Esempi di infortuni professionali durante attività di studenti, stagisti e tirocinanti nei luoghi di lavoro. La dinamica di due infortuni e le indicazioni per la gestione della sicurezza per i giovani in alternanza scuola-lavoro.
Tra i tanti, troppi, infortuni gravi e mortali che avvengono giornalmente nel nostro Paese, nei giorni scorsi c’è stato l’infortunio mortale in Friuli di un ragazzo di soli 18 anni, impegnato in lavori di carpenteria e in relazione alla caduta di una barra metallica. Era coinvolto in attività di alternanza scuola-lavoro, una metodologia didattica che permette di sperimentare processi di apprendimento attivi e che dovrebbe in realtà favorire un percorso di attenzione alla prevenzione di infortuni e malattie professionali.
Non ci addentriamo in “ Imparare dagli errori”, rubrica dedicata al racconto degli infortuni professionali, nell’analisi dell’infortunio, su cui si sta ancora indagando per comprendere dinamica e responsabilità. Ma prendiamo spunto da questo incidente per tornare a raccontare e riflettere sui vari gravi infortuni che avvengono a giovani lavoratori, spesso studenti, stagisti e tirocinanti.
Anche perché, come segnalato dall’Agenzia Europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha), nell’Unione Europea la frequenza di infortuni tra i giovani nuovi assunti e tra gli apprendisti è decisamente superiore rispetto ai lavoratori con maggiore esperienza.
Le dinamiche infortunistiche presentate sono tratte, come sempre, dalle schede dell’archivio di INFOR.MO., strumento per l’analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
Questi gli argomenti trattati:
- Gli infortuni degli studenti nei luoghi di lavoro
- La gestione della sicurezza per i giovani in alternanza
Gli infortuni degli studenti nei luoghi di lavoro
Il primo caso riguarda uno studente quindicenne che conduce uno stage di circa un mese presso un’azienda metalmeccanica.
Lo studente quindicenne deve eseguire la fresatura di alcuni pezzi utilizzando una fresa manuale al cui utilizzo si sta addestrando sotto la guida di un lavoratore esperto.
La fresa dispone di uno schermo di protezione dell’utensile, il cui dispositivo di interblocco non funziona, per cui è possibile utilizzare la macchina con la protezione aperta. Il ragazzo indossa guanti resistenti allo strappo. Mentre il ragazzo avvicina la mano destra al beccuccio del liquido lubrorefrigerante, per regolarne la posizione, con la macchina in funzione e lo schermo aperto, il guanto viene agganciato dall’utensile in rotazione e trascina la mano contro l’utensile stesso che provoca lesioni tali da rendere necessaria la sub-amputazione della mano.
I fattori causali presenti nella scheda:
- “l’infortunato avvicinava la mano destra all’utensile della fresa in rotazione”;
- “il dispositivo di interblocco dello schermo mobile di protezione dell’utensile non funzionava”;
- “il lavoratore esperto che seguiva l’addestramento dello studente permetteva che questi lavorasse con una macchina con dispositivi di protezione non funzionanti e con guanti inadatti”;
- “pur lavorando in prossimità di utensili in rotazione i guanti usati dall’infortunato presentavano una marcata resistenza allo strappo.
Il secondo caso riguarda uno stagista che, a seguito di convenzione tra una scuola e l’azienda dove avviene l’infortunio, opera nell’ambito di un progetto ove gli studenti possono seguire dal vivo le fasi delle diverse attività lavorative.
Lo studente è seguito da un tutor scelto dal datore di lavoro poiché avvezzo alle lavorazioni manuali ed in grado di mostrarle all’allievo, riducendo al minimo il rischio di infortunio.
Il giorno dell’infortunio “arriva nel magazzino un furgone carico di bobine di carta adesiva, contenute in circa venti scatole di cartone, di lunghezza variabile da cm.100 a cm.130 e pesanti circa kg.15 cadauna. Dovendo le suddette bobine essere trasportate al piano superiore, il tutor decide di utilizzare un elevatore con portata di kg.500. Pone le bobine sopra ad un pallet ed imbraca il carico con l’ausilio di due corde. Ai capi di ogni corda realizza due anelli formati da un nodo ad otto, fa passare le corde sotto al bancale, le incrocia superiormente e sale al piano di sopra per utilizzare la pulsantiera e calare il gancio dell’elevatore a terra, ove si trova lo studente. Questi introduce i quattro anelli nel gancio e, su indicazione del tutor, accompagna con una mano il carico affinché questo, oscillando nel momento iniziale del sollevamento, non andasse a scontrare dei pannelli collocati nelle vicinanze. Quando il bancale è a circa due metri da terra, cade rovinando sullo studente rimasto, nel frattempo, sotto il carico sospeso, provocandogli trauma cranico e varie fratture”.
Pur se le dichiarazioni raccolte successivamente sono contrastanti, “è sufficientemente emerso che il motivo per il quale il bancale è caduto sia da imputare ad un’errata imbracatura del carico (dimensionamento degli anelli incompatibile con le dimensioni del gancio)”.
Trasportato all’ospedale l’infortunato è dimesso dopo tre giorni (politrauma con fratture, trauma cranico, …).
Questi i fattori causali rilevati:
- “l’infortunato guida manualmente il carico sospeso rimanendovi sotto”;
- un lavoratore terzo “imbraca erroneamente il carico”.
La gestione della sicurezza per i giovani in alternanza
Tornando in questo caso all’incidente a cui abbiamo accennato in premessa, avvenuto in Friuli all’interno delle attività di alternanza-lavoro, e cercando di fornire qualche utile informazione su come dovrebbe essere tutelata la sicurezza in queste attività, riprendiamo alcune parti di un intervento che si è tenuto al convegno “La cultura della sicurezza nelle scuole. Gli impatti e la responsabilità nella gestione quotidiana ai sensi del D. Lgs. 81/08 e della norma applicabile” (Milano, 18 gennaio 2019).
Nell’intervento “ La gestione della sicurezza per i giovani in alternanza: l’impegno delle imprese”, a cura di Mariarosaria Spagnuolo (responsabile Area Salute e Sicurezza sul Lavoro, Assolombarda), si indica che la cultura della salute e sicurezza nelle scuole riguarda anche la “costruzione/promozione di valori condivisi” e il rispetto di regole, norme e procedure. E si riportano alcune “regole fondamentali:
- Lo studente in alternanza è equiparato dal D.Lgs. n. 81/2008 al lavoratore
- Il datore di lavoro deve valutare i rischi ai sensi dell’art. 28, considerando anche quelli connessi alle ‘differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri Paesi e quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui viene resa la prestazione di lavoro’”.
La relatrice riprende “i valori che uno studente apprende grazie alla sicurezza sul lavoro” e riprende, sulla base delle regole di base di questo particolare percorso formativo, i passaggi che una azienda può seguire:
- “Partire da una progettazione metodologica che veda ogni protagonista coinvolto per la propria parte”;
- Azienda e Scuola elaborano la ‘convenzione’ tenendo presente sin dall’inizio gli aspetti di sicurezza (es. ripartizione di adempimenti);
- Gli SPP sono coinvolti sin dall’inizio e aggiornano il DVR, elaborando le misure e le procedure necessarie;
- L’azienda (nella sua struttura organizzativa) provvede all’adozione delle misure (informazione, formazione, sorveglianza sanitaria, controllo sul rispetto delle regole ecc.)”.
Questi, infine, altri “passaggi da tenere presente:
- la valutazione dei rischi riguarda la presenza degli studenti in alternanza;
- le misure di prevenzione e protezione tengono conto:
- della possibile necessità di un controllo specifico sull’attività dei ragazzi (presenza di tutor/preposti);
- dell’inesperienza (legata alla età ed alla temporanea permanenza in azienda degli studenti);
- delle caratteristiche fisiche dei ragazzi/e (età e genere) che possono vietare certe lavorazioni o prevedere cautele particolari;
- della lingua dei ragazzi stranieri;
- della diversa percezione del rischio da parte dei ragazzi stranieri;
- ecc.
- in base alle convenzioni, la formazione generale è svolta dalla scuola;
- l’azienda provvede alla formazione specifica (in relazione al DVR);
- il D.Lgs. n. 195/2017 ( Carta dei diritti e dei doveri degli studenti in alternanza scuola-lavoro) prevede la presenza di tutor aziendali;
- il numero degli studenti dipende dalle effettive capacità strutturali, tecnologiche ed organizzative della azienda, secondo queste proporzioni:
- non più di 5 studenti per tutor, nelle aziende a rischio alto (classificate secondo Accordo Stato Regioni del 21 dicembre 2011);
- non più di 8 studenti per tutor, nelle aziende a rischio medio;
- non più di 12 studenti per tutor, nelle aziende a rischio basso;
- nei casi previsti dalla normativa e sulla base della valutazione dei rischi gli studenti sono sottoposti a sorveglianza sanitaria da parte del medico competente;
- la convenzione fra azienda e scuola ripartisce gli obblighi relativi alla sorveglianza sanitaria”.
Sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 1327 e 11837 (archivio incidenti 2002/2018).
Fonti: Puntosicuro.it, INFOR.MO.