il Consiglio d’Europa boccia l’Italia sulla sicurezza sul lavoro.

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Secondo il Comitato per i diritti sociali del Consiglio d’Europa l’Italia viola alcune norme europee in materia di sicurezza sul lavoro. Le procedure standardizzate, il sistema di qualificazione delle imprese e le nuove direttive in materia di appalti.

L’Italia è stata ancora bocciata in Europa per le sue carenze in materia di sicurezza sul lavoro. Riprendiamo un articolo pubblicato sul tema da Anmil. L’articolo, dal titolo “Valutazione dei rischi e sistema di prevenzione: perché il Consiglio d’Europa ha bocciato l’Italia?” e a cura di Maria Giovannone e Francesco Catalfamo, non solo riprende nel dettaglio le conclusioni del rapporto di valutazione emesso dal Comitato per i diritti sociali del Consiglio d’Europa riferite all’anno 2013, ma presenta anche tre nuove direttive europee in materia di appalti.

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DUVRI: la denuncia di un RLS arriva in Commissione Europea

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La lettera inviata l’8 gennaio 2014 dalla Commissione Europea in relazione alla denuncia da parte di Marco Bazzoni, RLS in un’azienda toscana, riguardo alle possibili violazioni  “della direttiva 89/391/CEE e della direttiva 92/57/CEE ad opera dell’Italia risultanti essenzialmente dall’adozione di recenti modifiche legislative introdotte dalla Legge 9 agosto 2013, n. 98 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia, che modifica il Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (di seguito ‘Legge 98/2013’)”.

Qualche giorno fa, il 5 marzo, la Commissione Europea (DG Occupazione, affari sociali e inclusione) ha inviato a Marco Bazzoni una nuova lettera (che alleghiamo in area riservata) in cui si conferma da un lato l’archiviazione di alcuni punti sollevati nella denuncia, e dall’altro la richiesta di informazioni alle autorità italiane su due punti. Richiesta di informazioni che potrebbero dunque preludere a una futura, ennesima procedura d’infrazione.

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Rischio tecnostress sarà la prossima rischiosità da valutare?

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I “Malati” di tecnologia quale smartphone, tablet, cellulari e pc sfiorano quota 2 milioni. I lavoratori a rischio tecnostress in Italia quindi aumentano vertiginosamente e le categorie più esposte, non a caso, troviamo operatori che passano la giornata davanti al “piccolo”, a volte piccolissimo, schermo: networker (in genere consulenti, che usano almeno tre dispositivi mobili connessi per lavoro), lavoratori Ict, operatori di call center, ma anche commercialisti, giornalisti, pubblicitari e analisti finanziari. E’ quanto emerge dall’ultimo studio condotto da Enzo Di Frenna, presidente di Netdipendenza Onlus, e anticipato dall’Adnkronos Salute. L’esperto fa il punto sul fenomeno nel nuovo libro ‘Prevenzione tecnostress in azienda e sicurezza sul lavoro’, in uscita in questi giorni.
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Infortunio sul lavoro: Datore di Lavoro escluso dalla responsabilità?

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Ancora una sentenza in materia di infortuni sui luoghi di lavoro ed eventuali responsabilità del datore di lavoro. Questa è la volta della Cassazione con la Sentenza n. 2455/2014, relativa all’infortunio di un dipendente precipitato durante il montaggio di un ponteggio per non aver utilizzato i dispositivi di protezione individuale fornitogli, seppur non idonei alle lavorazioni svolte.

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Lavori in quota e caduta dall’alto, le nuove linee guida e check-list sulle scale portatili da Regione Lombardia


Nelle numerose analisi statistiche disponibili in letteratura, le cadute dall’alto si attestano sempre tra i primi posti degli infortuni gravi, soprattutto nei cantieri edili.
Al riguardo, la Regione Lombardia ha pubblicato le nuove “Linee Guida per l’utilizzo di Scale Portatili nei cantieri temporanei e mobili” con il Decreto 5 marzo 2014, n. 1819.
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LED e Valutazione delle Radiazioni Ottiche Artificiali (ROA)

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Disponibile sul portale “ PAF – Portale Agenti Fisici” – realizzato dal Laboratorio Agenti Fisici del Dipartimento di Prevenzione dell’ Azienda Sanitaria USL 7 Siena e sviluppato con la collaborazione dell’INAIL e dell’Azienda USL di Modena – una procedura che consente di valutare il rischio da esposizione a radiazioni ottiche artificiali in presenza di sistemi led per l’illuminazione generale, siano essi per uffici o per ambienti di dimensioni maggiori come capannoni industriali. Riportiamo un breve estratto della procedura di calcolo per la valutazione del rischio associato a sorgenti LED per illuminazione generale.

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Gli adeguamenti delle direttive europee al regolamento CLP

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Il Parlamento europeo e il Consiglio dell’Unione Europea hanno adottato la Direttiva 2014/27/UE del 26 febbraio 2014 che “modifica le direttive 92/58/CEE, 92/85/CEE, 94/33/CE, 98/24/CE del Consiglio e la direttiva 2004/37/CE del Parlamento europeo e del Consiglio allo scopo di allinearle al regolamento (CE) n. 1272/2008 relativo alla classificazione, all’etichettatura e all’imballaggio delle sostanze e delle miscele”.
La Direttiva 2014/27/UE è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della UE (GUUE) del 5 marzo ed entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione.

Con questa direttiva il Parlamento europeo e il Consiglio – che “possono adottare, mediante direttive, prescrizioni minime per promuovere miglioramenti, in particolare dell’ambiente di lavoro, allo scopo di garantire un più elevato livello di protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori” – partono dal presupposto che il regolamento (CE) n. 1272/2008 (il cosiddetto Regolamento CLP) ha istituito un “nuovo sistema per la classificazione e l’etichettatura delle sostanze e delle miscele all’interno dell’Unione, che si basa sul sistema globale armonizzato di classificazione ed etichettatura delle sostanze chimiche (GHS) a livello internazionale, nell’ambito della Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite”.
Tuttavia le direttive del Consiglio 92/58/CEE (prescrizioni minime per la segnaletica di sicurezza e/o di salute sul luogo di lavoro), 92/85/CEE (misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute sul lavoro delle lavoratrici gestanti, puerpere o in periodo di allattamento), 94/33/CE (protezione dei giovani sul lavoro) e 98/24/CE (protezione della salute e della sicurezza dei lavoratori contro i rischi derivanti da agenti chimici durante il lavoro), nonché la direttiva 2004/37/CE del Parlamento europeo e del Consiglio (protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un’esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro) contengono ancora riferimenti al precedente sistema di classificazione e di etichettatura.
Con la nuova normativa europea tali direttive saranno modificate allo scopo di allinearle al nuovo sistema di cui al regolamento (CE) n. 1272/2008.
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Il primo soccorso nei luoghi di lavoro: la catena della sopravvivenza

425px-Sign_first_aid.svg Un intervento corretto e tempestivo in un’emergenza sanitaria – una situazione improvvisa e imprevista che mette in pericolo la sopravvivenza di una o più persone immediatamente o a brevissima distanza di tempo dall’inizio del malessere o del trauma – è molto importante anche negli ambienti di lavoro.

Quindi lo Studio ha pensato di inserire in questo articolo alcune informazioni base sulla gestione di un intervento, ipotetico, di primo soccorso.
Ricordiamo a tutti i lettori che alla fine di marzo Safe studio in collaborazione con Studio MO.NI. darà l’opportunità di avere ad un prezzo ragionevole e concorrenziale il corso di primo soccorso e/o il corso di aggiornamento di primo soccorso; ma andiamo a parlare della catena della sopravvivenza:

catena sopravvivenza

Quella che vedete qui è la “catena della sopravvivenza”; tale catena consiste in quella “serie continua di procedure da mettere in pratica per il pieno successo della rianimazione di pazienti definiti critici a causa d’eventi lesivi che avvengono al di fuori dell’ospedale”.
I suoi anelli sono rappresentati da:
a) “Allarme immediato (chiamata al numero gratuito Nazionale 118 per l’Italia);
b) Precoce Rianimazione Cardiopolmonare (BLS);
c) Defibrillazione Precoce;
d) Advanced Life Support (ALS: manovre di supporto vitale avanzato)”.

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