nazionale infortuni sul lavoro da Covid-19 dell’Inail.
Inoltre sono 811 le persone che sono decedute avendo contratto il Covid-19 in ambito lavorativo. Si tratta del 25% del totale decessi denunciati da gennaio 2020 e una incidenza dello 0,6% rispetto al complesso dei deceduti nazionali. Nel 2021 i decessi sono in calo del 57,2% rispetto al 2020: si tratta comunque di 243 persone che sono morte essendosi contagiate al lavoro.
- nel 2020 una persona su 3 è morta avendo contratto il Covid-19 sul luogo di lavoro
- nel 2021 si tratta di una su 7
Nel 2021 i casi di contagio sul luogo di lavoro denunciati sono in calo del 71,3% rispetto al 2020. In generale, se nell’anno 2020 l’incidenza media delle denunce da Covid-19 sul totale di tutti gli infortuni denunciati è stata di una denuncia ogni quattro, nel 2021 si è scesi a una su tredici. Il 68,3% dei contagi ha interessato le donne, il 31,7% gli uomini.
L’analisi per professione dell’infortunato evidenzia la categoria dei tecnici della salute come quella più coinvolta dai contagi con il 37,4% delle denunce (in tre casi su quattro sono donne), l’82,6% delle quali relative a infermieri. Seguono gli operatori socio-sanitari con il 17,9%, i medici con l’8,6%, gli operatori socio-assistenziali con il 6,7%, gli impiegati amministrativi con il 4,8% e il personale non qualificato nei servizi sanitari (ausiliario, portantino, barelliere) con il 4,7%. Il restante personale coinvolto riguarda, tra le prime categorie professionali: addetti ai servizi di pulizia (2,2%), conduttori di veicoli (1,3%), impiegati addetti al controllo di documenti e allo smistamento e recapito della posta (1,0%), addetti ai servizi di sicurezza, vigilanza e custodia (1,0%) e professori di scuola (0,9%).
Restano costanti gli infortuni segnalati nel 2021
Gli incidenti in occasione dello svolgimento della propria attività lavorativa sono pressoché costanti nel 2021 rispetto all’anno precedente (+0,16%), contando 555.236 denunce all’Inail a fronte delle 554.340 rilevate nel 2020.
Con riferimento al genere, l’aumento riguarda la componente maschile con 34.070 casi in più rispetto all’anno precedente (+10,6%), mentre sono in diminuzione le denunce della componente femminile con 33.174 casi in meno (-14,2%).
L’analisi territoriale evidenzia aumenti del 6,4% per il nord est, del 5,2% per il centro, del 4,8% per le isole e dello 0,1% per il sud. In controtendenza il nord ovest, con una diminuzione del 9,2%.
Le regioni che mostrano aumenti maggiori sono:
- Emilia Romagna (+6.250 casi)
- Veneto (+3.990 casi)
- Toscana (+2.261 casi)
- Sicilia (+1.504 casi)
- Lazio (+1.322 casi)
- Umbria (+1.024 casi).
Le regioni che mostrano diminuzioni significative sono:
- Lombardia (-8.509 casi)
- Piemonte (-7.816 casi)
- Campania (-1.684 casi).
Per quanto riguarda la modalità di accadimento dei 555.236 casi rilevati nel 2021, 474.847 riguardano infortuni avvenuti in occasione di lavoro, 80.389 infortuni in itinere.
In forte aumento le denunce di malattie professionali
Nel periodo gennaio-dicembre 2021 le denunce di malattie professionali protocollate sono state 55.288, il 22,80% in più rispetto al 2020, quando erano state 45.023.
Nel dettaglio per genere, si rilevano 2.829 denunce in più per le donne (da 12.072 a 14.901 casi, in aumento del 23,4%) e 7.436 in più per gli uomini (da 32.951 a 40.378, in aumento del 22,6%).
La malattia professionale è una patologia la cui causa agisce lentamente e progressivamente sull’organismo. Si tratta di malattie contratte nell’esercizio e a causa delle lavorazioni rischiose. È ammesso, tuttavia, il concorso di cause extraprofessionali. Per le malattie professionali, quindi, non basta l’occasione di lavoro come per gli infortuni, ma deve esistere un rapporto causale, o concausale, diretto tra il rischio professionale e la malattia. Il rischio può essere provocato dalla lavorazione che l’assicurato svolge, oppure dall’ambiente in cui la lavorazione stessa si svolge (cosiddetto “rischio ambientale”).
Fonti: Inail, Rai news