Un discussion paper europeo riporta nuove indicazioni sulla correlazione tra rischi psicosociali e disturbi muscoloscheletrici e sulle politiche europee e nazionali per migliorare la prevenzione. I dati e l’approccio olistico.
In relazione alla campagna 2020-2022 “ Ambienti di lavoro sani e sicuri. Alleggeriamo il carico!” l’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ( EU-OSHA) ha sottolineato più volte la correlazione tra rischi psicosociali e disturbi muscoloscheletrici, ad esempio con riferimento ad un report europeo presentato nell’articolo “ Qual è il legame tra i disturbi muscoloscheletrici e i rischi psicosociali?”.
Torniamo a parlarne anche oggi con riferimento ad un nuovo documento (Discussion paper), sviluppato nell’ambito di un accordo di collaborazione tra Inail e Agenzia europea, che esamina vari aspetti dei disturbi muscoloscheletrici (DMS) e della prevenzione dei rischi psicosociali.
Il documento – dal titolo “Prevention of musculoskeletal disorders and psychosocial risks in the workplace: EU strategies and future challenges” e a cura di Cristina Di Tecco, Matteo Ronchetti, Simone Russo, Antonio Valenti, Benedetta Persechino, Sergio Iavicoli (Inail) – fornisce diversi dati, in ambito europeo e italiano, anche con riferimento a un’indagine nazionale del 2019, e sottolinea l’importanza di un approccio integrato per migliorare la prevenzione dei rischi psicosociali e dei DMS.
L’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:
- I disturbi muscoloscheletrici e i rischi psicosociali
- I dati e le indagini sui disturbi muscoloscheletrici
- La necessità di un approccio multidisciplinare
I disturbi muscoloscheletrici e i rischi psicosociali
Il documento ricorda che i DMS rappresentano un importante problema di salute globale che colpisce circa 1,71 miliardi di persone nel mondo e che è caratterizzato da un dolore leggero, cronico o acuto che porta a limitazioni funzionali che vanno da disturbi di breve durata o transitori a lesioni invalidanti permanenti.
A livello lavorativo i DMS rappresentano una delle cause più importanti di disabilità, assenza per malattia, riduzione della produttività lavorativa e della qualità della vita.
I fattori di rischio professionali più comuni riguardano il sollevamento e il trasporto di oggetti pesanti, le scorrette posture prolungate nel tempo, i movimenti ripetitivi, gli sforzi intensivi, il tirare e spingere carichi pesanti, le torsioni o gli sforzi ripetitivi, l’esposizione prolungata a temperature o vibrazioni atipiche e lo sforzo fisico intenso o la pressione. Tuttavia ulteriori fattori professionali e non professionali giocano un ruolo nell’insorgenza, nel decorso e/o nel peggioramento dei disturbi muscoloscheletrici legati al lavoro:
- diverse caratteristiche demografiche e individuali;
- condizioni di salute e comorbilità;
- fattori di rischio legati a comportamenti e stili di vita non salutari;
- rischi psicosociali;
- la digitalizzazione e l’uso delle nuove tecnologie sul posto di lavoro.
In particolare i rischi psicosociali hanno assunto nel tempo una rilevanza crescente nello studio dei determinanti dei DMS. Ci sono dati che mostrano come i fattori psicosociali e organizzativi, come l’alto carico/richieste di lavoro, il basso supporto sociale, lo scarso controllo, la bassa soddisfazione sul lavoro e il lavoro monotono, aumentano il rischio di DMS.
Inoltre l’evoluzione del mondo del lavoro porta a nuovi rischi psicosociali che devono essere considerati nello studio dell’insorgenza e dello sviluppo dei DMS.
I dati e le indagini sui disturbi muscoloscheletrici
Il Discussion paper riporta poi molti dati sulla diffusione dei disturbi muscoloscheletrici in Europa e in Italia.
I DMS “sono una delle principali cause di preoccupazione in quanto colpiscono la salute generale di molti lavoratori e hanno un grande impatto economico sulle organizzazioni con grandi costi sociali in diversi paesi europei. Sono le malattie professionali riconosciute più comuni in diversi Stati membri”.
Riguardo ai dati italiani si sottolinea che i disturbi muscoloscheletrici sono le principali malattie professionali che colpiscono la forza lavoro e sono un fenomeno in crescita: nel 2008 rappresentavano meno del 40% del totale delle malattie professionali denunciate, mentre nel 2020 la loro incidenza è quasi del 70%.
I settori più a rischio sono l’artigianato (28,5%), l’agricoltura (26,7%), l’industria (23,5%), i servizi (18,7%) e la pubblica amministrazione (2,9%). Tra le principali cause riconosciute ci sono la ripetitività del lavoro, soprattutto per le lesioni agli arti superiori e il sollevamento manuale di carichi per le patologie della schiena”.
Nel 2019 una indagine nazionale sulle percezioni di salute e sicurezza sul lavoro ( Indagine Nazionale sulla Salute e sicurezza sul Lavoro) ha segnalato che i rischi ergonomici e biomeccanici si collocano al secondo posto tra i rischi cui i lavoratori si sentono esposti, subito dopo lo stress lavoro-correlato e i rischi psicosociali.
La necessità di un approccio multidisciplinare
Il documento riporta poi varie indicazioni relative alle recenti politiche europee ricordando anche l’importanza delle campagne dell’EU-OSHA nel portare alla luce i rischi psicosociali e il loro effetto nello sviluppo o nel peggioramento dei DMS.
Si ricordano i miglioramenti nella gestione dei rischi psicosociali in Europa negli ultimi 10 anni: gli sforzi compiuti a livello politico hanno contribuito a superare il divario esistente tra ricerca e pratica, confermando il ruolo delle politiche nell’aumentare la consapevolezza e guidare l’azione. Tuttavia in considerazione della natura multifattoriale dei DMS, la sfida principale è relativa all’avanzamento di un approccio multidisciplinare alle politiche e strategie a livello europeo e nazionale per dare impulso a modelli, approcci e strumenti pratici orientati a valutare e gestire in modo integrato tutti i potenziali determinanti dei DMS.
Dunque, conclude il documento, gli sforzi di prevenzione dei DMS devono basarsi su un approccio olistico, multidisciplinare e integrato che combini interventi di salute pubblica con interventi di salute sul lavoro, promuovendo un collegamento tra la salute dei lavoratori, l’organizzazione del lavoro e l’ambiente di lavoro in termini di protezione, prevenzione e promozione.
Inoltre – continuano gli autori – in vista dell’invecchiamento della forza lavoro e dei rapidi cambiamenti del mondo del lavoro, il focus della prevenzione della salute dovrebbe essere spostato sul monitoraggio della capacità lavorativa e sulla promozione del benessere lungo tutto il corso della vita lavorativa. La gestione dei fattori psicosociali e organizzativi del lavoro deve essere coordinata con gli aspetti biomeccanici, ergonomici e medici attraverso un efficace coinvolgimento e cooperazione tra le parti interessate a livello organizzativo e comunitario per migliorare l’efficacia della prevenzione dei DMS.
In definitiva una politica in grado di promuovere interventi integrati di prevenzione multidimensionale adattati alle caratteristiche tecniche, organizzative ed economiche dei luoghi di lavoro rappresenterebbe un motore per integrare i diversi aspetti della prevenzione dei rischi con la promozione della salute. Inoltre questo permetterebbe di sviluppare anche metodi e interventi integrati di valutazione e gestione del rischio nelle organizzazioni basati su approcci preventivi che tengano conto dei determinanti dei DMS nel loro complesso.
Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale del documento che riporta altri dettagli e tutte le necessarie fonti scientifiche e bibliografiche sul tema.
Il link al sito della campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri. Alleggeriamo il carico!”
Scarica il documento da cui è tratto l’articolo:
Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, “ Prevention of musculoskeletal disorders and psychosocial risks in the workplace: EU strategies and future challenges”, documento in lingua inglese Cristina Di Tecco, Matteo Ronchetti, Simone Russo, Antonio Valenti, Benedetta Persechino, Sergio Iavicoli (Inail), materiale correlato alla campagna europea “Ambienti di lavoro sani e sicuri. Alleggeriamo il carico!” (formato PDF, 760 kB).
Fonti: Inail, Puntosicuro.it