Esempi di infortuni correlati all’assenza di DPI per la protezione delle mani. Incidenti in attività di taglio di carni bovine e nell’uso improprio di una motosega. La dinamica degli infortuni, i fattori causali e i dispositivi di protezione individuale.
Nell’ambito degli incidenti di lavoro una delle parti del corpo più infortunate sono le mani, strumenti che sono preziosi non solo per le attività lavorative, ma anche per la vita di tutti i giorni. Ed infatti è lo stesso Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/2008) a fornire, tramite l’Allegato VIII, informazioni sull’utilizzo dei guanti di protezione, sui rischi da cui proteggersi e sui fattori da prendere in considerazione per la scelta dei dispositivi di protezione individuali (DPI).
In relazione alla frequenza di questi infortuni, torniamo a parlare di protezione delle mani nella rubrica “ Imparare dagli errori”, dedicata al racconto e all’analisi degli infortuni lavorativi, con particolare riferimento agli incidenti in cui si ravvisa l’assenza di idonei DPI per le mani.
I casi di infortunio presentati nell’articolo sono tratti dalle schede di INFOR.MO., strumento per l’analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
I casi
Il primo caso riguarda un infortunio avvenuto in uno stabilimento di taglio e confezionamento di carni bovine.
Una lavoratrice si trova nello stabilimento e sta operando su una macchina affettatrice. L’operazione che sta effettuando è il posizionamento di un pezzo da tagliare sul carrello della macchina. Tale operazione viene eseguita dalla lavoratrice con la macchina accesa. Prima che il meccanismo, denominato pressa merce, si abbassi, il pezzo di carne scivola verso la lama che è in funzione trascinando la mano destra della lavoratrice. Viene causata una ferita da taglio alla base del pollice della mano destra. Il libretto d’uso e manutenzione della macchina prevedeva che tale operazione fosse eseguita a macchina spenta. E la lavoratrice non indossava guanti antitaglio.
Questi i fattori causali dell’incidente rilevati dalla scheda:
– “la lavoratrice eseguiva il posizionamento del pezzo da tagliare con macchina accesa anziché spenta”;
– “non indossava i guanti antitaglio in quanto non forniti”.
Il secondo caso riguarda un infortunio che avviene nell’utilizzo di una motosega.
Un lavoratore, irregolare, è addetto alla pulizia ed all’alimentazione dei cavalli dell’azienda che è una associazione sportiva per l’insegnamento della pratica ippica con ricovero di cavalli. In particolare è intento a dar da mangiare agli animali e per questo deve prelevare del fieno da una rotoballa; al fine di facilitare e velocizzare questa operazione pratica dei tagli in una rotoballa mediante una motosega, attrezzatura chiaramente inadatta all’operazione.
Nel tentativo di trattenere una parte della rotoballa, che stava cadendo a terra, utilizza la mano sinistra ma nel contempo non riesce a sostenere la motosega, la cui lama entra in contatto con le dita della mano sinistra del lavoratore procurandogli l’amputazione di alcune di esse. Il lavoratore non era dotato di guanti da lavoro.
I fattori causali dell’incidente rilevati:
– “l’infortunato ha utilizzato in modo improprio la motosega;
– il lavoratore nell’utilizzo della motosega non è dotato di guanti di sicurezza”.
La prevenzione
Per avere qualche indicazione sui guanti utilizzati contro i rischi meccanici, con particolare riferimento ai rischi di taglio, facciamo riferimento al progetto multimediale Impresa Sicura, elaborato da EBER, EBAM, Regione Marche, Regione Emilia-Romagna e Inail – che è stato validato dalla Commissione Consultiva Permanente per la salute e la sicurezza come buona prassi nella seduta del 27 novembre 2013.
Ad esempio nel documento “ ImpresaSicura_DPI”, dedicato all’utilizzo dei dispositivi di protezione personale, si segnala che i guanti di protezione contro rischi meccanici, che hanno la funzione di proteggere le mani da aggressioni fisiche e meccaniche, “devono resistere all’abrasione, al taglio, allo strappo e alla foratura”. E deve essere riportata sui guanti una marcatura che evidenzia la loro capacità di proteggere dai rischi meccanici.
I guanti di protezione devono poi essere realizzati “con materiali che non provocano problemi di irritazione o allergie e qualora ciò non fosse possibile tale rischio deve essere evidenziato nelle istruzioni d’uso”. E le caratteristiche di resistenza meccanica devono essere indicate nella marcatura ed espresse con un indice numerico”.
Mentre per avere invece informazioni specifiche sulla protezione delle mani nell’uso della motosega possiamo fare riferimento alle linee guida sugli indumenti di protezione nell’uso di motoseghe a catena portatili elaborate dall’ex Ispesl/Inail. Nel documento si indica che la protezione delle mani contro i tagli prodotti da catena da motosega si esplica mediante dei guanti protettivi contro il taglio da catena. Nella scelta del guanto, che si effettua in base alle risultanze dell’analisi del rischio, bisogna tener conto del fatto che il guanto si deve adattare correttamente alla mano dell’operatore. Infatti un guanto di taglia troppo grande rispetto alla circonferenza della mano, può durante l’uso arrotolarsi intorno ad essa provocando cattiva presa della motosega. Una cattiva presa può risultare da un guanto con lunghezza delle dita troppo lunghe o troppo corte, mentre un guanto complessivamente troppo lungo può ostacolare i movimenti della mano.
Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 8048 e 8419 (archivio incidenti 2002/2015).
Fonti: Puntosicuro.it, INFOR.MO